Fratoianni e Salis, i dolciniani della sinistra che odiano la proprietà privata e sognano il comunismo

22 Giu 2024 13:42 - di Mario Campanella
Fratoianni

Nicola Fratoianni, leader della sinistra italiana e deputato (anche la moglie, Elisabetta Piccolotti, lo è,  per alleviare le conseguenze della crisi economica..), ieri ha stupito tutti. Dopo che Ilaria Salis, la signora tornata da Budapest perché incriminata per un presunto pestaggio ed eletta da Avs parlamentare europea, aveva rivendicato con orgoglio il suo passato di lottatrice per i senza casa e le occupazioni abusive, ci si aspettava da uno dei segmenti più importanti di Avs non una smentita secca ma almeno una stemperante dichiarazione. Magari pure ipocrita e non sentita ma che facesse capire che Avs( l’unico partito alleato del Pd alle elezioni politiche del 2022) non fosse cosi estremizzato e marxista. Ma chi lo sperava è rimasto deluso.

La proprietà privata è un crimine

Seppure il marxismo non meriti riduzioni semplicistiche, il concetto di fondo è proprio quello che, “la proprietà privata è un crimine” e crea diseguaglianze tra gli uomini. La sua applicazione nel cosiddetto “socialismo reale” che per settant’anni ha imperversato nell’est europeo( e anche in altri Continenti) è stata proprio questa: una casa e un lavoro per tutti, con decisione ovviamente dello Stato-partito, nessuna possibilità di intrapresa e crescita economica. Il comunismo è imploso per questo, non è finito perché sconfitto da una guerra ma per la sua incapacità di coniugare la giustizia sociale con la libertà economica e aumentando la povertà dei gruppi collettivi a cui aveva promesso un’utopia.

Fratoianni e Fra Dolcino

Nel suo capolavoro, “Il nome della rosa”, Umberto Eco cita Fra Dolcino da Vercelli, figura realmente esistita. Nella narrazione letteraria, Fra Dolcino non si limita a denunciare la corruzione ecclesiastica, né a portare avanti il messaggio francescano di povertà e tolleranza, ma lo fa attraverso la violenza. Una sorta di leninismo ante litteram che Guglielmo da Baskerville nel libro spiega bene. “Il vero cristiano ama la povertà ma è tollerante, non violento e non la impone, l’eretico è lontano da Cristo perché giustifica la violenza pur di raggiungere il suo scopo”, dice il dotto francescano interpretato nel film da Sean Connery. Nicola Fratoianni sembra voler ricalcare quella metafora quando indirettamente giustifica le occupazioni abusive. Dimostrando di essere perfettamente comunista ed oligarca.

La distanza con il popolo

Fratoianni parla di povertà ma non potrà negare che il suo Isee è immune da questo problema. Eppure, il fatto che abbia sostenuto apertamente la dichiarazione di Ilaria Salis dimostra che la sinistra estrema di questo Paese, che erode voti ai Cinquestelle, sta scegliendo una strada sempre più radicale. Lo si vede soprattutto in politica estera laddove il sostegno al popolo palestinese contempla di fatto una demonizzazione di Israele e un collateralismo con quei movimenti universitari e centri sociali che, invece, sono di fatto antisemiti o, come amano autodefinirsi, “antisionisti”.

Un nuovo Melenchon italiano ?

Nicola Fratoianni punta a far crescere i suoi consensi nel campo dei centri sociali, cogliendo quei segmenti di rabbia che esistono in tutta Europa e virando verso un integralismo che diventerà un problema, prima o poi, per il Partito Democratico. Chi potrebbe mai votare una coalizione in cui non esistono riformisti ma spinte di comunismo arcaico e in cui si inneggia all’occupazione delle case sfitte e di fatto alla criminalizzazione della proprietà privata ? E’ una domanda a cui i dirigenti del Pd dovranno un giorno rispondere. Per non essere eternamente opposizione.

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