Donno cerca di alzare la tensione: “Meloni complice di chi mi ha aggredito”
Non paghi della gazzarra provocata alla Camera in pieno G7, gli esponenti dell’opposizione continuano a cercare di alimentare il caso con posizioni pretestuose. Avviene anche in reazione alle parole del premier Giorgia Meloni che, rispondendo a una domanda dei giornalisti nel corso della conferenza stampa a conclusione del vertice di Borgo Egnazia, ha detto che “è molto grave che ci siano esponenti della maggioranza che cadono nelle provocazioni e credo che le provocazioni aumenteranno”. “Penso – ha poi aggiunto Meloni – che i cittadini italiani si debbano interrogare su quale sia l’amore per la nazione di esponenti politici che cercano di provocare per ottenere un risultato come quello che hanno ottenuto, dileggiando i membri del governo, cercando di occupare i banchi del governo proprio mentre gli occhi del mondo sono puntati su di noi”.
Meloni: “Molto grave cadere nelle provocazioni”
Che quanto avvenuto alla Camera sia stato frutto di una provocazione è stato chiaro ai più, anche perché sta nei fatti: un deputato dell’opposizione che invade lo spazio fisico di un ministro cercando di cingerlo suo malgrado con una bandiera non può che essere letto come tale. Ed è la più benevola delle letture, perché altrimenti lo si dovrebbe leggere come un atto di tale invadenza da rasentare la violenza, specie se quel ministro è in una condizione di fragilità fisica. Un episodio simile, per altro, si verificò alcuni anni fa, quando Paolo Cento si avventò verso i banchi del governo con una bandiera della pace e fu fermato e sanzionato. In questo caso, semmai, il fatto che la bandiera fosse il tricolore è un’aggravante, non certo una giustificazione come cerca ancora di sostenere la sinistra.
Donno insiste con la tesi dell’aggressione e dice: “Meloni complice”
Leonardo Donno, il pentastellato autore del gesto che poi ha portato a quel parapiglia così squalificante, ha attaccato Meloni: “Una presidente del Consiglio che non condanna la violenza usata dai suoi deputati è complice di quanto accaduto e si dimostra non all’altezza del ruolo che ricopre”. “Parlare di ‘provocazione’ di fronte a quella che è stata sotto gli occhi di tutti una ‘aggressione’ è gravissimo”, ha aggiunto, sostenendo che “la mancanza di rispetto per l’Italia arriva da lei, che utilizza il suo ruolo solo per fare eco alle parole e all’aggressione squadrista dei suoi”. Poi, dopo aver accusato il centrodestra di alimentare “un clima di odio”, Donno ha sostenuto che “le parole di oggi di Meloni sono inaccettabili e rappresentano l’ennesima figuraccia anche sul piano internazionale”.
Conte tenta il gioco delle tre carte sul tricolore
Sul tema è intervenuto anche Giuseppe Conte, con un posto su Facebook in cui ha scritto che “mi sarei aspettato delle scuse da parte di chi guida una maggioranza che aggredisce con violenza inaudita, con calci e pugni, un parlamentare del M5s in piena Aula”. E, ancora: “Abbiamo scoperto che per la presidente del Consiglio Meloni mostrare una bandiera italiana in Aula e consegnarla a un ministro per dire no all’Autonomia che spacca il Paese è una ‘provocazione’. La bandiera italiana non è mai una provocazione”.
Il tentativo di spostare l’attenzione dai fatti
La tesi secondo cui Meloni avrebbe considerato una provocazione il tricolore e non la modalità con cui è stato utilizzato è sostenuta anche dal Pd, da Andrea Orlando a Chiara Braga, fino ad Arturo Scotto che, a proposito di rispetto per le istituzioni, dopo essere stato sanzionato dall’Ufficio di presidenza ha ritenuto lecito sostenere l’idea che l’organo parlamentare sia una sorta di covo di “fascisti”. “Io non mi faccio giudicare dai fascisti”, sono state le sue parole.
E il gesto di Donno contro Calderoli diventa una “consegna” della bandiera
Del resto, quale sia l’aderenza alla realtà di questa sinistra lo chiariscono le parole di Orlando: “Secondo la presidente del consiglio che guida un partito che si chiama fratelli d’Italia, la consegna ad un ministro di una bandiera tricolore è una provocazione”. Basta riguardare il video che tutti hanno visto per valutare se si trattasse di una “consegna”.