Ultima generazione, perquisite le case di 5 eco-vandali. Pd e ultrà gridano allo Stato di polizia
A Padova perquisite le abitazioni di 5 attivisti di Ultima generazione, eroici protagonisti della mancata irruzione alla mostra Da Monet a Matisse a Palazzo Zabarella a metà aprile. Su mandato della Procura padovana gli agenti si sono presentati a casa di alcuni degli imbrattatori seriali e campioni di iniziative vandaliche in nome dell’ambiente. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati un computer e uno smartphone.
Padova, perquisite le case di 4 eco-attivisti
A dare comunicazione delle perquisizioni è stato un comunicato sdegnato di Ultima Generazione che urla allo scandalo e allo Stato di polizia. “Alla porta hanno iniziato a bussare intimando ‘o aprite o la buttiamo giù’: hanno perquisito anche pc e cellulare”, raccontano gli attivisti. Nulla di anomalo né di repressivo per una perquisizione che normalmente, in tutto il mondo, si svolge con queste modalità. Ma per gli ambientalisti che strepitano contro il governo al grido di “Riprendiamoci la democrazia” si tratterebbe di un inaccettabile abuso dei poliziotti manganellatori, di violenza e bavagli al dissenso.
Il presidio di Ultima Generazione davanti alla questura
Immediato è scattato il presidio davanti alla questura di Padova per manifestare solidarietà “contro questi metodi da Stato di polizia, come stigmatizzato e segnalato nel rapporto Frost dell’Onu”, fanno sapere gli attivisti per il clima, che aggiungono: “Repressione e intimidazioni devono finire per lasciare spazio all’ascolto delle istanze di Ultima generazione”. Il canovaccio è quello di sempre, lo stesso degli studenti pro Palestina negli atenei, dei collettivi facinorosi, degli ultrà dei centri sociali, coccolati dalla sinistra: provocazioni, aggressioni, insulti alle forze dell’ordine in barba alle regole e poi vittimismo e polveroni contro la presunta repressione del dissenso alle prime misure delle istituzioni per garantire la sicurezza.
Rifondazione, Avs e Pd gridano allo Stato di polizia
A stracciarsi le vesti per primi alla notizia delle perquisizioni due esponenti di Rifondazione comunista, Elena Mazzoni e Paolo Benvegnù. “In questo Paese si reprime con la violenza e la minaccia di ritorsioni legali il dissenso”. Anche Alleanza Verdi-Sinistra si precipita a cavalcare il caso in un crescendo di accuse contro il pericoloso governo sovranista. “La contestazione ambientalista va ascoltata, non repressa. La perquisizioni nelle case delle attiviste e degli attivisti di Ultima generazione – dichiara la capogruppo alla Camera Luana Zanella – è l’ennesima prova di una scelta da parte del Viminale di trattare le proteste come fenomeni criminali”. Il Pd non è da meno con Alessandro Zan che chiede che il ministro Matteo Piantedosi riferisca in Parlamento.
Il mancato blitz alla mostra di Padova
Durante il tentato blitz alla mostra di Padova sventato dai poliziotti (allertati dal comportamento sospetto di 7 persone, tra cui una minorenne) gli eco-attivisti sono stati identificati e al controllo degli zaini gli agenti hanno trovato indizi sufficienti. Uno striscione arancione con la scritta “20 miliardi per riparare ai danni delle catastrofi climatiche”, che avrebbero esposto per rivendicare l’azione, un cartello con le date “11 e 25 maggio a Roma”, quando è prevista una manifestazione annunciata al grido di “Riprendiamoci la democrazia”. Negli zaini anche gessetti colorati e una confezione di colla a presa rapida