Case occupate, la Salis ne rivendica l’eroismo e un inquilino “sfrattato” replica: lo provi sulla sua pelle
La bruttissima sensazione di ritrovarsi sbattuto fuori di casa, di finire in strada, a dormire in auto, con la serratura della porta cambiata e privo delle tue cose: a partire dai generi di prima necessità, mentre qualcuno rovista nei tuoi armadi, dorme nel tuo letto, fruga e tocca tra i tuoi ricordi e nei cassetti che custodiscono oggetti e piccole testimonianze di una vita. L’orribile senso di spaesamento che diventa rabbia, con la frustrazione che monta e la consapevolezza che non può diventare rassegnazione, e che ti dice che se va bene e prima o poi rientrerai in possesso dei tuoi spazi, i tempi saranno lunghi, e la battaglia durissima.
Ecco sono le sensazioni e i pensieri che hanno attraversato la mente e l’animo di Umberto, uno sventurato inquilino 59enne delle case popolari di Quarto, in provincia di Napoli, che nel commentare le dichiarazioni della neoeletta con Avs al Parlamento Europeo Ilaria Salis, racconta la sua odissea. E non può che segnalare il danno e il dolore che seguono alla tanta rivendicata pratica dell’occupazione abusiva…
Case occupate, un inquilino “sfrattato da abusivi” replica alla Salis
«Voglio dire solo una cosa a Ilaria Salis e a chiunque la pensi come lei sulle occupazioni. Dovrebbero provare, almeno una volta, la sensazione di rientrare dal lavoro, dall’ospedale, dal supermercato, e vedere che la chiave non apre più la porta di casa tua. Che qualcuno si è infilato nel tuo letto e si è disfatto dei tuoi vestiti. Ha ripulito il frigo e buttato via i mobili dalla finestra come fossero spazzatura. Dovrebbero sentirsi, almeno una volta, un fantasma. Proprio come mi sono sentito io quando ho chiamato le forze dell’ordine e mi hanno risposto di tornare alla mia vita, di aspettare fin quando non sarebbe stato possibile liberare l’appartamento occupato da perfetti sconosciuti».
Il drammatico racconto dell’assegnatario di una casa popolare a Quarto (Napoli)
Umberto parla a cuore aperto con l’Adnkronos, e nell’ascoltare il suo dramma sembra di riviverlo. Come di rivivere, sulla propria pelle, i torti e le storture patiti da anni da tutti quelli in tv denunciano occupazioni imposte dalla prepotenza e dall’arroganza di abusivi, che le lungaggini burocratiche e giudiziarie rinfocolano a ogni caso di sfratto certificato sulla carta e immancabilmente non eseguito. Non in tempi brevi almeno.
Allora, Umberto si unisce all’esercito di inquilini sfrattati da occupanti abusivi che estemporaneamente, e indefinitamente, finiscono per sbattere fuori di casa chi ne ha titolo e diritto. E racconta la sua odissea: 9 giorni da incubo, costretto a dormire in auto, dopo che la sua casa era stata occupata da estranei mentre lui era a lavoro. A “salvarlo”, secondo il suo stesso racconto, è stato Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, lo stesso partito della Salis e di Fratoianni, che lo ha aiutato a rientrare nel suo appartamento a tempo di record, 9 giorni appunto.
Quella telefonata del vicino che lo catapulta nella disperazione
Sulla Salis Umberto non vuole infierire, ma parla chiaro: «Non auguro il male a chi giustifica gli abusivi, gli auguro semplicemente di trovarsi in quegli stessi panni che io mi sono trovato a indossare una mattina di sei mesi fa», dice, prima di procedere con la sua narrazione, uguale a chissà quante altre. «Era novembre scorso. Come tutte le mattine, sono andato a lavorare. Mi occupo di piccoli lavori di edilizia, per cui sono uscito presto.
Tempo mezz’ora e mi ha chiamato un vicino di casa avvertendomi che tre donne con bambini al seguito avevano occupato l’alloggio a me regolarmente assegnato. Tra noi ci avvertiamo sempre, perché succede continuamente che si abbia paura di allontanarsi, anche per poco, e di non poter rientrare in casa propria. E quella volta è toccato a me».
Case occupate, l’odissea di un inquilino defraudato raccontata alla Salis
Umberto spiega di aver chiamato immediatamente Polizia Locale e carabinieri, già mentre era sulla strada del ritorno. «Le donne che hanno occupato il mio appartamento avevano fatto la stessa cosa sette anni prima in un’altra abitazione, ma in quel caso gli inquilini non c’erano più e i figli che vivevano altrove non se ne sono interessati. Io però ho solo quella casa… E quando mi sono ritrovato fuori ho dovuto dormire in macchina, terrorizzato all’idea che buttassero tutte le mie cose dalle finestre. Ho staccato le utenze ma sono state riattivate subito, mi è stato detto che dovevo avere pazienza… A me, che con gli abusivi dentro casa per nove giorni ho dormito in strada. Non mi sono sentito tutelato, garantito. Mi hanno detto che dovevo aspettare tutte le procedure, se non fosse stato per l’onorevole Borrelli sarei ancora fuori casa».
Già proprio quel politico che da un lato aiuta Umberto, ma dall’altro candida al Parlamento europeo una esponente che rivendica e rilancia l’occupazione sublimata al rango di battaglia politica e che non perde occasione di sottolineare di aver fatto parte del Movimento di occupazione della casa, con buona pace di chi accende mutui trentennali per pagarsene una. O di chi, dopo aver aspettato anni di trafile e attese, se ne vede assegnata una popolare, per poi vedersela scippare all’improvviso, chissà per quanto…