Inchiesta Fanpage, Pacifici (ex presidente comunità ebraica): “Da FdI condanna unanime. Mi fa più paura l’odio a sinistra”

28 Giu 2024 16:00 - di Bianca Conte
Riccardo Pacifici su inchiesta Fanpage

Sull’inchiesta di Fanpage che ha scatenato fuochi e fiamme, piovono le parole dell’ex presidente della comunità ebraica, Riccardo Pacifici, che a freddo e al netto di osservazioni e accuse, sposta e allarga l’asse delle recriminazioni, senza per questo delegittimare o assolvere. Ma inducendo sicuramente a un ragionamento di più ampio respiro. E allora, quegli spezzoni di immagini scippate di nascosto e montate in sequenze a effetto. Quei fiumi di parole e quell’ondata di indignazione e rabbia bipartisan.

E poi, a chiudere il cerchio, il tanto evocato dalle opposizioni chiarimento/provvedimento di Giorgia Meloni, che cala come una mannaia su recriminazioni e allarmi che la sinistra intrisa di sentimenti al vetriolo – e impegnata per giorni a scatenare la sua potenza di fuoco lanciando strali e cavalcando l’onda dello sdegno, equipaggiata dalla stampa progressista-militante al seguito – che risponde ai dubbi su approccio e condanna alla questione mossi dagli avversari politici, dettando il timing di interventi e sanzioni. Tutto, seguendo le parole di Pacifici, induce a guardare l’intera vicenda a 360 gradi.

Inchiesta Fanpage, le parole di Pacifici piovono come pietre

«Non sono sorpreso dall’atteggiamento nostalgico di una parte minoritaria dei gruppi giovanili della destra, sappiamo bene che certi sentimenti non sono del tutto sopiti. Mi sorprenderebbe se non ci fosse stata una condanna della leadership che invece è stata netta», dice allora, e proprio in apertura di ragionamento, intervistato dalla Stampa, Riccardo Pacifici: vicepresidente dell’European Jewish Association, che quando era presidente della comunità ebraica romana ha avuto Ester Mieli come portavoce.

Una voce non certo passibile di equivocità o soggetta a interpretazioni di sorta, la sua, che si alza chiara e forte. Sottolineando senza timori di smentita che «la posizione di Fratelli d’Italia è chiara: vedo che alcuni di questi ragazzi di Gioventù nazionale si stanno dimettendo. E che i dirigenti apicali, che ringrazio, si sono espressi: da Donzelli a Malan, da Crosetto a La Russa, c’è imbarazzo. Ma la condanna è unanime», ricorda opportunamente Pacifici.

Pacifici sull’inchiesta di Fanpage: «Da FdI condanna unanime. Mi fa più paura l’odio a sinistra»

E ancora. Non fa e non deve fare sconti Pacifici: «La simbologia e quello che ho visto sono da condannare senza esitazione». Ma al tempo stesso non manca di sottolineare: «L’ignoranza di quattro deficienti di Gioventù nazionale, peraltro confinati in un sistema di leggi costruite ad hoc, mi fa meno paura del rischio di sopravvivenza dello Stato di Israele e dell’odio antiebraico a prescindere che vedo a sinistra», sottolinea l’ex presidente della comunità ebraica. Non solo. Quanto a un possibile problema di antisemitismo a sinistra, aggiunge, «sarebbe utile cominciare a riflettere su questo. Come diceva il presidente Giorgio Napolitano l’antisionismo è la forma moderna dell’antisemitismo».

«Quei silenzi dei leader della sinistra quando agli ebrei non è stata garantita l’incolumità nelle università»

E allora, prosegue Pacifici, «penso ai silenzi che ho avvertito dai leader della sinistra, per ovvi motivi elettorali, quando agli ebrei non è stata garantita l’incolumità nelle università. Alle manifestazioni per la giornata contro la violenza alle donne o al Gay Pride». E a suo giudizio, conclude con la solennità della storia che incarna e dei ruoli che ha rivestito e che riveste, «esiste un tema di ignoranza tra i giovani che sfocia nell’antisemitismo: sia a destra sia a sinistra».

Inchiesta Fanpage, Riccardo Pacifici: la solidarietà a Ester Mieli

E con apertura al dialogo e approccio ottimistico, da genitore, storico analitico e uomo di fede che non può e non vuole rinunciare al compito di guardare a fatti e parole con lucidità e onestà intellettuale, nonostante tutto chiosa: «Io, da padre, vorrei poter incontrare i genitori di questi ragazzi per capire come delle persone impegnate socialmente e politicamente possano arrivare a utilizzare un gergo nostalgico inaccettabile che in Italia ed in Europa è considerato reato». Le ultime parole da osservatore illuminato, infine, sono rivolte a Ester Mieli. A cui Pacifici conferma: «Ho espresso per messaggio la mia solidarietà».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *