Ilaria Salis beatificata su “Repubblica”: ha gli occhi stanchi, studia, manda mail. La casa occupata? Colpa di Aler…
La “beatificazione” di Ilaria Salis va in onda su “Repubblica” in un’intervista “celebrativa” della neo europarlamentare di Avs, che rivendica pubblicamente il diritto all’affitto gratis, al canone zero, all’occupazione selvaggia come atto politico. Parole imbarazzanti che ha rilanciato e rivendicato in vari post sui social. Nei quali si è anche lamentata di qunto sia dura e logorante la vita di chi occupa abitazioni. Parole che hanno scatenato altre bordate polemiche. Ebbene, nel colloquio poco o nulla le si chiede sull’argomento illegalità. Sul quotodiano diretto da Molinari si preferisce il ritratto idilliaco e agiografico da primo giorno di scuola. “Finalmente libera da ceppi e guinzagli, Ilaria Salis, anzi l’eurodeputata Ilaria Salis, si presenta all’appuntamento sorridente e ansiosa. Ha voglia di parlar bene, di argomentare, di spiegare. Di mostrarsi pronta per l’avventura che l’aspetta a Bruxelles, dove per la prima volta si recherà domani”.
Ilaria Salis, intervista celebrativa su Repubblica
“Ha occhi vitali velati di stanchezza. Incontra Repubblica in un appartamento di Milano, messo a disposizione da uno suo amico. Fa il caffè, si affaccia un attimo al terrazzo, guarda Milano, risponde a tutte le domande”. Che brava scolaretta. Chi si aspetta domande precise sul suo supporto ai movimenti per il diritto alla casa e alle occupazioni abusive di immobili sfitti rimane di sale. La prima domanda è sul rapporto con il papà con il quale le cronache e i post sui social attestano diversità di vedute. “Vero, mio padre è un liberale ma non abbiamo mai litigato per questo. L’antifascismo è il nostro comune denominatore». Non sia mai. Seconda domanda, il rapporto con la mamma: perché non la nomina mai? Gli italiani se lo stavano chiedendo in massa. Lei glissa. Tutto il colloquio gira sulle sensazioni del suo ritorno a Monza, su ritmo frenetico che deve sopportare: «È stato…rapido. Sono arrivata che sotto casa c’erano già giornalisti e carabinieri. Volevo prendermi una settimana di riposo ma le cose hanno preso a girare a una velocità vertiginosa, soprattutto rispetto alla monotonia sfinente della cella».
Ilaria Salis: “Leggo, rispondo al telefono, mando mail…”,
Ora, da brava neo eletta, si sta applicando alla nuova materia. «Studio io il funzionamento tecnico del parlamento europeo, leggo, rispondo al telefono, mando mail». E’ spaventata dal nuovo ruolo? Come si sente quindici mesi fuori dal mondo? Cosa si prova ad ottenere 176mila preferenze? Insomma, tutta una pagina di convenevoli. Lei non è una politica di professione, come se la caverà? Già, sappiamo del suo attivismo in tutt’altre materie. Risponde: «Col senso di responsabilità che provo verso tutte le persone che mi hanno dato fiducia. Pressione e aspettative ci sono, ma devo fare le cose con calma e lucidità, ci metterò tutto il coraggio che ho».
“Dal centrodestra attacchi privi di contenuto”
Spunta, poi, in mezzo a questo ritratto intimo di Ilaria Salis la domanda sull’occupazione dell’immobile popolare di Milano per il quale ha contratto un “debituccio” di 90mila euro. Risponde minimizzando e accusando Aler: “La famosa casa dello scandalo… la polizia mi ha trovato lì nel 2008, quando avevo 24 anni. Oggi ne ho 40. Da allora non sono più andati a fare verifiche per vedere chi ci abitasse, però l‘Aler mi contesta lo stesso un debito di 90 mila euro». Cattivoni tutti. E di nuovo la tesi giustificazionista: occupare non è un abuso: «Prendiamo Milano, 12.000 appartamenti popolari sfitti e 10.000 nuclei familiari in lista di attesa. I movimenti per la casa non tolgono niente a nessuno, cercano di risolvere con altre modalità un problema che le istituzioni non risolvono». Eh no, tolgono molto a chi è in lista d’attesa per esempio. E le “altre modalità” sono illegali. Eppure subito il cronista le fa notare che gli “orchi” sono in agguato: Ogni sua dichiarazione sarà usata contro di lei dal centrodestra, lo sa? Ilaria Salis lo sa e risponde con sufficienza:«Sono attacchi pretestuosi, privi di contenuto. Piuttosto che prendere parte al teatrino, preferisco pensare al mio percorso politico».
Il delirio su FdI
Poi la domanda capziosa su Fratelli d’Italia: “Ha letto degli esponenti di Fratelli d’Italia che fanno battute sulla sostituzione etnica, i forni crematori, gli omosessuali”? Lei si appropria subito del lessico peggiore: «Mi fanno schifo. È preoccupante e pericoloso che siano tollerate in un Paese come il nostro, emanano da un’ideologia di morte». E sull’incontro tra la premier ed Orban – tema che dovrebbe interessarle in quanto nei europarlamentare- risponde: “Non mi tange, sono affari della destra”. Cadono le braccia. Ma su quali libri sta studiando? Non aveva “voglia di parlar bene, di argomentare, di spiegare. Di mostrarsi pronta per l’avventura che l’aspetta a Bruxelles”…