Edi Rama su Report: “Ma quale giornalismo, è fango. Piero Manzoni forse titolerebbe Merda d’inchiesta”

3 Giu 2024 15:08 - di Eugenio Battisti

Inchiesta schifosa altro che giornalismo d’inchiesta. Il premier albanese Edi Rama, intervistato dal Fatto quotidiano, all’indomani del lungo colloquio a Report su Rai3,  non ha cambiato idea sui servizi giornalistici dedicati all’Albania dalla trasmissione di Sigfrido Ranucci. Torna a chiarire lo stato dell’arte dell’accordo con l’Italia sui due centri per migranti che tra due giorni la premier Meloni andrà a visitare. Ma soprattutto ribadisce a chiare lettere il giudizio tranchant sulle inchieste di Report, che hanno accostato il governo albanese al narcotraffico e fornito un’immagine distorta e insultante dell’Albania.

Edi Rama a Report: ma quale giornalismo, è Merda d’Inchiesta

“La mia è una reazione umanamente sacrosanta a un abuso della libertà d’informazione nel servizio pubblico italiano. Dove il limite tra verità e falsità è stato totalmente sciolto!”, dice Rama.  “E poi ti dicono ‘ma si chiama giornalismo d’inchiesta…’.  Ma no, sembra una copia democratica del tipo d’inchiesta da inquisizione dei tempi di Enver Hoxha (dittatore comunista, ndr). Con interrogatori della polizia segreta e processi stalinisti. Sono sicuro che Piero Manzoni ne avrebbe fatto un altro capolavoro d’arte contemporanea. Ma non so se lo avrebbe intitolato “Merda d’Inchiesta” o “Servizio Pubblico”». Parole durissime che confermano lo sdegno contro la macchina del fango.

Il premier albanese smaschera i giochetti della stampa progressista

Il premier albanese, finito nel mirino della stampa progressista italiana e del suo partito (socialista), per l’accordo con Giorgia Meloni, non è tipo da farsi intimorire. E smaschera, conoscendoli bene, i giochetti di certa stampa. Molto chiaro anche di fronte alle fake news di Repubblica sul fallimento dell’accordo e le presunte (smentite da Rama) prese di distanza dalla premier italiana. Il Fatto incalza Rami facendo le pulci ai due centri: costi, ritardi e presunte opacità. “Ritardi? La nostra parte non è coinvolta con i piani di lavoro. L’accordo è di cinque anni e tutto il resto è nelle mani della parte italiana”. Tanto basta al giornale diretto da Travaglio per farci il titolone “I ritardi e i costi sono colpa dell’Italia”, non proprio una citazione fedele.

Descrizioni vergognose sul connubio  con la malavita

Il premier continua: “Secondo Domani, i centri per migranti nascono nel cuore della malavita albanese, dove agiscono i clan legati al traffico di esseri umani. I magistrati indagano. Questa descrizione è semplicemente vergognosa. Quell’area del Paese è tra le più affollate di tutta la costa adriatica. Piena di turisti da tutta Europa. Però molti di questi centri in Italia vengono conosciuti per il trattamento disumano nei confronti dei migranti. Le condizioni dovranno essere garantite dalle istituzioni italiane che gestiranno il centro”.

“Mai detto che i centri non potranno funzionare”

Mai detto – precisa ancora – che i centri non potranno funzionare. E la spettacolarizzazione della trasmissione di Sigfrido Ranucci sui guai giudiziari del suo ex vice? “Io credo che l’Albania non meriti questo perché mai come adesso nella sua storia sta vivendo una nuova era di cambiamento nella giustizia. Fare, come ho detto a Report, di un latitante una fonte di spettacolo mediatico senza mostrare una sola prova per sostenere la gravità di tale enormità, non è giornalismo d’inchiesta ma di fango”.

 

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