Bufala del giorno: è colpa di Meloni se licenziano il direttore del “Messaggero”. Barbano smentisce la sciocchezza

4 Giu 2024 16:48 - di Federica Argento
Barbano Meloni

Eravamo scarsi a fesserie. Ora anche il licenziamento di un direttore di giornale è colpa della Meloni. Il caso inventato riguarda Alessandro Barbano, oramai ex direttore del Messaggero. La notizia del suo licenziamento dopo appena trenta giorni dalla sua nomina alla guida del quotidiano di via del Tritone  è stata diffusa da un comunicato del Gruppo Caltagirone Editore. Il Fatto Quotidiano si è subito lanciato in una telenovela che vorrebbe un’intervista mancata alla premier Meloni  “casus belli” della defenestrazione di Barbano. Unitamente a un editoriale critico verso la premier. Si dà il caso che si tratta di una bufala smentita dallo stesso interessato:

Barbano smentisce la bufala: La mia revoca dalla direzione del Messaggero non legata all’intervista a Meloni”

Non è vera la notizia, pubblicata da alcuni organi di informazione, secondo cui la mia revoca da direttore del Messaggero dipenderebbe dal mio rifiuto a fare un’intervista a domande scritte con Giorgia Meloni. Sono altre le motivazioni del recesso”. E’ la nota di smentita categorica dell’ex direttore del Messaggero. Questa la ricostruzione. “La trattativa per intervistare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla vigilia delle elezioni europee andava avanti da giorni. Ma qualcosa si era bloccato: la premier, come fa solitamente con tutti i media, aveva chiesto di poterla fare scritta e non a voce”, scrive il Fatto del 4 giugno in edicola. Per i non addetti ai lavori, ciò significava che il quotidiano avrebbe dovuto inviare domande allo staff della premier. Che avrebbe risposto sempre in maniera scritta.

Licenziano un direttore e la colpa è della Meloni. Sciocchezza di giornata

Secondo la ricostruzione del quotidiano diretto da Travaglio, Alessandro Barbano si sarebbe rfiutato di procedere all’intervista in questa modalità. E qui arrivano i “cattivoni” di Palazzo Chigi: l’ex direttore avvrebbe avuto un scontro con l’en tourage di Meloni che insisteva per la forma scritta. L’intervista alla fine non si è fatta. Inoltre viene aggiunto un elemento nella favoletta. Barbano ha scritto un editoriale critico contro Meloni e ciò avrebbe accelerato il suo allontamento. L’assurdità degli assiomi fa cadere le braccia. Ogni giorno la premier è “triturata” da editoriali. Se dovesse chiedere il licenziamento per tutti… Ma la versione spericolata va avanti. Pur ammettendo che il clima “tra l’editore-costruttore e il direttore non era buono da giorni”, riporta il Fatto, “la rottura però “sarebbe arrivata proprio dopo lo scontro con la Presidenza del Consiglio: per la (mancata) intervista a Meloni, anticipata ieri da Dagospia”.

Bonelli grottesco: grida all’attacco alla libertà di stampa

E questo nonostante Palazzo Chigi abbia subito smentito la bufala di avere esercitato un ruolo nella vicenda ( “Non ne sappiamo niente e non eravamo in trattativa per interviste”). Ma la fake news è circolata, al punto che a sinistra ci sono caduti con tutte le scarpe in maniera ridicola. Il solito Bonelli non ha evitato di mettersi in ridicolo e nemmeno il M5S con Barbara Floridia. “L’ennesimo caso di attacco alla libertà di stampa nel nostro Paese: se quanto riportato da diverse fonti fosse vero, sorgono seri dubbi sulla situazione della libertà di stampa in Italia”, dice il primo. Alla luce della smentita netta di Barbano di ogni retroscena le sue parole suonano grottesche: “Sarebbe necessaria una completa e trasparente spiegazione su questa vicenda: per dissipare eventuali sospetti di pressioni politiche. Come Paese democratico, non possiamo permettere limitazioni evidenti alla libertà dei giornalisti”. Le parole di Barbano ridicolizzano lui e le preoccupazioni della presidente della Vigilanza Rai. “È fondamentale fare luce su questa vicenda. E comprendere i veri motivi che hanno portato l’editore al siluramento di Barbano. Un Paese come l’Italia non può tollerare che ci sia anche solo l’ipotesi di una restrizione così smaccata della libertà dei giornalisti”. Le parole rimangono strozzate in gola. Datevi una calmata.

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