Le allucinazioni mostruose di Luca Casarini. “Non ho preso il peyote ma vedo in Ilaria Salis una formica”
Confessa di sentirsi euforico, eccitato, allucinato come quando mangiava foglie di una famosa pianta allucinogena del deserto, Luca Casarini, all’indomani delle elezioni, alle Europee, dei suoi eroi di riferimento, Ilaria Salis e Mimmo Lucano. “Come quando assumi il peyote, e ti fai accompagnare nel viaggio da uno sciamano interiore con il quale non sapevi di convivere. Oggi, all’indomani delle elezioni europee, mi risuona l’effetto peyote, anche senza aver bevuto nessun thè magico, come mi capitò tanti anni fa…”, scrive oggi sull’Unità il No Global, paladino delle Ong, compagno dei sinistri più nostalgici e movimentisti.
Luca Casarini e l’apologia di Ilaria Salis e Mimmo Lucano
L’articolo sul quotidiano che fu di Gramsci è una sorta di delirio ideologico, più che alcolico, intriso di metafore politiche e anche zoologiche. Cani, formiche… “Ognuno si porta a casa ciò che vuole: terribile onda nera, eroica Resistenza, grande affermazione, non si è capita la proposta. Colpa di quello che ha aperto la strada a quell’altra. Pericoli, apocalisse, miracoli e tenebre, tutto dentro la doggybag, per del cibo avanzato che porti a casa e non lo darai al tuo cane. Perché manco ce l’hai il cane. Quelli che partecipano, e sono inconsapevoli servitori del sistema” e quelli che non vanno che utili idioti dei nazisti dell’Illinois’. Guardo, come guardavo lì disteso su quella spiaggia in Salento, le nuvole assumere le forme di un drago, o gli alberi che si abbassano fino a guardare dritto negli occhi un pesce, che ha attirato la loro attenzione nuotando in superfice. Tutto si muove eppure sta fermo, tutto cambia ma la sostanza di cui è fatto lo richiama subito a rientrare nei ranghi. Un caleidoscopio di colori e forme chiuse in tubo…”, scrive in una dimensione letteraria incomprensibile perfino a se stesso, dalla quale riemerge, finalmente, con un paio di nomi, anzi, uno solo, Lucano, perché la Salis, la formica, viene definita
La formica che torna alla nuda vita
“Ma poi il mio sguardo si fissa su un particolare. Una formica, e riesco a vedere come muove le antenne, anche se ora sono in piedi e lei è in fondo, in una minuscola crepa della terra. Si muove come in un canyon, e capisco quanto sia enorme per quegli occhi. Che impresa straordinaria si appresti a compiere nell’attraversarlo. Di queste elezioni vedo la liberazione di una prigioniera politica, mostrata al mondo come il simbolo in catene del potere assoluto sulla ‘nuda vita’, come una impresa straordinaria. Anche Mimmo Lucano, anche tutti e tutte gli altri e le altre, sono cose buone. Ma questa di liberare dal carcere, dal totale controllo dispotico, violento ed arrogante, una condannata predestinata, è la mia formica. È quel mondo non autorizzato, che si fa strada in mezzo a quell’altro mondo, che cambia forma ma non sostanza, quello che mi interessa davvero…”.