Rafah, Crosetto: “Israele non ci ha ascoltato, si fermi. Hamas è una cosa, il popolo palestinese un’altra”

27 Mag 2024 14:32 - di Sara De Vico

Preoccupazione per la quotidiana escalation della crisi mediorientale all’indomani del raid israeliano su Rafah e le bombe di Hamas su Tel Aviv, tanti dubbi sulla scarsa compattezza di intenti dell’Occidente sulla guerra russo-ucraina. Dai microfoni di Sky Tg24 Live in, il ministro della Difesa Guido Crosetto, definisce intollerabile l’ultima operazione di Israele. Che rischia di avere contraccolpi inimmaginabili.

Crosetto: situazione inaccettabile, Israele si fermi

“Qualunque elemento di destabilizzazione ulteriore di una zona già sull’orlo di un abisso diventa rilevante. Non solo per quella zona specifica, che sia Rafah o Gaza, ma per tutto il Medioriente. Gli effetti di ulteriori elementi di criticità in quella zona coinvolgono una zona molto più ampia che arriva al Libano ma che si estende anche ai paesi vicini. C’è una situazione sempre più difficile nella quale il popolo palestinese viene compresso”. E ancora: “Non tenere conto delle drammatiche difficoltà e dei diritti di uomini, donne e bambini innocenti che nulla hanno a che fare con Hamas, non è più giustificabile”.

Su Rafah non siamo stati ascoltati

Crosetto fissa i paletti. “‘Siamo tutti convinti che dopo l’attacco vigliacco di Hamas, Israele dovesse risolvere il problema. Fin dal primo giorno però abbiamo detto tutti che l’attacco doveva svolgersi in maniera diversa. Di fermare quello su Rafah e non siamo stati ascoltati, ora guardiamo con disperazione la situazione”. Il ministro dice di avere l’impressione che questa di Israele “semini un odio che coinvolgerà i loro figli, e i loro nipoti. Avrei preferito una scelta diversa, pur capendo tutte le ragioni. Hamas è un conto e il popolo palestinese un altro”. Un messaggio molto chiaro.

Ucraina, nessuno ha una visione condivisa

Parole altrettanto chiare nello scenario di guerra russo-ucraino, soprattutto all’indirizzo della fuga in avanti della Francia. “Nessuno ha una visione condivisa, e si ha una tempistica surreale. Ci comportiamo come se nulla fosse cambiato. Alcuni leader, soprattutto quando ci sono le elezioni, e penso a Macron, parlano delle loro idee senza averle confrontate. E alla fine si creano panne montate da cui è difficile uscire, e danno poca credibilità. Noi dovremmo essere compatti – sottolinea Crosetto –  o difendo la pace o apro alla forza”.

La posta in gioco è altissima. Si rischia la terza guerra mondiale

“Noi aiutavamo un popolo a difendersi per ripristinare i confini, questo è l’obiettivo in cui ci siamo mossi in Ucraina. E vorrei fosse fatto in modo compatto, cadono bombe in continuazione, ormai siamo assuefatti, ma chi abita là ogni giorno riceve attacchi: 10mila granate al giorno. A Kharkiv i russi stanno tentando di sfondare per conquistare l’Ucraina. Se mai alla Russia riuscisse il tentativo, se mai arrivasse a Kiev allora sì, noi saremmo nel pericolo maggiore, saremo sull’orlo di una terza guerra mondiale. perché – osserva il titolare della Difesa – ci sono nazioni europee che fanno parte della Nato e mai potrebbero accettare la Russia ai loro confini”.

Serve una difesa comune, basta con le grandi teorie

Infine annuncia di aver in tasca un progetto di difesa europea da sottoporre ai partner dopo il voto dell’8 e 9 giugno. “Sono stufo di parlare di grandi teorie senza che poi ci sia una parte pratica da cui partire. Difesa europea per me vuol dire mettere insieme eserciti, marine e aeronautiche diverse e metterle in grado di cooperare.”, conclude Crosetto che parla di un obiettivo di sicurezza da lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti”.

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