Finita la scuola scatta l’incubo compiti delle vacanze. Il pediatra invoca “disobbedienza civile”. Ecco perché

8 Giu 2024 12:49 - di Redazione
compiti delle vacanze

Finita la battaglia della scuola comincia la guerriglia dei compiti delle vacanze: e il pediatra Italo Farnetani esorta gli studenti alla disobbedienza civile per la sopravvivenza a una lunga estate calda. Un file che si ripropone da sempre e come sempre, che cala la mannaia sugli alunni d’Italia che nei giorni di festa inaugurati dalla fine delle lezioni e l’inizio della chiusura estiva delle scuole. Ma dietro l’angolo c’è già un nuovo impegno che li terrà legati idealmente alla vita fra i banchi: i compiti per le vacanze.

Con la fine della scuola comincia l’incubo “compiti delle vacanze”

Il dibattito è annoso e si ripropone ogni mese di giugno. È giusto o no assegnarli? «Il tormentone dei compiti per le vacanze interessa 6 milioni di alunni e le rispettive famiglie alle prese col problema di convincere i figli a lasciare mare, amici e giochi per ritagliare uno spazio quotidiano a libri e quaderni». I vantaggi? «Nessuno», per Italo Farnetani, protagonista di una battaglia di lunga data contro lo studio nella bella stagione. A suo dire, infatti, «non c’è nessuna motivazione psicopedagogica valida e non è una pratica educativa. Anzi il contrario: rischia di essere diseducativa», assicura all’Adnkronos Salute.

Il parere dell’esperto sull’annoso dibattito

Il camice bianco dei bimbi spiega che la sua “crociata” ha anche «l’approvazione delle famiglie: l’86% dei genitori è contrario all’assegnazione – evidenzia –. Le vacanze estive esistono già dai secoli precedenti e non sono state create per concedere un lungo stop agli insegnanti, ma per far riposare gli alunni. Le cose apprese e memorizzate nell’infanzia hanno la qualità di essere indelebili, tanto che sono le ultime a scomparire negli anziani con disturbi di memoria. Tre mesi di interruzione dallo studio, dunque, non le intaccheranno».

Compiti delle vacanze: nessun vantaggio

E poi c’è il fattore caldo: le alte temperature, segnala l’esperto, «creano uno stress all’organismo e diminuiscono l’apprendimento. Studiare svogliatamente, trascinandosi dietro i compiti per tutta l’estate, è poi il sistema perfetto per acquisire una cattiva abitudine che si rischia di portarsi dietro per l’intero periodo scolastico». Farnetani è un addetto ai lavori particolarmente ferrato in materia, e ha condotto diversi approfondimenti sul tema dei compiti per le vacanze: «Risulta dalle statistiche emerse che il 30% degli alunni, cioè quasi 2 milioni di studenti, si tolgono il pensiero il prima possibile ed entro luglio avranno completato lo svolgimento di quanto assegnato dai docenti».

Gli studenti alle prese con lo studio estivo

«In altre parole – prosegue l’esperto – è qualcosa che viene vissuto proprio come un peso da togliersi in fretta. Il 62% invece i compiti se li trascina dietro per tutta l’estate. Il 2% arriva a chiudere la pratica ad agosto; il 4% a settembre; il 2% non li svolge affatto», elenca il pediatra. «Se si riassumono gli svantaggi dei compiti delle vacanze, non resta che consigliare agli insegnanti di non assegnarli e ai genitori di compiere una “disobbedienza civile”, e mandare a scuola i figli senza avere eseguito di compiti, facendo una giustificazione» in cui si spiegano le ragioni della scelta. «Anche se mi risulta che siano pochi gli insegnanti che li controllano al rientro a scuola».

Compiti delle vacanze: i 3 aspetti negativi…

Una realtà controversa, quella che innesca il solito fardello dei compiti per le vacanze, di cui Farnetani schematizza gli aspetti negativi in 3 punti. «Il primo è il costo eccessivo per le famiglie, per comprare libri e altri supporti – elenca –. Il secondo è lo stress che determinano i compiti delle vacanze nell’alunno, che così non potrà mai attuare un’opportuna resilienza dallo stress determinato dall’apprendimento. Sono un grande fautore dello studio, e renderei anche obbligatoria la scuola almeno fino a 18 anni, ma nelle vacanze estive bisogna “staccare la spina”. Basti immaginare: tutto il mondo è in vacanza, c’è caldo, le città sono vuote, la gente si diverte, e un bambino si deve mettere a studiare davanti al libro».

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