Putin vola a Pechino. Le preoccupazioni della Nato: la Cina dietro la guerra in Ucraina

14 Mag 2024 9:37 - di Laura Ferrari

Il presidente russo Vladimir Putin visiterà la Cina su invito del presidente cinese Xi Jinping giovedì e venerdì prossimi. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino, citato dalle agenzie russe, secondo cui, “su invito di Xi, Putin effettuerà una visita di stato nella Repubblica popolare cinese il 16 e 17 maggio come suo primo viaggio all’estero dopo il suo insediamento” avvenuto martedì scorso.

Putin rafforza l’asse con la Cina e prepara il viaggio lampo a Pechino

Anche la portavoce della diplomazia cinese, Hua Chunying, ha confermato che la “visita di Stato” è prevista per giovedì e venerdì prossimi. Putin era stato l’ultima volta in Cina nell’ottobre dello scorso anno. Secondo il Cremlino, riportano i media russi, dopo i colloqui Putin e Xi dovrebbero firmare una dichiarazione congiunta e una serie di documenti bilaterali.

L’allarme del segretario della Nato

“La guerra in Ucraina dimostra che la sicurezza non è regionale, ma globale”. Lo ha detto il sgretario generale della NATO Jens Stoltenberg al vertice della gioventù della NATO “Shaping your tomorrow”.

“Il principale paese che consente alla Russia di condurre la guerra di aggressione contro l’Ucraina in Europa è la Cina”, ha aggiunto. Secondo Stoltenberg i cinesi “sono di gran lunga il principale partner commerciale della Russia. Stanno fornendo componenti critiche per le loro armi, la microelettronica, la tecnologia avanzata, che consente alla Russia di costruire missili, droni e molte altre cose, che sono fondamentali per la loro guerra contro l’Ucraina”.

Il segretario generale della Nato ha poi annoverato l’Iran e la sua fornitura di droni alla Russia e la Corea del Nord che “fornisce munizioni e armi. Quindi, gli amici della Russia in Asia, Iran, Corea del Nord e Cina, sono fondamentali per la capacità della Russia di combattere contro l’amico europeo, vicino della NATO. Quindi l’idea di poter dividere l’Asia dall’Europa non funziona più. Ciò è interconnesso e, ovviamente, dobbiamo anche affrontare le sfide alla sicurezza che la Cina rappresenta per la nostra sicurezza”.

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