Fassino si riaffaccia sui social da Israele dopo l’affaire profumo, e lo inondano di insulti: già passato al Duty free?

18 Giu 2024 15:30 - di Chiara Volpi
Insulti a Fassino

Il ritorno in campo e sui social di Piero Fassino, per l’occasione in trasferta in Israele, scatena utenti e odiatori da tastiera tornati a infierire a suon di insulti sul deputato del Pd, finito recentemente alla ribalta per l’accusa di aver rubato una confezione di un profumo all’aeroporto. Il dem, in uno dei suoi ultimi post, aggiorna amici e followers sulla sua «missione in Israele e Palestina, in qualità di Presidente del Comitato Medio Oriente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa» e offre – su un piatto digitale d’argento – agli immancabili internauti più accesi e sempre sul pezzo, l’opportunità di scatenarsi e sbellicarsi. E, soprattutto, di infierire scaricare su di lui tutto il veleno possibile rimasto in dispensa. E ne piovono di tutti i colori…

Fassino si riaffaccia sui social da Israele: e viene ricoperto dagli insulti

Commenti, battute, metafore e invettive al vetriolo che con tutto hanno a che fare, meno che su ruolo e rilievo politico della missione istituzionale di Fassino che, sempre nel suo post finito al centro del mirino, scrive: «Oggi alla Knesset incontri con il Presidente della Commissione Esteri e Difesa @YuliEdelstein dell’Interparlamentare Italia-Israele @idanroll e con Morav Ben Ari e Boaz Bismuth della delegazione israeliana al Consiglio d’Europa. Domani altri incontri in Israele e giovedì in Palestina».

I tweet al vetriolo prendono di mira l’affaire profumo: e piovono insulti

Agenda di cui poco sembra importare agli haters e commentatori indefessi più o meno avvelenati, che nella maggior parte dei loro “interventi” pungenti si cimentano sotto al tweet incriminato con riferimenti e sentenze che poco o nulla hanno a che fare con Israele e la Palestina. Salvo qualche richiamo pro-Pal di qualcuno che si perde nella sconfinata agorà virtuale, del tipo: «Ma lo sanno che la sinistra italiana appoggia i Palestinesi?»…

La missione in Israele passa “velenosamente” in secondo piano

Il resto, quasi tutto il resto, è una punzecchiatura continua sulla vicenda che ha personalmente coinvolto Fassino: quello che lo ha visto accusato di di essersi intascato un profumo Chanel nel duty free dell’aeroporto di Fiumicino a Roma. E allora: «Chissà che scia di profumo hai lasciato in quelle stanze» twitta ben più che allusivamente qualcuno. E qualcun altro incalza: «È un profumo quello che ti spunta dalla tasca?», rilanciato da qualcun altro che insiste: «E il Duty free come è? Buoni i profumi?». Mentre c’è chi allude sarcastico: «In Israele ci sono delle profumerie enormi». Aprendo il varco a chi, sul tema, infierisce twittando: «Ora non ti rubare pure le bandiere».

Social scatenati: Fassino nel mirino (e non solo dei ProPal)

Pochi i curiosi sull’epilogo giudiziario dell’affair profumo: tra i tanti che si infervorano per la missione in Israele di Fassino, c’è giusto chi sollecita la curiosità postando: «E il furto del profumo, è già passato in cavalleria?». Mentre qualcun altro devia dagli insulti più feroci, indirizzandosi a contestare la missione del deputato Pd in Israele («Sei andato a benedire il massacro?». «Attendiamo le foto in Palestina»)… osservando mestamente: «Mi sorprende che Fassino faccia ancora politica». Insulti più che polemica. Acrimonia più che ironia. Sono i social bellezza…

 

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