Pedrizzi (Ucid): “Guerra e natalità, il Papa indica la strada della Dottrina sociale della Chiesa”
“Le parole di Papa Francesco agli Stati Generali sulla Natalità, dimostrano come il tema della centralità della vita non risparmi alcun aspetto del dibattito politico, in Italia e nel mondo intero: il collegamento tra la deriva ideologica pro-abortista e la superficialità con la quale vengono archiviate le proposte di piattaforme di pace sui fronti bellici, dimostra l’incapacità dell’opinione pubblica e della classe dirigente di muoversi nella direzione della tutela dell’essere umano, presupposto imprescindibile per la salvezza dell’umanità e le prospettive di benessere e di crescita economica e sociale”, afferma Riccardo Pedrizzi, presidente del Cts dell’Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti) e presidente del gruppo Lazio dell’associazione.
Natalità e guerra, il monito del Papa
“La natalità è un tema che ha a che fare con l’esistenza stessa della società, così come la famiglia, come ricordano i dettami della Dottrina sociale della Chiesa richiamati nei giorni scorsi da Papa Francesco. Non si può liquidare una discussione come quella relativa alla procreazione, alla riproduzione dell’essere umano e alla garanzia della vita futura come un tema politico o di parte: al dibattito non giovano i rigurgiti di femminismo o di integralismo abortista. La demografia è una scienza che fotografa un allarme che la Chiesa e il Papa recepiscono e che non può non essere valutata nel quadro di una rappresentazione sacra e inviolabile della vita, e non certo come dettaglio a margine di una posizione pregiudiziale e faziosa di chi fa della soppressione dei feti un libero esercizio democratico. Se il Papa accende la luce sugli investimenti che danno più reddito e profitto di tutti, le fabbriche di armi e di anticoncezionali, ragiona su un dato di fatto: la morte domina l’immaginario ideologico di una parte del mondo, per affermare una società del futuro senza i figli e senza la pace. La Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica prevede la legittima difesa, ma questa va esercitata all’interno di alcune condizioni, inquadrando il problema della ‘guerra giusta’ sul piano etico e teologico. Papa Bergoglio è impegnato fin dall’inizio di questa “guerra mondiale a pezzi” nella ricerca di una trattativa di pace tra Ucraina e Russia e tra israeliani e palestinesi ed ha parlato della produzione delle armi solo per fare affari a spese dell’umanità. Lo stesso avviene per i santoni dell’aborto selvaggio che predicano l’estinzione dell’umanità per affermare un cieco diritto al libero arbitrio della donne Una terra di vecchi, senza figli, di belligeranti e di famiglie distrutte, un mondo caratterizzato da un gelido inverno demografico e da una nuova guerra fredda, è un pianeta destinato a soccombere a una logica irrazionale e cinica. Ecco perché il manifesto del Papa su armi e aborto è l’esatta sintesi di una piattaforma destinata all’ universo cattolico, che deve avere il coraggio di farsi avanti e di affermare l’universalità della Dottrina sociale, che coniuga vita ed eguaglianza con la vera libertà, che è quella di esercitare una buona e responsabile coscienza, laica o cristiana”.