Francia, Le Pen vola al 36%. Il filosofo Finkielkraut: “Voterei la destra, mai con il Fronte popolare antisemita”

28 Giu 2024 13:19 - di Romana Fabiani

A meno di 48 ore dal primo turno delle legislative il Rassemblement national continua la sua corsa, aumentando di ora in ora il consenso tra gli elettori pronti a voltare pagina. Dopo l’exploit delle europee e la Caporetto di Macron, costretto a sciogliere il Parlamento, il partito di Marine Le Pen è accreditato del 36% dei consensi. La fotografia è di un sondaggio condotto da Elabe per Bfmtv e La Tribune Dimanche. Dietro la destra il Nuovo Fronte Popolare, che raggruppa i socialisti e la sinistra radicale di Mélenchon, che otterrebbe 27,5%. Seguito al terzo posto, dal partito di Macron  Ensemble pour la Republique con il 20%.

Francia: Rn vola al 36%, débacle per Macron

Stando ai numeri il Rassemblement national, guidato da Le Pen e dal giovane Bardella, otterrebbe non solo una solida maggioranza relativa ma potrebbe raggiungere quella assoluta. Un duro colpo per il presidente della Repubblica in caduta libera che aprirebbe a scenari storici. Con la destra primo partito di Francia e forza trainante della nuova Assemblea nazionale con un numero di seggi compreso tra 260 e 295. Il campo presidenziale subirebbe una pesante sconfitta, conquistando tra 85 e 105 seggi, rispetto ai 245 attuali.

Finkielkraut: meglio la destra che Mélenchon

Un autentico terremoto documentato anche dai mal di pancia della sinistra sempre più divisa tra socialisti e radicali antisemiti. Alla vigilia del voto scende in campo il filosofo Alain Finkielkraut, pensatore tra i più raffinati e autorevoli di Francia, spirito libero. Non certo di simpatie ‘reazionarie’. In un colloquio con il Corriere della Sera di dice “preoccupato e infelice” per la decisione “strana e catastrofica” del presidente Macron di andare a elezioni anticipate.

Grazie a Macron abbiamo due blocci estremi

“E adesso ci ritroviamo con due blocchi estremi. A sinistra, i socialdemocratici hanno accettato di allearsi con la sinistra radicale, ovvero antisemita. Perché l’antisemitismo della Francia insoumise non è marginale, è programmatico, è una scelta di società. E a destra abbiamo il Rassemblement national, che non è più un partito petainista, non è più la peste bruna”. Voilà la frittata è fatta, grazie all’insipienza dell’inquilino dell’Eliseo. E tra i due mali il filosofo non ha dubbi: magari ‘obtorto collo’ ma sceglie la destra di Marine Le Pen rispetto al radicalismo antisemita della sinistra radicale di Mélenchon che ha egemonizzato il Fronte popolare.

“Al secondo turno voterei per Marine Le Pen”

Al secondo turno, confessa con la “morte nel cuore”, sceglierebbe un candidato del Rassemblement national piuttosto che cedere alla gauche antisemita. “Non voterò mai, mai, per un candidato del Nouveau front populaire. O perché è della France insoumise (il partito di Mélenchon), compromessa con l’antisemitismo, o perché è un moderato che però aderendo al Nfp, dominato dagli insoumis , è sceso a patti con l’antisemitismo”.

Non voglio chi inneggia alla resistenza palestinese

Poi spiega meglio. “Se fossi nel Vaucluse e dovessi scegliere tra il Rn e Raphaël Arnault (Nouveau front populaire), che ha magnificato il 7 ottobre, voterei per la candidata Rn. Non voglio un pogromista all’Assemblea nazionale”. Un scelta forte, anche sul fronte esistenziale. “Mio padre è stato deportato ad Auschwitz nel 1942 e poi è arrivato in Francia, vivo sotto il suo sguardo. Vivere umanamente è dialogare con i morti. Penso che agendo così resterei fedele a mio padre. Che mi ha insegnato a non cedere mai all’antisemitismo, da qualunque parti arrivi”.

L’antisemitismo ormai è legato alla gauche

Quanto all’antisemitismo, è ormai chiaro che in Francia è legato all’islamo-gauchismo, “inutile che ci raccontiamo storie”.  La destra – dice  Finkielkraut – ha altre priorità. “Si fa interprete di un sentimento diffuso in una parte della popolazione, che non riconosce più il proprio Paese. Arrivano troppi immigrati perché possano integrarsi. Questa preoccupazione, a torto chiamata razzismo, l’abbiamo abbandonata nelle mani del Rn. E oggi ne paghiamo le conseguenze”. Se vincerà Rn il filosofo parigino si aspetta manifestazioni e insurrezioni. “Ma sarebbe scandaloso, perché gli elettori vanno rispettati. È il solito antifascismo di paccottiglia”. Intanto Marine Le Pen gioca sempre di più la carta rassicurante della normalità. E assicura che, se eletto premier, Jordan Bardella “non avrà intenzione di aprire un fronte con Macron, anche se le sue linee rosse sono chiare”.

 

 

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