Buchmesse, Valensise: “Saviano vuole fare la vittima di un presunto regime. Deve sentirsi il perseguitato”

31 Mag 2024 17:24 - di Gabriele Alberti

Roberto Saviano? “La polemica è pretestuosa, esagerato fare dello scrittore un eroe della libertà di pensiero“. E’ il pensiero della giornalista e scrittrice Marina Valensise, interpellata dall’AdnKronos. Non ci sono martiri, non ci sono censure, argomenta invitando alla sobrietà e a guardare in faccia la realtà dei fatti. Tiene ancora banco la vicenda dello scrittore di Gomorra, che fa ancora la vittima. Nonostante prima gli editori, poi il commissario della Buchmesse di Francoforte abbiano chiarito come sono andate le cose. Smontando il piagnisteo dello scrittore che non ha mancato  di accusare Mauro Mazza (“inadeguato”) e il governo (“il più ignorante della storia”) che a suo dire non lo avrebbero invitato scientemente. L’Associazione Italiana Editori infatti ha chiarito in una nota proprio il contrario: “La scelta degli autori ospiti a Francoforte è frutto di una procedura, fatta di un proficuo dialogo e confronto con i singoli editori e agenti letterari italiani, a partire proprio dalle loro proposte. Tra le proposte sulla base delle quali si è costruito il programma mancano ovviamente molti autori. Tra i quali, almeno fino ad oggi, Roberto Saviano”. Concludendo:  “L’Aie non avrebbe mai permesso e non permetterà mai ingerenze esterne rispetto alla volontà degli editori”.

Marina Valensise “smaschera” Saviano

Una nota che ha smentito in un sol colpo Saviano e il coretto della sinistra che gridava allo scandalo. Non è stato Mazza a non invitare Saviano. La polemica nata alla luce dell’assenza di Roberto Saviano dalla Buchmesse di Francoforte “mi sembra un po’ pretestuosa -ragiona dunque Marina Valensise, che sarà alla manifetazione libraria- . Penso che si cerchi di diventare a tutti gli effetti vittime di presunti regimi, vittime di censure, vittime di esclusione. Saviano continua a fare polemica perché deve sentirsi perseguitato“. Poche, ficcanti espressioni che ritraggono al meglio lo “stile” Saaviano. Tra l’altro si è aggiunto un particolare importante che Saviano glissa. Proprio il commissario straordinanario Mazza gli ha rivolto l’invito ad intervenire alla Buchmesse: “Preso atto dell’odierna pur tardiva diversa indicazione di un editore”. E dunque, “di fronte alle reazioni e a una corale levata di scudi, avendo a cuore su tutto il successo dell’Italia alla Fiera, il Commissario spera che Saviano accetti l’invito e partecipi a uno dei nostri incontri”. Ma sdegnosamente l’autore campano si è impuntato: “Personalmente non accetterò di essere a Francoforte con la delegazione italiana; ma accoglierò con piacere l’invito delle istituzioni culturali tedesche che hanno chiesto la mia presenza”. Saviano preferisce, così, indossare, i panni nei quali più si sente a suo agio: la vittima di scelte politiche, anche se non è vero.

Valensise su Saviano: “Esagerato fare di Saviano l’eroe della libertà di pensiero”

“Non ho idee preconcette, Saviano è un grandissimo autore italiano tradotto in tutte le lingue e letto da milioni di persone- prosegue Valensise commentando la vicenda Saviano-. La verità, però, è molto più semplice: forse ci sarà stata una gaffe o una decisione improvvida da parte di Mazza di non invitare Saviano, perché non segnalato dagli editori: in quanto non aveva un libro fresco. Ma da qui a farne l’eroe della libertà di pensiero mi sembra veramente un po’ esagerato”. E poi, basta parlare ad ogni piè sospinto di censura. “L’esclusione – sottolinea ancora – è subito tacciata dagli scrittori come censura. Ma questo non è vero. Perché la censura si esercita quando uno scrittore è perseguitato, non può scrivere o è bandito dal consorzio civile. Cosa che non mi sembra sia il caso di Roberto Saviano. Che tra l’altro si è anche esposto: ha avuto il coraggio di affrontare certi temi. Ha pagato di persona godendo della protezione, in termini di sicurezza, da parte delle forze dell’ordine per un lungo periodo”.

Valensise: “Deve sentirsi il perseguitato”

Dunque non ci sono le condizioni perché lo scrittore de “La paranza dei bambini” prosegua con questo atteggiamento sdegnoso e offensivo verso gli organizzatori. Aggiunge la scrittrice, che di fronte all’invito del commissario Mazza, Saviano ora potrebbe “fare parte della delegazione italiana dal momento che l’equivoco è stato chiarito. E invece continua a fare polemica: perché deve sentirsi il perseguitato. Intendiamoci: la libertà di pensiero e la libertà di espressione sono sacrosante. Però da qui a denunciare censure, repressioni, atti di sopruso da parte del governo o da parte del potere mi sembra che sia una cosa un po’ esagerata che nuoce agli stessi difensori della libertà di espressione”, conclude la Valensise.

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