Conte attacca Beppe Grillo: “Il destino del Movimento non è nelle sue mani”. L’affondo contro Virginia Raggi
M5S allo sbando. Giuseppe Conte attacca frontalmente Beppe Grillo e non risparmia l’ex sindaco Virginia Raggi. E conferma che vuole essere il novo padrone del Movimento Cinquestelle, nonostante la sonora sconfitta rimediata alle ultime elezioni europee. Il leader del partito si smarca dal fondatore, quasi a voler chiarire che la frattura è diventata insanabile.
“Il destino dei Cinquestelle non è nelle mani di Grillo”
“Il destino del Movimento non è nella mani di Grillo. È nelle mani di un’intera comunità che deciderà del suo futuro all’assemblea costituente del prossimo settembre”, le parole pronunciate dall’ex Presidente del Consiglio in Transatlantico con i giornalisti. “Questa riflessione – ha aggiunto Conte – è già iniziata. L’assemblea congiunta, il consiglio nazionale: hanno parlato tutti e quindi abbiamo rinviato per le decisioni a questa assemblea costituente”. “Di essenziale – ha poi proseguito – non c’è la singola persona. Di essenziale c’è la comunità che ormai è fatta da gente seria, matura, che deciderà del proprio destino”. Il fondatore viene derubricato alla sua funzione originale di comico quando Conte dice, “lasciamogli fare le battute”. Poi un affondo dedicato a Virginia Raggi, ex sindaco di Roma, che aveva chiesto un ritorno alle origini del Movimento: “Che significa tornare alle origini? Significa riavviare? Rewind? Il contesto politico e sociale è completamente mutato e se non lo si riesce a interpretare sei sempre più fuori”
Conte: “Il futuro del partito è a sinistra” ma il Pd lo sta risucchiando
L’ex inquilino di Palazzo Chigi ha ribadito che il futuro del Movimento, “è a sinistra e chi ha inclinazioni di destra può trarne le conseguenze”. Una dichiarazione che cozza con i dati elettorali che dimostrano un continuo travaso di consensi dai pentastellati al Partito Democratico. Gli elettori Cinquestelle non gradiscono alleanze fratricide. Oggi Conte ha segnato definitivamente la distanza dai “padri fondatori”, Grillo e Casaleggio, ma ha dimostrato che nei fatti il Movimento non esiste più.