Maturità che parte, polemica che trovi, protesta social dei maturandi 2023: “Le nostre tracce erano più ostiche”

19 Giu 2024 15:26 - di Lara Rastellino
tracce Maturità

Maturità che parte, polemica che trovi. Anche questa annata degli esami di Stato non esime dal confronto e una volta svelate le tracce della prova di italiano – ampiamente sospettate e annunciate nell’immancabile rito del toto tema che, paventando di tutto un po’, qualche volta su qualcosa capita che ci azzecchi almeno alla lontana – ecco la recriminazione da prassi: «Baratteresti Moravia e Quasimodo per Pirandello e Ungaretti? I maturandi del 2023 – i classe ’04, come si definiscono – ci metterebbero la firma».

E in queste prime ore dell’esame di Stato commentano, al posto dei loro colleghi impegnati nella traccia di italiano, le proposte del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Come segnala il sito Skuola.net, sui social sono infatti numerosi i messaggi che dicono chiaramente come l’accoppiata di autori proposta lo scorso anno, Moravia e Quasimodo, era di gran lunga più ostica rispetto a quella scelta per la Maturità 2024, ovvero Pirandello e Ungaretti.

Maturità, uscite le tracce, sui social parte la protesta dei maturandi del 2023: “Le nostre erano più ostiche”

Posto che non esiste un autore più facile di un altro, i capisaldi della nostra letteratura invitano tutti a una sfida analitica e critica: e una sfida, di per sé, non è mai più facile di un’altra. È una sfida, con tutte le asperità e le peculiarità che comporta… Detto ciò forse varrebbe la pena soffermarsi sugli aspetti contenutistici della sfida 2024 che, forse, stando alle tracce, ha richiesto meno interpretazione nozionistica e più slancio interpretativo e di commento personale. E non solo nelle proposte letterarie e poetiche, ma anche in quelle storiche e di attualità.

Maturità, le tracce, Camisani Calzolari su “Profili, selfie e blog”: il diario cartaceo era intimo, ora si cercano like

Non è un caso allora se all’Adnkronos Marco Camisani Calzolari – divulgatore scientifico, docente e scrittore, membro del Comitato IA per la Presidenza del Consiglio ed Esperto del Dipartimento per la Trasformazione digitale – nel commentare le tracce della Maturità si sofferma sul libro Profili, selfie e blog di Maurizio Caminito, asserendo in partenza: «Un tempo, il diario cartaceo era uno strumento intimo, destinato alla ricerca interiore e alla scoperta della nostra parte più profonda. Il diario di Anna Frank rappresentava un esempio di scrittura privata e sincera, i diari digitali contemporanei raccontano cosa facciamo, dove andiamo e con chi stiamo, con l’obiettivo di ottenere like, commenti e condivisioni».

Tracce della Maturità, non solo letteratura e poesia: la discussione si accende sulla comunicazione virtuale

Secondo l’esperto, infatti, lo spunto proposto dal Miur sulla base del testo del Caminito, «offre un’analisi profonda e attuale delle nuove forme di comunicazione digitale e della loro influenza sul modo in cui esterniamo i nostri pensieri». «Se già nel 2014, quando Caminito ha proposto le sue riflessioni, il diario digitale si configurava come una rappresentazione di sé proposta per la fruizione altrui, con una forte ricerca di giudizio e approvazione», rileva l’esperto, «oggi, dieci anni dopo, i social media hanno stravolto ulteriormente le dinamiche di elaborazione e percezione del “sé”», prosegue Camisani Calzolari. Deducendone: «Non si scrive più per sé stessi, ma per un pubblico virtuale che diventa il vero destinatario delle nostre riflessioni e delle nostre esperienze».

Selfie e confessioni intime falsate dalla comunicazione digitale?

Pertanto, ne consegue – spiega il divulgatore scientifico – che «la possibilità di curare attentamente la propria immagine e di ricevere feedback immediato sotto forma di like, commenti e condivisioni ha influenzato il modo in cui le persone si percepiscono e desiderano essere viste dagli altri. Questa dinamica ha portato a una maggiore consapevolezza del proprio “brand personale”. Ma ha anche generato pressioni psicologiche legate all’auto-rappresentazione e al confronto sociale. L’algoritmo che governa queste piattaforme ha incentivato comportamenti che massimizzano l’engagement. Spesso a scapito della autenticità. Contribuendo alla diffusione di ideali estetici e stili di vita irrealistici, che possono generare sentimenti di inadeguatezza e ansia tra gli utenti. Portando peraltro ad una perdita di autenticità e di profondità nella narrazione personale».

Ma nel confronto tra selfie e blog per l’esperto vince il diario intino “vecchia maniera”

Allora, conclude l’esperto, «i giovani dovrebbero riflettere su questo cambiamento. E considerare che, sebbene il racconto delle proprie esperienze possa essere interessante, il diario digitale rischia di trasformarsi in un modo di fare show off. Di mettere in scena una presunta intimità che, in realtà, non è tale. È importante riscoprire il valore della scrittura personale come mezzo per esplorare sé stessi, senza la pressione del giudizio esterno», conclude Camisani Calzolari.

Che in calce poi aggiunge: «In questo contesto, il diario cartaceo o offline può ancora rappresentare uno strumento prezioso per la crescita personale e la riflessione autentica. Scrivere per sé stessi, lontano dagli occhi indiscreti dei social, permette di esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni in modo più libero e sincero. Pertanto, mentre i blog e i social media continueranno a evolversi e a influenzare la nostra comunicazione, non dobbiamo dimenticare l’importanza di mantenere uno spazio privato per la nostra scrittura personale». Assolutamente condivisibile.

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