Putin avvia esercitazioni nucleari vicino l’Ucraina: “Pronti a colpire dopo le minacce occidentali”
Alta tensione tra Europa, Nato e Russia nel giorno in cui il presidente francese, Macron, autore dell’annuncio sul possibile invio di truppe europee in Ucraina, riceve il presidente cinese Xi. Mosca, per reazione a quelle che considera delle minacce, si prepara a compiere esercitazioni con armi nucleari al confine con l’Ucraina. Attraverso il ministero della Difesa, ha infatti annunciato i preparativi per le esercitazioni militari che includeranno l’uso di “armi nucleari non strategiche” a fronte di quelle che descrive come “dichiarazioni e minacce provocatorie” da parte di “funzionari occidentali”. Le esercitazioni coinvolgeranno “formazioni missilistiche del Distretto Militare Meridionale” ed è ipotizzabile quindi che le manovre avverranno non lontano dal confine con l’Ucraina.
La reazione di Putin alle dichiarazioni di Macron
In una dichiarazione pubblicata sul suo account Telegram, il ministero della Difesa russo ha affermato che l’esercitazione è stata ordinata dal presidente Vladimir Putin “al fine di aumentare la prontezza delle forze nucleari tattiche a svolgere missioni di combattimento”. “Su istruzioni del Comandante in Capo Supremo delle Forze Armate della Federazione Russa – si legge un comunicato del ministero della Difesa di Mosca – lo Stato Maggiore Generale ha iniziato i preparativi per lo svolgimento di esercitazioni nel prossimo futuro, con formazioni missilistiche del Distretto Militare Meridionale e con il coinvolgimento dell’aviazione e delle forze navali”.
“Durante le manovre saranno svolte una serie di attività per esercitarsi nella preparazione e nell’uso di armi nucleari non strategiche”, ha dichiarato, prima di sottolineare che l’obiettivo è quello di “mantenere la prontezza del personale e delle attrezzature” per “garantire incondizionatamente l’integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo”.
La dotazione della Russia per le esercitazioni nucleari
Il presidente russo Vladimir Putin ha incaricato lo Stato Maggiore Generale di avviare esercitazioni sull’uso di armi nucleari non strategiche. Le esercitazioni saranno dedicate “ai preparativi e al dispiegamento” di armi nucleari tattiche e hanno come obiettivo quello di “garantire l’integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo”, in risposta a “dichiarazioni provocatorie e minacce contro la Russia da parte di certe personalità occidentali”. Ma quante armi nucleari ha la Russia e chi le controlla? Ecco i punti chiave sull’arsenale nucleare russo.
Quante armi nucleari ha la Russia?
La Russia, che ha ereditato le armi nucleari dell’Unione Sovietica, possiede il più grande deposito di testate nucleari al mondo. Secondo la Federation of American Scientists, Putin controlla circa 5.580 testate nucleari.
Di queste, circa 1.200 sono state ritirate ma sono ancora in gran parte intatte attendono lo smantellamento, mentre sono circa 4.380 quelle immagazzinate per essere utilizzate da lanciatori strategici a lungo raggio e forze nucleari tattiche a corto raggio.
Delle testate accumulate, 1.710 sono quelle strategiche schierate: circa 870 su missili balistici terrestri, circa 640 su missili balistici lanciati da sottomarini e forse 200 su basi di bombardieri pesanti. Circa altre 1.112 testate strategiche sono immagazzinate, insieme a circa 1.558 testate non strategiche. “In futuro, tuttavia, il numero di testate assegnate alle forze strategiche russe potrebbe aumentare man mano che i missili a testata singola verranno sostituiti con missili dotati di testate multiple”, ha affermato la Fas.
I missili balistici intercontinentali (Icbm) in possesso della Russia hanno la capacità di raggiungere e distruggere le principali città del mondo come Londra o Washington. Tale missili possono raggiungere il Regno Unito in solo 20 minuti una volta lanciati dalla Russia.
In quali circostanze verrebbero utilizzate?
Con il decreto del 2 giugno 2020, Putin ha aggiornato le linee guida per l’impiego dell’arsenale atomico. Il documento, reso pubblico per la prima volta nella storia, stabilisce le condizioni per le quali un presidente russo prenderebbe in considerazione l’uso di un’arma nucleare: in generale come risposta a un attacco che utilizza armi nucleari o altre armi di distruzione di massa, o all’uso di armi convenzionali contro la Russia “quando l’esistenza dello Stato è messa in pericolo”.
La Russia effettuerà un test nucleare?
Putin ha detto che la Russia prenderebbe in considerazione la possibilità di testare un’arma nucleare se lo facessero gli Stati Uniti. L’anno scorso ha firmato una legge che revoca la ratifica da parte della Russia del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT).
Dal crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, secondo l’Arms Control Association, solo pochi paesi hanno testato armi nucleari: gli Stati Uniti l’ultima volta hanno effettuato test nel 1992, Cina e Francia nel 1996, India e Pakistan nel 1998 e Corea del Nord nel 2017. L’Unione Sovietica ha effettuato l’ultimo test nel 1990. Il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari è stato firmato dalla Russia nel 1996 e ratificato nel 2000. Gli Stati Uniti hanno firmato il trattato nel 1996 ma non lo hanno ancora ratificato.
Chi darebbe l’ordine di lancio russo?
Il presidente russo è l’ultimo a decidere sull’uso delle armi nucleari russe. La cosiddetta valigetta nucleare, o “Cheget” (dal nome del monte Cheget nelle montagne del Caucaso), è sempre con il presidente. Si ritiene che anche il ministro della Difesa russo, attualmente Sergei Shoigu, e il capo di stato maggiore delle forze armate, attualmente Valery Gerasimov, abbiano tali valigette. Essenzialmente, la valigetta è uno strumento di comunicazione che collega il presidente ai suoi vertici militari e quindi alle forze missilistiche attraverso la segretissima rete elettronica di comando e controllo “Kazbek”. Kazbek supporta un altro sistema noto come “Kavkaz”.
Filmato mostrato dalla televisione russa Zvezda nel 2019, ha mostrato quella che si diceva fosse una delle valigette con una serie di pulsanti. In una sezione chiamata “comando” sono presenti due pulsanti: un pulsante bianco “avvia” e un pulsante rosso “annulla”. La valigetta viene attivata da una flashcard speciale, secondo Zvezda.
Se la Russia pensasse di dover affrontare un attacco nucleare strategico, il presidente, tramite le valigette, invierebbe un ordine di lancio diretto alle unità di comando e di riserva dello stato maggiore che detengono codici nucleari. Tali ordini si riversano rapidamente attraverso diversi sistemi di comunicazione alle unità missilistiche strategiche, che poi lancerebbero i missili contro gli Stati Uniti e l’Europa.
Se fosse confermato un attacco nucleare, Putin potrebbe attivare la cosiddetta ‘Dead Hand’ o ‘Perimeter’, un sistema automatico per la rappresaglia termonucleare gestito da Intelligenza Artificiale di ultima istanza: essenzialmente i computer, dopo aver scansionato il territorio russo e valutato attraverso una moltitudine di fattori se è in corso un attacco nucleare, lancerebbero un missile di comando che ordinerebbe attacchi nucleari da tutto il vasto arsenale della Russia.