Autonomia, chi parla di secessione è in malafede. Foti smaschera la faccia di bronzo di Conte, Schlein e Bonaccini

22 Giu 2024 10:45 - di Federica Argento
autonomia Foti

“L’Autonomia differenziata era già in Costituzione dal 2001. Votata dalla sinistra, e non da noi. Il ddl Calderoli non solo non spacca l’Italia ma la avvantaggia. Se non fosse così Fdi non l’avrebbe mai, mai e poi mai approvata. Detto ciò, siamo felici”. Parlando al Corriere della Sera, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti smaschera la “bufala” di una sinistra ipocrita che con Bonaccini e Zingaretti prima auspicavano l’autonomia . Foti non cade nel tranello quando gli chiedono conto di un presunto malumore all’interno di FdI sull’ ok all ddl durante la maratona notturna alla Camera.  Il capo dei deputati di FdI bolla come “gossip” le voci sui malumori all’interno del suo partito: “Qualcuno ha visto che Fdi è stato il gruppo meno assente in Aula?”, obietta.

Autonomia, Foti: “Schlein è corsa a rifarsi il trucco”

Il dibattito tiene banco. Il Pd con la sua segretaria  si ostina a gettare veleno sulla riforma, Foti la fulmina: “Schlein è corsa a rifarsi il trucco perché è stata la vice di Bonaccini che era il tifoso numero uno dell’Autonomia differenziata… Se davvero era il male assoluto perché Bonaccini, con Zaia e Fontana, la chiese?”. La verità che anche sui maggiori quitodiani viene sottaciuta è che “il regionalismo differenziato è una normativa voluta dalla sinistra e imposta (con soli 3 voti di scarto del Parlamento). Anche se poi nel 2001 al referendum 10 milioni di italiani dissero sì e solo 5 no” E a De Luca -che addirittura fa un lista di proscrizione dei deputati della Campania che hanno votato per l’Autonomia – chiede: «Allora perché anche lui approvò due mozioni in Consiglio regionale nella direzione di chiederne di più?

E al governatore calabrese Occhiuto, secondo il quale non ci sarebbero le risorse per i Lep, Foti risponde: “Se non ci sono non si faranno le intese”. Sui livelli essenziali delle prestazioni e le risorse, il capogruppo di FdI chiarisce una volta per tutte: “C’è una commissione presieduta da Sabino Cassese che ha 2 anni di tempo per definire i Lep. La legge introduce un vincolo che prima non c’era: sulle materie che prevedono i Lep, se non ci saranno le risorse, non si faranno intese. Cassese e Guzzetta lo hanno chiarito bene. O sono folli o qualcuno bara».

Foti: “Nel Conte 1 e 2 mise l’Autonomia tra i 20 punti irrinunciabili”

All’obiezione avanzata dalla Cei. che  teme che nella sanità siano penalizzati i più fragili Foti fa notare l’evidenza: «Un’Italia con differenze territoriali in molti ambiti, compresa la sanità, è sotto gli occhi di tutti. E non è colpa dell’Autonomia che non c’era. Bisognerebbe chiedersi perché». Con la riforma «viene definito un percorso, prima indeterminato», specoifica. Poi, infilza la sinistra e grillini che proseguono nelle loro giravolte con la doppia morale, con doppia faccia (di bronzo). Il leader del M5S Conte ha  scritto al capo dello Stato contro lo «Spacca Italia», lo provoca Virginia Piccolillo. Foti fulmina Giuseppi: «Conte nel contratto di governo con la Lega l’aveva nel programma. Nel Conte II l’M5S mise l’Autonomia differenziata tra i 20 punti irrinunciabili per governare col Pd. E Boccia confermò che era un impegno prioritario di quel governo. E non solo. L’hanno messa anche nella Nadef. Come lo stesso governo Draghi. Per togliersi la maschera bisognerebbe avere la faccia». Giravolte e voltafaccia che sul Secolo abbiamo dovumentato.

Musumeci alla Verità: “L’autonomia responsabilizza le classi dirigenti”

Mentre i governatori dem stanno uscendo pazzi, passando in rassegna, assieme alla segretaria Elly Schlein e a tutto il campo largo, tutti i possibili strumenti per sbarrare la strada al ddl Calderoli dopo la sua approvazione definitiva, autorevoli esponenti meridionali del centrodestra considerano l’arrivo dell’autonomia una sfida che il Sud deve accettare per fare il salto di qualità. Nello Musumeci intevistato dalla Verità lo mette bene in chiaro: Intanto (l’autonomia ndr) responsabilizza le classi dirigenti a liberarsi da questa gabbia che si chiama “questione meridionale”; e che da 150 anni alimenta fiumi di dibattiti senza approdare mai ad alcun concreto risultato. Occorre responsabilizzare le classi dirigenti -spiega il ministro-. Lavorare per un’Italia che possa essere più equa, anche nella sua articolazione territoriale; e mettere ogni Regione nelle condizioni di valorizzare le proprie capacità, le proprie potenzialità».

Claudio Velardi, uomo di sinostra: “Chi critica l’autonomia vuole lo status quo”

Le risorse da destinare ai Lep sono un paravento dietro il quale le opposizioni si trincerano. “Domani in ogni caso diventeranno corposi, perché la legge prevede che entro due anni bisognerà varare i decreti legislativi, quindi anche in questo caso non vedo problemi concreti». Nessuna disparità di trattamento tra Nord e Sud, replica: «Se il gap c’è è di natura infrastrutturale e oggi dovremmo anzitutto chiederne conto a un centrosinistra che per 65 anni ha governato l’Italia». E a dire che parlare di “secessione è uuna balla colossale” scende in campo anche un uomo di sinistra, Claudio Velardi, oggi direttore del Riformista. “DA meridionale dico: chi parla di secessione è in malafede”, diche chiaro e tondo intervistato da Libero. E si spiega: «Raccogliere già adesso le firme per il referendum significa semplicemente che si vuole giocare la partita solo sul piano comunicativo: con l’obiettivo finale di mantenere le cose così come stanno. Cioè male». In sintesi: chi critica l’autonomia, vuole difendere uno status quo che per il Sud è deleterio. «Le sperequazioni tra i territori ci sono già adesso».

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