L’eterno ritorno di Di Battista, lo showman che riappare a orologeria per ricordarsi di essere vivo

28 Giu 2024 19:40 - di Francesco Flavi
Di Battista

Alessandro Di Battista è un po’ come George Foreman (se leggesse questo pezzo il grande campione americano ci querelerebbe): si ritira, ritorna, si ritira ancora e poi ritorna. Dice di non fare politica da sei anni, da quando rinunciò al secondo mandato con i Cinquestelle, ma fa politica più di prima. Scrive libri, fa spettacoli teatrali, è ospite fisso in televisione, raccoglie firme per la Palestina. Nel frattempo dice cose che, se le dicesse qualsiasi altra persona, susciterebbero scandalo e critiche, e forse l’indifferenza che lo circonda dà la cifra del suo spessore politico. Oggi ci è ricascato, accusando Israele di farsi scudo dell’antisemitismo e di essere simile ai nazisti e Giorgia Meloni di avere “le mani sporche di sangue” e dimostrando la perfetta sintesi pirandelliana: è un personaggio in cerca di autore.

Di Battista contro Israele: “Volgari assassini simili ai nazisti”

Presentando la sua raccolta di firme pro Palestina, Dibba ha definito i governanti di Israele, “terroristi di Stato, fanatici, fondamentalisti, volgari assassini che usano l’antisemitismo per giustificare i propri massacri e addirittura accusano di antisemitismo le Nazioni Unite perché si scandalizzano rispetto a quello che stanno facendo a Gaza. Questa roba qua la facevano i nazisti”. Parole fortissime e gravi .

“Meloni ha le mani sporche di sangue”

Continuando nel suo delirio, il famoso Dibba ha preso di mira Giorgia Meloni. “Se mantiene il silenzio su quanto avviene a Gaza, la Meloni ha le mani sporche di sangue”. Per poi aggiungere che,”Avrebbe gli strumenti per intervenire, parlare, proporre delle sanzioni, ma invece sta zitta ed è politicamente coinvolta, io non mi capacito”.

FDI: “Questo è il vero antisemitismo”

Dura la replica del vicecapogruppo di FDI alla Camera, Alfredo Antoniozzi: “Il signor Alessandro Di Battista, guru dei Cinquestelle, ha definito Israele, ‘volgare assassino e crudele, che si fa scudo dell’antisemitismo, simile ai nazisti’. Chissà che ne pensano il signor Conte e la signora Schlein. Chissà che ne pensano le famiglie di centinaia di israeliani torturati e decapitati da Hamas. Questo è il vero antisemitismo e fa paura e nessuno prenderà le distanze da queste parole”.

Un eterno Masaniello senza popolo o un futuro Melenchon?

Alessandro nostro, senza essere Magno, è un eterno Masaniello senza popolo. Forse sogna di prendere il posto di Giuseppe Conte e non avrebbe tutti i torti. I Cinquestelle, che sono l’espressione più alta e insuperabile di antipolitica della storia repubblicana, sono diventati un partitino a rimorchio del Pd, nemmeno più a due cifre. Un Dibba leader e sganciato da ogni alleanza parlerebbe il linguaggio più consono al Movimento fondato da Beppe Grillo: demagogia, rabbia, odio sociale odio contro Israele: in pratica, Melenchon. Un linguaggio degli orrori ma almeno “coerente” con lo spirito di un gruppo di capopolo locali senza arte e ne parte che hanno lasciato una voragine di sessanta miliardi di euro nei nostri conti pubblici per fare una sola cosa, con il Superbonus: arricchire i ricchi.

Di Battista e le parole di Pacifici: dove sta il vero antisemitismo

Piuttosto che sganciare la linea mediatica sui “4 sciem” trovati da Fanpage, la sinistra dovrebbe fare i conti con se stessa. E’ nel suo ventre, nazionale ed europeo, che si nasconde l’odio verso Israele, abilmente nascosto da un antifascismo di maniera. Lo ha detto Riccardo Pacifici e lo ha confermato oggi il nostro prode Dibba, che non è Foreman ma meriterebbe quel meraviglioso gancio di Alì a Kinshasa.

 

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