I dieci lavori che nessuno vuole fare più: dagli operatori sanitari ai pasticcieri i mestieri più ricercati

19 Giu 2024 16:13 - di Roberto Garritano
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Ci sono tanti lavori che nessuno vuole fare e che sono i più richiesti dal mercato. Si moltiplica, soprattutto tra i mestieri tecnico-pratici, il personale introvabile nel nostro mercato del lavoro. “Cresce infatti il ​​gap tra domanda ed offerta, un disallineamento destinato a diventare sempre più critico”, commentano i soci fondatori dell’ente formativo Ellesse Group, Giuliana Lucidi e Luigi Saldì, da oltre 30 anni impegnati nel settore della formazione.

I  lavori più richiesti: ci sono anche pizzaioli ed estetisti

I lavori più richiesti che nessuno vuole fare? Nella top-10 stilata da Ellesse Group, troviamo sul podio: 1) operatori socio sanitari, 2) acconciatori, 3) estetisti. Seguono quindi 4) autisti di autobus, 5) carpentieri, 6) escavatoristi, 7) pizzaioli, 8) pasticceri, 9) personale di cantiere (includendo anche geometri ed elettricisti) e 10) mediatori culturali, che oggi sono anch’essi molto richiesti . “Il 65% dei nostri giovani non è attratto dai mestieri di una volta e scarta a priori l’ipotesi di svolgere lavori di tipo tecnico-manuale, preferendo continuare con percorsi liceali per poi indirizzarsi verso studi accademici in settori molto distanti da quelli da cui arriva la maggiore richiesta di figure tecniche”, sottolineano gli specialisti di Ellesse Group Formazione e Lavoro che hanno effettuato la ricerca.

L’effetto reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza, che era garantito anche a giovanissimi, ha notevolmente influito sulla mancata ricerca di lavoro da parte di tante persone in grado di apprendere un mestiere. La prospettiva di poter godere su un sostegno fisso senza dover fare niente(nemmeno un corso di formazione) ha inciso notevolmente sul piano culturale.

Difficoltà per le imprese

I settori che soffrono di più spaziano dai trasporti alle costruzioni, dalla meccanica all’elettronica, passando per la ristorazione e per il benessere, includendo figure professionali non solo legate al passato, ma anche strettamente correlate all’arrivo delle nuove tecnologie, che sono sempre più difficili da reperire sul mercato del lavoro. E’ anche per questo che si è allargato il gap tra domanda ed offerta di lavoro.

Il governo Meloni e gli istituti professionali

Proprio per sopperire a questo fabbisogno, il governo Meloni ha portato avanti la riforma degli istituti professionali, un tempo prezioso strumento di formazione . C’è stato un adeguamento normativo che risponde alle esigenze delle imprese e che punta a una formazione qualificata, dall’alberghiero alla manifattura, per creare nuove occasioni di lavoro per i giovani.

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