Le sculture di Meggiato conquistano l’Asia: in mostra la simbiosi di antico e moderno per raccontare l’invisibile

8 Giu 2024 13:44 - di Alberto Samonà
mostra Meggiato

La relazione con l’invisibile; la possibilità di vivere la materia, trascendendola, dandole un significato che non sia esclusivamente materiale e di accorgersi che la materia stessa altro non è se non energia; la consapevolezza di guardare all’Uno attraverso il molteplice, composto dai quattro elementi. Sono questi alcuni degli spunti di riflessione che giungono dalla capitale dell’Azerbaijan, Baku, che fino al 26 ottobre ospita la grande mostra dell’artista italiano Gianfranco Meggiato, intitolata Linee dell’Invisibile (Görünməyənin cizgiləri).

La mostra dell’artista italiano Gianfranco Meggiato a Baku

L’esposizione è allestita nell’Heydar Aliyev Center, uno dei più importanti complessi culturali dell’Asia, gioiello dell’architettura contemporanea, progettato da Zaha Hadid. E ha una portata internazionale, perché Meggiato è il primo artista italiano vivente a esporre con una propria mostra Personale in questo grande centro culturale, che negli anni ha ospitato opere di alcuni fra gli artisti più importanti del mondo, tra i quali Anish Kapoor, Yayoi Kusama, Tony Cragg.

All’esterno e all’interno del grande complesso museale trovano ospitalità ben 39 opere, alcune delle quali di dimensioni imponenti, di cui 19 realizzate appositamente per questa mostra.

Per la prima volta un italiano espone nel celebre “Heydar Aliyev Center”

Un vanto per l’Italia, soprattutto perché la rilevanza data alla mostra dai media azeri è notevole. Ed è ancora più interessante, perché nell’arte di Gianfranco Meggiato e nelle sculture esposte non vi è traccia di intellettualismo, di ideologie post umane, o di quel concettualismo e individualismo che oggi sono dominanti, soprattutto in Europa e in Occidente. Egli, al contrario, con le sue sculture moderne che però richiamano i grandi valori della Tradizione, ci invita a guardare l’opera d’arte come terminale di una potente e infinita energia, che prende forma nella materia.

In questo vi è anche il senso della cosiddetta “introscultura”: le superfici esterne dell’opera d’arte aprono a un panorama interiore di profondità immense. E l’osservatore, il visitatore, è invitato ad entrare nel cuore mistico, spirituale, energetico dell’opera d’arte, della materia stessa. E ad incontrarne l’energia.

Un viaggio nel mondo interiore di Meggiato attraverso le 39 opere esposte

L’equilibrio delle opere di Gianfranco Meggiato è lo specchio, o il punto di congiunzione delle molteplici influenze sottili che incontriamo nella nostra vita. E in questo incontro ci accorgiamo che il disordine lascia il posto all’ordine, il chaos al cosmos, il molteplice all’Uno. Eppure, apparentemente, noi tutti viviamo proprio nel disordine. Fra le sculture esposte, una nota merita Mistral (alta 4 metri), posta al centro della grande hall del museo, che con la sua forma caratterizzata dalle volute a spirale che si avvolgono attorno al nucleo e con il suo colore rosso, simbolicamente incarna e riunisce insieme il concetto del vento e della fiamma di fuoco, che rappresentano rispettivamente la città di Baku e l’Azerbaijan.

Così come l’Heydar Aliyev Center, luogo ultramoderno e unico al mondo, è incastonato in una città millenaria, ricca di storia, allo stesso modo le sculture contemporanee di Gianfranco Meggiato, sono attualissime, modernissime, ma rimandano, al contempo, a una sapienza antica, senza tempo. Ecco perché modernità e tradizione sono in simbiosi, non in antitesi, potendo costituire una straordinaria possibilità unitaria per leggere il presente e preparare il futuro.

Viaggiare attraverso le 39 opere esposte in questa grande mostra vuol dire, dunque, raccogliere l’invito di Gianfranco Meggiato a compiere un viaggio interiore: linee dell’Invisibile che riannodano i fili della nostra vita su questo pianeta, no per fuggire dal mondo, ma per nutrirsi di energia, accoglierla e riconoscerne il più profondo senso spirituale, riconnettendosi con il Divino. È una ricerca che merita di essere compiuta, poiché guarda al mondo, all’universo attraverso l’uomo e all’uomo attraverso l’universo.

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