Il leghista Furgiuele dopo l’espulsione: “Posso ancora dire che Bella ciao non mi appartiene?”

14 Giu 2024 15:14 - di Redazione

Il deputato leghista Domenico Furgiuele ha commentato così sul suo profilo Facebook i sette giorni di espulsione dai lavori parlamentari che gli sono stati comminati dopo l’accerchiamento e aggressione al deputato pentastellato Leonardo Donno. Furgiuele ha fatto la famigerata X della Decima Mas, gesto che è ormai oggetto di una vera e propria caccia alle streghe.

“Sto vivendo i sette giorni di espulsione dai lavori parlamentari che mi sono stati ingiustamente inflitti con la coscienza serena, facendo ciò che mi riesce meglio da quando sono in #politica: raccogliere le #istanze popolari a stretto contatto con la quotidianità delle #città e dei paesi dove mi sono radicato in tutti questi anni. Il gesto di dissenso, la famosa X, che ho indirizzato agli #odiatori professionisti presenti nei ranghi del #centrosinistra e in particolare dei cinque stelle , è stato caricato oltremodo di significati estremi che nulla hanno a che fare con l’attualità”.

“Il mio – continua Furgiuele – è stato un chiaro gesto di disapprovazione verso l’idea arrogante di innalzare al rango di inno patriottico quel ‘Bella Ciao’ che non mi appartiene, perché gli emblemi unificanti della Repubblica sono ben altri, non le canzonette di una parte di partigiani che non disdegnò di colorarsi del rosso-sangue dei vinti (ne scrive magistralmente anche quel noto fascista di Pansa). Posso dire che ‘Bella Ciao’ non mi appartiene? Certo che posso, e non solo lo dico, ma lo #griderò sempre. E poi basta con la criminalizzazione continua della Decima Mas, c’è una #onorificenza mai rinnegata dalla Repubblica che ne riconosce i meriti storici in alcune battaglie importanti che hanno esaltato il valore militare italiano.
Da quella esperienza sono originati corpi scelti che ancora oggi fanno onore al nostro #esercito.
Accetto socraticamente , dunque, una sanzione senza averla meritata, anche perché non ho partecipato ai tafferugli d’aula originati dal ‘cascatore’ professionista che ambisce a diventare un martire parlamentare.
Una qualifica che, evidentemente, non avrà mai perché inchiodato da alcune inequivocabili riprese video trasmesse da piu’ media, le quali dicono che si tratti di un clown”.

“Vedete – prosegue il lungo post del deputato leghista – la vita parlamentare è molto più varia di quanto non si pensi. Ogni giorno impari qualcosa; in questa vicenda ho toccato con mano la #cattiveria di diversi ‘#colleghi’ #pentastellati che, al pari di calciatori perdenti, spompati, scarsi e non in grado di onorare le partite più importanti, commettono di continuo falli di reazione. Io li capisco pure, poverini, come comprendo la rabbia dei loro topolini da tastiera. Costoro alle ultime elezioni hanno perso voti e faccia, anche perché non hanno potuto più “vendere” agli italiani il prodotto della loro maestria politica ( redditi parassitari di cittadinanza e super bonus grazie ai quali hanno sfasciato i conti dello Stato regalandoci centinaia di miliardi di euro di debito). Sarà un caso che alle urne abbiano fallito nel momento in cui non sono riusciti ad elargire elemosine a carico del bilancio pubblico?”.

“In aula provocano di continuo, commettono bassezze, accendono risse e, cosa più schifosa che ha riguardato anche chi rappresenta la #Calabria in quel gruppo, spendono il loro tempo per costruire prove per far espellere i colleghi di maggioranza, come nel mio caso. Ma, ripeto, la penalità infertami è solo una #opportunità per stare a contatto con il territorio sovrano, da cui traggo linfa e stimoli per esercitare in parlamento la mia azione a tutela della mia Terra sempre con maggiore #forza. Se certi frustrati scarsoni, che amano buttarla in rissa non avendo piu’ nulla da dire al paese, perché il paese li ha pesati, pensano di intimidirmi e di inibirmi si sbagliano di grosso. Io tornerò infatti presto in aula per descriverli con le parole del grande Gianfranco Miglio, che aveva coniato “Il manifesto del parassita”; un documento eccezionale, valido per descrivere le politiche pentastellate e molti dei loro fulgidi interpreti”.

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