Dopo il caos nelle Aule, l’opposizione ci marcia e porta la rissa in piazza: Conte chiama, Pd e Avs rispondono

13 Giu 2024 17:12 - di Ginevra Sorrentino
opposizione in piazza martedì

L’opposizione dopo il caos nelle aule istituzionali prova a portare il copione delle proteste in piazza: e per l’occasione serra i ranghi e si ricompatta per l’appello-annuncio e la mobilitazione indetta per martedì… Insomma, al contrario del celebre slogan che rilanciava Mike Bongiorno dalle vette innevate reclamizzando un noto marchio di grappa, nelle aule della politica si celebra uno spettacolo indecoroso che rimanda un’immagine della discussione e del confronto scesa vertiginosamente sempre più in basso… Le opposizioni insistono a voler alzare la tensione e a far sprofondare il livello del confronto all’indomani del caos di ieri alla Camera: sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, intonando Bella ciao e al grido di «fuori i fascisti dal Parlamento».

Dopo il caos a Camera e Senato, l’opposizione porta le preteste in piazza

Non paghi, poi, annunciano l’intenzione di allargare il ring dello scontro portando la protesta anche fuori dai palazzi. Così, in una nota congiunta, Pd, M5s, Avs e Più Europa proclamano la loro prossima discesa in piazza per martedì 18 giugno nella capitale, in una delle storiche piazze della sinistra: quella dei SS. Apostoli a Roma. E l’appello rilanciato nella nota recita: «Non permetteremo che vengano compromesse l’unità e la coesione nazionale. Per questo invitiamo la cittadinanza, le forze politiche e sociali, quelle civiche e democratiche di questo Paese ad unirsi alla nostra mobilitazione».

L’immagine di un’alleanza di centrodestra coesa e forte alla guida del Paese, di una maggioranza uscita rafforzata dalle urne all’ultima consultazione elettorale europea, in concomitanza con un G7 in corso, è un calice troppo amaro da mandare giù. E un’occasione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire per le truppe dell’opposizione che, corroborate dal piagnisteo e dalle arringhe accusatorie di pentastellati e dem per il caso Donno di ieri, serrati i ranghi fin qui sparpagliati in assetti parlamentari e coalizioni elettorali d’occasione, dopo le bagarre in aula, annunciano battaglia con la mobilitazione di piazza.

Autonomia e premierato, dopo la bagarre in Aula, martedì l’opposizione in piazza a Roma

E così, mentre alla Camera, dove è in discussione l’Autonomia, l’opposizione voleva che si mettesse a verbale una “aggressione” al pentastellato Leonardo Donno ancora prima dell’istruttoria dettagliata per accertare i fatti. Istruttoria per altro considerata “doverosa” dalla maggioranza, perché, ha commentato il capogruppo di FdI, Tommaso Foti, «gli episodi sono diversi e tutti censurabili». Mentre a Palazzo Madama, dove è in discussione il premierato, durante il dibattito l’opposizione hanno alzato delle bandierine tricolore, una mossa alla quale la maggioranza ha risposto cantando l’Inno di Mameli. Successivamente alcune senatrici di Pd, M5s e Avs, mentre l’Aula del Senato era sospesa, hanno occupato i banchi del governo, rendendo più complesso il tentativo di riportare all’ordine, la parola d’ordine diventa: mobilitazione di piazza.

Conte, l’appello “scenografato” sui social: «In piazza col Tricolore»

E così, nell’annunciare la manifestazione di martedì, Giuseppe Conte in un video sui social torna a parlare, con tanto di “appello scenografico” rivolto a utenti e cittadini in cui, dopo aver esordito: «Ieri è stata una delle pagine più brutte della storia del Parlamento», prosegue a nome dell’opposizione riunita con: «Venite in tanti in piazza, facciamoci vedere, sventoliamo il nostro Tricolore. Diciamo no a questo clima, diciamo no a questi tentativi di vile aggressione”. Giuseppe Conte sceglie un video su Facebook per lanciare l’iniziativa di protesta indetta dalle opposizioni per martedì prossimo, data prevista per l’ok finale del Senato al premierato. Nel video, il presidente M5S parla seduto a una scrivania sulla quale, alla sua destra, figura appunto una bandiera italiana.

Malaguti (FdI): «L’opposizione vuole paralizzare o rallentare i lavori d’Aula»

Insomma, come ha osservato tra gli altri il deputato di Fratelli d’Italia Mauro Malaguti, «continuano le provocazioni delle opposizioni finalizzate solo a paralizzare i lavori d’Aula. Sono cominciate ieri con gli insulti a Berlusconi nel corso della sua commemorazione, non oso pensare cosa sarebbe accaduto all’inverso, fosse stato insultato un esponente della sinistra nel corso del suo ricordo. E continuano oggi le provocazioni con l’uso di termini offensivi come “squadristi” rivolti ai banchi della maggioranza. Le immagini potranno fare chiarezza su quanto accaduto ma per le opposizioni la priorità non è accertarlo. Bensì semplicemente paralizzare o rallentare lavori d’Aula. Le opposizioni hanno il diritto di opporsi ai provvedimenti della maggioranza, ma mi chiedo se anche impedire all’Aula di proseguire i propri lavori non possa essere definito un atteggiamento grave e violento».

Riforme, Gasparri: «L’opposizione pretende che il Governo non attui il programma elettorale»

Mentre Maurizio Gasparri, a sua volta, dai banchi di Forza Italia sottolinea: «Mi meraviglia la pretesa che la maggioranza non possa attuare il proprio programma elettorale. Ci siamo presi settimane di lezioni, una serie infinita di sedute e poi si abbandona l’Aula. Noi stiamo per arrivare alla prima decisione delle quattro votazioni previste sulla riforma costituzionale, in più c’è la possibilità che ci sia un referendum. Tutti i toni apocalittici delle opposizioni, le accuse di forzature, i richiami al fascismo e alle dittature sono un elenco di argomenti ridicoli, non un dibattito vero di merito. Un dibattito che il ministro Casellati ha aperto mesi e mesi fa, incontrando i gruppi parlamentari e le forze politiche», ha detto, intervenendo in Aula durante le votazioni sul premierato, il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri.

“Tant’è vero che il centrodestra era partito da un programma più ambizioso di presidenzialismo e ha ritenuto il premierato, con tutta la salvaguardia dei poteri e delle funzioni del Presidente della Repubblica, già un adeguamento a un pensiero più condiviso all’interno del Parlamento. Il resto non è altro che una descrizione fantascientifica che viene fatta da chi è abituato a prendere i presidenti del consiglio solo attraverso i giochi di palazzo. Questo avete fatto tutta la vita: con Enrico Letta, con Paolo Gentiloni, con Matteo Renzi, che non vedo qui a darci lezioni»…

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