Grillo ha nostalgia di Casaleggio e stuzzica: “Condivido tutte le cose che dice Conte, che poi sono 3”
Reduce dal primo big match dopo la Caporetto elettorale con Giuseppe Conte (“Ha preso meno voti di un morto”/”Il partito non è tuo”), Beppe Grillo insiste con un’autointervista pubblicata sul suo blog. “Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del Paese”. Insomma il comico genovese non sembra avere voglia di andare in pensione. Quali sono i temi di cui vorresti parlare in questi incontri?, si domanda da solo. “Mi pare che i temi fondativi del movimento siano ancora validi. Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione restano da realizzare”
Grillo stuzzica: vorrei fare i vecchi incontri con Casaleggio
Come va con Conte? “Ottimamente. Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi”. E ancora a stuzzicare ben bene. “Sono d’accordo con tutte le cose che dice. Che poi sono tre. D’altra parte come si fa a non essere d’accordo sul fatto che la guerra, la povertà e le malattie siano cose brutte? Semmai vorrei aggiungerci qualche cosa bella. Tutte cose di cui parlavamo regolarmente con Casaleggio e altri”.
Sono d’accordo con Conte che poi dice solo 3 cose
Tutta l’intervista si gioca sul ritorno alle origini, quelle del vaffa e della scatoletta di tonno, che l’avvocato del popolo vede come la peste. “All’assemblea costituente si parlerà di “come recuperare contatto, dialogo e azioni congiunte con gli attivisti, che sono sempre stati il combustibile del Movimento. Ma al tempo stesso non possiamo discutere solo di regole di funzionamento interne. Dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi, anzi forse è meglio parlare di questi ultimi, perché tutti devono seguire l’Elevato”. Ovvero lo stesso Grillo.