Un nuovo inizio per l’Eritrea insieme all’Italia: Asmara guarda a Roma (e al Piano Mattei) per ripartire
L’Italia per l’Africa passerà anche da qui. Dalla ricostruzione del porto di Massaua, ma anche dalla valorizzazione delle straordinarie risorse naturali e ambientali che questo incredibile Paese offre. L’Eritrea non aspetta altri che il governo italiano per iniziare. Se lo sono detti mesi fa il nostro Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e il riservatissimo Presidente eritreo, Isaias Afwerki, in occasione della visita di Stato a Roma. E l’Italia è pronta ora a tornare ad Asmara, la piccola Roma, per dare seguito a quegli accordi e contribuire alla crescita dell’Eritrea con le sue eccellenze più qualificate in tutti i settori dall’energia, all’agricoltura, dalle infrastrutture alla cultura e all’arte. Perché se i ministri Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida hanno già avuto incontri bilaterali con il presidente Isaias a Roma, altri colleghi potrebbero seguire da giugno, a cominciare dal dinamico ministro Gennaro Sangiuliano.
Le aspettative del governo eritreo su “legami significativi e simmetrici di cooperazione e partenariato”
“Al 15° vertice Brics, ospitato dal Sudafrica a Johannesburg nell’agosto di quest’anno, il presidente Isaias Afwerki ha sostenuto un’azione concertata per correggere i difetti e i deficit dell’architettura di governance globale prevalente”, ha detto pochi giorni fa il ministro dell’informazione, Yemane Gebremeskel, in collegamento da Asmara, nel suo intervento nel mio corso alla Lumsa. “Le nobili aspirazioni dell’umanità nel suo insieme sono per un ordine globale giusto ed equo in cui prevalgano la giustizia e lo stato di diritto; dove le nazioni e i popoli stabiliscono legami significativi e simmetrici di cooperazione e partenariato sulla base del rispetto dell’indipendenza e della sovranità nazionale; per società ancorate alla compassione e alla giustizia sociale”.
Il ruolo dell’Italia per l’apertura globale dell’Eritrea
E a condurre questa apertura globale dell’Eritrea sarà l’Italia. Perché la nostra storia si interseca da sempre con quella dell’Eritrea e il Governo italiano è consapevole del percorso che possiamo compiere insieme, nell’ambito del Piano Mattei e nelle altre forme di cooperazione multilaterale. Ma non solo. L’Italia è pronta ed impegnata a fare la sua parte anche per promuovere un dialogo costruttivo tra l’Europa e l’Eritrea, Paese al centro di una regione che risente di tensioni e conflitti, ma è al tempo stesso strategica per la stabilità della macroarea mediterranea e mediorientale.
Asmara guarda a Roma come partener principale per ripartire
Non sfugge l’importanza di quei 1200 chilometri di costa affacciati sul Mar Rosso, da sempre oggetto di appetiti e attenzioni di Cina e del Paese aggressore dell’Ucraina e forse proprio per questo sottratti dal governo eritreo alla collaborazione con quei Paesi. Perché l’Eritrea vuole l’Italia come partner principale per ripartire. E così, come Biden è volato ad Hanoi alla fine del G20 dell’anno scorso per siglare un accordo di partenariato strategico di secondo livello con il suo nemico storico, il Vietnam, i ministri del Governo Meloni sono pronti ad atterrare all’aeroporto internazionale di Asmara, costruito nel 1922 proprio da noi italiani. Ad accoglierli, ci sarà il presidente Isaias accompagnato dall’abile ambasciatore Marco Mancini che fin dall’inizio del mandato ha lavorato a questo. Quello sarà solo il primo di una serie di voli che riuniranno finalmente, di nuovo, le strade di Italia ed Eritrea. Ad Asmara sono già pronti.
*Università Lumsa