Francia, confermata la svolta a destra. Le Pen al 34%: “La democrazia ha parlato, cancellato il macronismo”

30 Giu 2024 20:08 - di Laura Ferrari

L’annunciata svolta a destra della Francia è confermata dalle prime proiezioni sui risultati delle elezioni legislative francesi. Come anticipato dagli exit poll, il partito di Marine Le Pen è nettamente in testa. Il Rassemblement National otterrebbe infatti oltre il 34%.

Al primo turno delle elezioni legislative francesi “la democrazia ha parlato”, ha commentato Le Pen, subito dopo la pubblicazione delle prime proiezioni. “Il blocco macronista” è “praticamente cancellato”, ha detto la leader di Rn. “I francesi hanno dimostrato la loro volontà di voltare pagina” dopo sette anni “di potere sprezzante e corrosivo”, ha detto la leader del Rassemblement National dal suo feudo di Henin Beaumont, nel nord della Francia.

Le Pen vincitrice, affluenza elettorale record (al 70%)

Le prime proiezioni di Ipsos del primo turno delle legislative in Francia confermano il successo – per giunta migliorato – del partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella: Rassemblement Nationale (Rn) risulta al 34%, contro il 31% del 9 giugno scorso. In seconda posizione segue il Nuovo Fronte popolare (Nfp), alleanza nata per l’occasione tra quattro partiti di sinistra, col 28,1%. Ne fanno parte comunisti, socialisti, verdi e France Insoumise.

Fermo al 20,8% Ensemble, il partito dell’attuale presidente Emmanuel Macron, colui che nella serata del 9 giugno, alla luce del primato di Rn, ha deciso di sciogliere le Camere e andare a elezioni anticipate. Lo scrutinio elettorale del 30 giugno segna una vittoria da record per i lepenisti, dal momento che il risultato migliore risale al 2022, quando si attestarono al terzo posto poco sopra al 18%. La prestazione attuale segna quasi un raddoppio. A seguire, scendono al 10% i neogollisti di Sarkozy, mentre il partito di destra La Reconquête di Eric Zemmour tracolla allo 0,6%. Alle urne erano chiamati poco più di 48 milioni di elettori per rinnovare i 577 seggi del parlamento. La partecipazione alle 20 è stimata al 67%, secondo l’Ifop, in aumento di 19,5 punti rispetto alle elezioni legislative del 2022

Per la maggioranza assoluta è battaglia all’ultimo voto

Per il presidente francese Emmanuel Macron l’elevata partecipazione dimostra la volontà di “chiarire la situazione politica”. Macron ha parlato subito dopo l’annuncio dei risultati. L’esito del voto in Francia rappresenta un “verdetto senza appello”, una “aspirazione chiara” dei francesi “al cambiamento”. “L’alternanza è a portata di mano”: lo ha detto il candidato premier del Rn, Jordan Bardella, commentando i risultati del primo turno delle elezioni che segnano la vittoria del partito di estrema destra. Il ventottenne delfino di Marine Le Pen parla di “speranza senza precedenti in tutto il Paese”. “Se mi darete la fiducia” al secondo turno “sarò il primo ministro di tutti”, ha sottolineato Bardella, secondo cui il voto di domenica sarà tra i più ”determinanti di tutta la storia della Quinta Repubblica”.

Reggono i neogollisti, il partito di Macron ridotto da 250 a meno di 90 seggi

Come scrive Le Figaro, “grazie a questa impennata di quasi sedici punti rispetto alle ultime elezioni legislative del 2022, il partito di Le Pen e Bardella potrebbe conquistare tra i 240 e i 270 seggi al secondo turno, in programma il 7 luglio”. “Raccolta sotto la bandiera del Nuovo Fronte Popolare nonostante le forti differenze, la sinistra è arrivata seconda con il 29,1% dei voti. Questo le permetterebbe di ottenere tra i 180 e i 200 deputati la prossima settimana. Vale a dire una quarantina di rappresentanti eletti in più rispetto al contingente uscente.

L’etichetta macronista “Insieme”! avrebbe ottenuto il 21,5% delle schede. Dopo il secondo turno, da 250 deputati, stretta tra i suoi concorrenti di sinistra e di destra, la maggioranza uscente avrebbe solo tra i 60 e i 90 seggi.

Tengono invece i gollisti, rappresentando la sorpresa di questo primo turno. Stimato intorno al 6-7% negli ultimi sondaggi, Les Républicains ha ottenuto il 10% dei voti. Se il partito fondato da Nicolas Sarkozy si riprendesse, il suo gruppo parlamentare potrebbe ridursi da 30 a 50 deputati”.

 

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