La Russa torna sulla “stortura” ballottaggio: “Eletti sindaci con meno voti dell’avversario al primo turno”

26 Giu 2024 11:49 - di Luigi Albano

“La mia nota di lunedì è stata scritta quando i dati della partecipazione non c’erano ancora e i risultati erano ignoti. Era un appello a una riflessione seria. Io mi riferivo all’astensione e la mia considerazione è che il ballottaggio non risolve il problema, anzi lo aggrava”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in una intervista al Corriere della Sera, in merito alla sua presa di posizione sui ballottaggi elettorali. L’esempio concreto? “C’è chi viene eletto solo con il voto del 20% degli aventi diritto e chi addirittura diventa sindaco con meno voti di quanti ne ha avuti al primo turno l’avversario che perde. Una stortura incredibile”.

Il presidente del Senato replica alla Schlein: mi chieda scusa

E replica agli attacchi della leader del Pd: “Elly Schlein, ha detto addirittura che io voglio abolire le elezioni. Per un’affermazione del genere la segretaria dovrebbe scusarsi. Prima di fare una critica pur lecita al presidente del Senato bisognerebbe almeno guardarsi il testo. O le hanno riferito male la mia dichiarazione, o non ha letto bene, o mente sapendo di mentire”, “come ho detto al capogruppo del Pd Boccia, che stimo, stavolta Schlein ha proprio esagerato. E lui sa che per lei ho sempre avuto parole di grande rispetto. Ma la boutade che io vorrei evitare libere elezioni cade nel ridicolo. Per me il giorno del voto è quello più bello, la vera festa della democrazia”. La premier Meloni accusa le opposizioni di usare toni eversivi… “Beh, la dichiarazione di Schlein nei miei confronti non è bella, sembra quasi eversiva. Ha accusato il presidente del Senato, inventando di sana pianta, di voler abolire le elezioni”.

La Russa, non solo ballottaggio: “La sinistra chiede le preferenze? Io l’ho proposto, Pd e M5s votarono contro”

La Russa, oltre alla richiesta di revisione del ballottaggio lancia anche un appello: “Una volta passata la polemica sul premierato, mi auguro che sulla legge elettorale ci sia maggiore condivisione. A chi da sinistra chiede le preferenze ricordo sommessamente che l’unico emendamento per inserirle nella legge attuale era di FdI a firma del sottoscritto, non certo del Pd, dei 5 Stelle, o della Lega. È una battaglia che tentai di fare da solo, con molta forza”. Sbaglia chi teme che la destra di Giorgia Meloni possa scivolare verso una democrazia illiberale alla Orbán? “Scenderei in piazza, sicuramente con Giorgia, contro una democrazia che non tenesse conto del voto dei cittadini. E non so se lo farebbero tutti coloro che ci criticano”.

“Stucchevole tirare per la giacca Mattarella”

Inoltre sull’Autonomia afferma: “Tutto, potendo, andrebbe fatto in modo più condiviso, ma io sono orgoglioso di come si è svolto il dibattito al Senato. Al di là dell’ostruzionismo e di qualche battibecco, non si è visto nulla di incivile”. È legittimo chiedere a Mattarella di non firmare l’autonomia, come ha fatto il M5S? “La considero quasi una diminutio per il capo dello Stato. È stucchevole, glielo chiedono una volta sì e una no e il presidente non ha bisogno che qualcuno gli spieghi come interpretare il suo ruolo”. Sarà Raffaele Fitto il commissario europeo dell’Italia? “È un grande ministro, sarebbe la persona più adatta. Il problema è la coperta. Se copri la testa privilegiando la Ue, finisce che scopri i piedi”.

 

 

 

 

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