Il “circoletto Saviano” attacca ancora il governo sulla Buchmesse di Francoforte: nuova ridicola lagna

25 Giu 2024 8:19 - di Gabriele Alberti
Buchmesse Francoforte Saviano

Il “circoletto Saviano” non trova pace. La lettera al Corriere della Sera di 40 scrittori riapre la polemica contro Mauro Mazza sulla Buchmesse di Francoforte per attaccare il governo e la politica culturale. Un’altra supercazzola. I Saviano boys capitanati da Paolo Giordano tornano sull’esclusione dello scrittore giudicandola “troppo vistosa per non essere un atto deliberato”. E rimarcando che “non è un evento isolato in Italia. S’inscrive in una sequenza di prevaricazioni, di forme e gravità diverse, alle quali assistiamo negli ultimi due anni“. Per queste ragioni chiedono “un momento di incontro pubblico con scrittori e scrittrici tedeschi”, e più in generale internazionali, durante la Buchmesse 2024; nel quale discutere “proprio di questi argomenti, al di fuori degli spazi limitati che sono stati disegnati dalla commissione italiana per noi”.

Buchmesse di Francoforte: nuova puntata della lagna contro il governo Meloni

Nell’elenco degli scrittori che hanno firmato la lettera ci sono: Viola Ardone; Andrea Bajani; Marco Balzano; Guido Barbujani; Franco Buffoni; Giulia Caminito; Olga Campofreda;Mauro Covacich; Antonio Franchini; Vins Gallico; Igort; Helena Janeczek; Vivian Lamarque; Ginevra Lamberti Vincenzo Latronico; Beatrice Masini; Francesca Melandri; Daniele Mencarelli; Valeria Parrella;Rosella Postorino; Paolo Rumiz; Roberto Saviano; Antonio Scurati; Gianluigi Simonetti; Fabio Stassi; Carlo Vecce; Alice Urciuolo. A commento dell’ennesima lamentazione giunge, liberatorio, il grido di Nicola Porro che dal suo sito scrive: “Cari scrittori italiani, avete rotto i coglioni: già scrivete male e non vi si fila nessuno”. Sono loro che discriminano, non noi”, replica il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, a margine della festa per i 50 anni del Giornale. La lettera è stata inviata  al direttore della Frankfurter Buchmesse Jürgen Boos e al presidente dell’Aie Innocenzo Cipolletta.

Ancora lagna su Saviano, Sangiuliano: “Gli intolleranti siete voi”

Il ministro fa notare  la pochezza polemica: “Se guardate all’elenco degli scrittori che sono stati invitati alla Buchmesse, poi si passa attraverso l’associazione degli editori: ci sono tantissimi scrittori che la pensano molto diversamente da me ed è bene che ci siano. Io sono felice che ci siano persone che la pensano diversamente da me ma che possono esprimere liberamente il loro pensiero. Mi pare che il problema sia che abbiamo aggiunto qualcuno a questa lista. Quindi sono loro che discriminano, non noi”, ha aggiunto il ministro. Evidenziando che “lo stesso Saviano non era stato segnalato dal suo editore. E, nonostante ciò Mauro Mazza lo ha invitato, ma più di questo che dobbiamo fare?”.

Buchmesse, Valensise: “Animo ostile alle istituzioni in un contesto internazionale”

La scrittrice Marina Valensise non firma la lettera e risponde per le rime all’ennesimo martitologio. Quando si partecipa ad una “manifestazione internazionalenon si rappresenta il governo in carica ma l’Italia. E’ alla luce di questa motivazione che non ha firmato la lettera. “Anch’io – racconta all’AdnKronos la Valensise – ho ricevuto questa lettera e non l’ho sottoscritta. Penso che quando uno rappresenta l’Italia rappresenta il Paese e non il governo italiano. Andare quindi in una manifestazione internazionale con un animo ostile alle istituzioni non mi sembra che sia una scelta giusta”. “Penso anche – ma è un’ipotesi – che se Saviano fosse stato invitato avrebbe rifiutato l’invito. Quindi di fronte a un eventuale rifiuto, forse gli organizzatori hanno pensato bene di soprassedere. È un’ipotesi che faccio, non ho elementi per dirlo”, precisa la Valensise.

Campi: “Ho ricevuto la lettera e non ho aderito”

Anche lo storico e politologo Alessandro Campi non ha firmato la missiva inviata a Boos e Cipolletta, che trova “lunare”. “Della lettera di Giordano – afferma Campi – non condivido l’obiettivo polemico nemmeno troppo implicito: accreditare l’idea che in Italia ci sia un clima di intolleranza e persecuzione nei confronti di scrittori e intellettuali. E che la colpa di questo clima sarebbe, va da sé, del governo di destra in carica. È surreale e persino un po’ ridicolo l’allarmismo che si vuole diffondere. In Italia vige in realtà un regime di pieno pluralismo culturale che a certi ambienti della sinistra, autoreferenziale, poco interessata al confronto delle idee, non priva di venature intolleranti, abituata ad avere sotto il proprio controllo ogni spazio culturale, evidentemente non piace. Tra i cento autori chiamati a rappresentare l’Italia a Francoforte, basta leggerne i nomi, sono rappresentate le più diverse sensibilità ed esperienze. Perché non lo si vuole riconoscere solo per un banale e manifesto pregiudizio ideologico travestito da indignazione morale?”, si chiede Campi.

Interviene il presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone. Facendo notare che “Come candidamente confermato dall’editrice Susanne Schüssler, capo della Wagenbach, la casa che pubblica la maggior parte degli autori letti in Germania, ben più della metà degli scrittori inseriti nella delegazione italiana alla Fiera del libro di Francoforte sono di sinistra. E la delegazione non è in alcun modo rappresentativa dell’indirizzo del governo Meloni. La cosa che, invece, fa morire dal ridere è la firma di Roberto Saviano nello stesso appello per la sua presunta estromissione. Già smentita in maniera documentata dal Commissario Mazza, a cui va la nostra solidarietà insieme a quella dovuta al Ministro Sangiuliano”.

 

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