Case occupate, l’ex vicina incastra Ilaria Salis: “A gennaio 2023 l’ho vista andare a buttare la spazzatura”
Ha occupato, sì, ma sempre educatamente e salutando quando la si incontrava nel cortile. La testimonianza della ex vicina di casa occupata dalla neo europarlamentare di Avs incastra Ilaria Salis, e come scrive Libero nel suo servizio in esclusiva in edicola in queste ore: «Fino ad oggi, nel contestare la richiesta di risarcimento da parte di Aler, la difesa dell’attivista rossa si è basata sul fatto che nessuno avesse verificato che risiedesse effettivamente in Via Borsi. Ma stando al racconto della donna, Ilaria Salis ha vissuto lì eccome». Va detto che la Salis non nega di essere stata trovata in quell’appartamento, ma contesta ad Aler di non aver fatto ulteriori controlli nei 16 anni successivi. Motivo per cui il debito sarebbe lievitato fino ad assurgere a somme “lunari”. Oggi Libero però scova una storia che potrebbe fare la differenza…
Case occupate, l’ex vicina incastra Ilaria Salis: la testimonianza su “Libero”
«Lei non aveva l’affaccio di fuori – spiega la vicina nel suo racconto al quotidiano –. Solo dall’altra parte, perché aveva due stanze. Sono quegli appartamenti piccoli che stanno tra due». E infatti, scrive il giornale, «la porta dell’alloggio, situata nella scale E al civico 14, è posta in mezzo agli altri appartamenti del piano. Insomma tutto coincide». Anche se «fino ad oggi – sottolinea Libero – nel contestare la richiesta di risarcimento da parte di Aler, la difesa dell’attivista rossa si è basata sul fatto che nessuno avesse verificato che risiedesse effettivamente in Via Borsi. Stando al racconto della vicina, però, Ilaria Salis ha vissuto lì eccome». Tanto che la ex vicina rivela anche: «A gennaio o febbraio 2023 l’ho vista che andava a buttare la spazzatura. Poi più nulla»…
Un po’ “abusiva educata”, un un po’ “militante tutta centri sociali e poche riunioni familiari”…
Da abusiva educata, certo, e questo la testimonianza della donna lo ribadisce a più riprese, a partire dall’incipit del suo racconto al quotidiano: «La Salis era una bravissima ragazza, ha regalato anche il panettone e l’uovo di Pasqua a mia figlia». Peccato però che non si stia parlando di Monza e dell’appartamento di papà Roberto in cui al momento risiede l’ex insegnante quarantenne, appena tornata in Italia dopo la detenzione in Ungheria…
No, si sta parlando, come sottolinea Libero a scanso di equivoci nelle prime righe del suo servizio, di «Via Borsi 14, nel caseggiato Aler dove si trova l’alloggio che l’azienda regionale sostiene sia stato occupato dall’europarlamentare di Alleanza Verdi Sinistra dal 2008». Un immobile per il quale «le è stato recapitato un conto salatissimo da 90 mila euro». Un debito che il consigliere comunale di Milano, Enrico Marcora (FdI) ha chiesto venga risarcito con il pignoramento dello stipendio da parlamentare europeo che spetta alla neo eletta.
Ilaria nella casa sarebbe rimasta «circa tre anni»
Un ritratto a metà, allora, quello che emerge dal racconto della vicina della Salis: da una parte la “tipica ragazza della porta accanto”: «Una brava persona che mi ha sempre salutato, non posso dire niente», sottolinea a più riprese nel suo racconto la donna. E dall’altra, una militante impegnata che, «con chi abitava nel palazzo non ha mai nascosto la sua militanza: «Era un’attivista politica – riferisce Libero riportando la testimonianza – credo che andasse nei centri sociali» dice quasi in sordina la signora…
Il racconto dell’ex vicina che incastra la Salis
E allora, compagni di militanza sì, familiari poco o niente, racconta la vicina che, per inciso sottolinea: «A me l’alloggio lo hanno assegnato, ho aspettato 20 anni». «Sarà stata qui tre anni? I genitori mai visti né sentiti. Anche perché le case sono attaccate e si sente tutto», aggiunge convintissima. Poi, girando per il cortile, la signora indica la scala A: «Quella casa accanto alla mia è stata la prima e poi è andata ad abitare con altre ragazze di qua, in quell’angolino lì».
Case occupate, i ricordi della ex vicina inchiodano la Salis
E andando indietro con la memoria, l’ormai ex vicina di casa aggiunge anche: «Mi ricordo che durante la pandemia, quando non si poteva andare da nessuna parte, io e mia figlia correvamo qua nel cortile. Lei era lì alla finestra che preparava le cose per i suoi studenti tutta carina, gentile e sorridente». Poi però, terminata l’emergenza per il Covid, improvvisamente della maestra ora deputata parlamentare europea “si sono perse le tracce”. Il resto lo conosciamo…
Dall’occupazione al processo in Ungheria, passando per l’elezione in Europa
Un resto che attiene alla questione delle case occupate e della Salis okkupante indefessa: una vexata quaestio che tiene banco, tanto che la neo eurodeputata ieri ha infilato a fatica, tra una testimonianza e una pesante scaramuccia all’interno del partito che l’ha fatta eleggere, l’appello al Parlamento di cui fa parte per respingere una eventuale richiesta da parte del tribunale ungherese di revoca dell’immunità. Al momento, sembra le stia più a cuore questa vicenda – con il processo che incombe e dal quale l’onorevole vorrebbe provare a difendersi non in aula, ma da ben più blindate stanze europee –. Mentre sulla vertenza case occupate si svicola. Non si risponde nel merito. Si delega al legale che ha in carico le sue pendenze. Si nega…
La rivendicazione dell’eroico atto di okkupare
Salvo poi lanciarsi in grida di battaglia all’arrembaggio delle occupazioni abusive, rivendicate come battaglie politiche da condurre eroicamente anche in spregio della legalità e a prezzo della democrazia. Confondendo il diritto all’abitare con la pretesa ottenuta a forza. Un convincimento che, proprio nel suo primo girono di scuola da parlamentare al Parlamento Ue, ha fatto dire alla Salis che «i movimenti per la casa cercano di rispondere ad un problema cui le istituzioni non sono in grado di rispondere».
Non c’è pace per quello stabile dell’Aler
Concludendo arbitrariamente che: «Non sempre ciò che è giusto corrisponde a ciò che è legale». E infatti, per gli appartamenti di quello stabile, non c’è pace: e l’occupazione continua: «Adesso qua abita un’altra ragazza. Non so se l’abbia conosciuta; penso se le passino tra di loro, fra chi ha bisogno», spiega ancora la vicina. Un “bisogno” che non può però essere soddisfatto con l’occupazione. E, soprattutto, in spregio di chi si mette religiosamente e pazientemente in attesa, nel disagio ma nella legalità. (Nella foto un frame da video Mediaset da una puntata di Stasera Italia su Rete 4).