Meloni al summit in Svizzera: “Kiev può contare su di noi, pace non significa resa”

16 Giu 2024 18:54 - di Maurizio Ferrini

“Caro Volodymyr, sono qui per dirti che puoi continuare a contare su di noi, per tutto il tempo necessario”. Il giorno dopo il G7 in Puglia che ha rilanciato il supporto dei Grandi all’Ucraina, Giorgia Meloni arriva alla conferenza di pace al resort di Burgenstock, in Svizzera, per ribadire il sostegno dell’Italia a Zelensky. “L’Italia ha sempre fatto la sua parte e non intende tirarsi indietro”, dichiara il premier intervenendo nella giornata conclusiva del summit.
“Vogliamo fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per trasformare un futuro di pace e libertà per l’Ucraina in una realtà”, le parole del premier, “dobbiamo unire tutti gli sforzi per aiutare l’Ucraina a guardare al futuro”.

Meloni ha ricordato che “l’Italia ha sempre fatto la sua parte, e non intende tirarsi indietro. Dobbiamo però unire tutti gli sforzi possibili per aiutare l’Ucraina a guardare al futuro. Questo è esattamente ciò che abbiamo fatto al vertice del G7 sotto la presidenza italiana, dove abbiamo appena raggiunto un accordo per mettere a disposizione di Kiev circa 50 miliardi di dollari di ulteriore sostegno finanziario entro la fine dell’anno, sfruttando le entrate straordinarie derivanti dagli asset sovrani russi immobilizzati. Si tratta di un risultato estremamente significativo, frutto di un grande lavoro di squadra svolto dai leader del G7″. Ora, ha assicurato Meloni, “continueremo ogni sforzo possibile per mantenere impegnati tutti i partner internazionali, poiché anche loro stanno soffrendo le conseguenze globali di questo conflitto”.

Meloni al summit in Svizzera: “Pace non significa resa”

“La pace non significa resa – come sembra suggerire il Presidente Putin con le sue ultime dichiarazioni – ha aggiunto il premier nel corso del summit. Non è così. Confondere la pace con la sottomissione costituirebbe un pericoloso precedente per tutti”, ha sottolineato il presidente del Consiglio. Meloni ha apprezzato il lavoro svolto nella due giorni organizzata dalla Svizzera. “La Conferenza – spiega – rappresenta un’iniziativa coraggiosa, che smantella certe narrazioni o propaganda. Nessuno può mettere in dubbio l’assoluta importanza dei tre temi cruciali di interesse globale discussi: la sicurezza nucleare, la sicurezza alimentare e la dimensione umana, in particolare il ritorno dei bambini sfollati”. Meloni si rivolge ai presenti al vertice: “Se l’Ucraina non avesse potuto contare sul nostro appoggio e quindi fosse stata costretta ad arrendersi, oggi non saremmo qui a discutere le condizioni minime per un negoziato – ha osservato -. Si tratterebbe solo di discutere dell’invasione di uno Stato sovrano e tutti noi possiamo immaginare con quali conseguenze”.

Meloni ha quindi ricordato gli 844 giorni trascorsi dall’inizio dell’aggressione della Russia”. “Sono – ha rimarcato – 844 giorni di eroica resistenza ucraina e di unità incrollabile che non ha mai mancato di sostenere il popolo ucraino”. “Difendere l’Ucraina significa difendere quel sistema di regole che tiene unita la comunità internazionale e protegge ogni Nazione”, conclude il capo del governo italiano.

“Non c’è pace che duri senza l’integrità territoriale” dell’Ucraina, ha ribadito da parte sua il presidente ucraino Zelensky nella conferenza di chiusura del conferenza in Svizzera. “Muovere verso la pace significa agire velocemente” ha detto. “Abbiamo Paesi che mostrano interesse a ospitare un secondo vertice”, ha detto. “Stiamo rispondendo all’attacco della Russia non solo difendendo la vita umana, ma anche attraverso la diplomazia” aggiunge. “Il nostro obiettivo è che tutti i paesi del mondo si uniscano a questa nobile causa”.

Il documento da 80 Paesi su 92 (tra questi India, Brasile e Messico)

Il comunicato finale del summit di pace in Svizzera “riafferma l’integrità territoriale” dell’Ucraina e sottolinea che “il dialogo tra tutte le parti è necessario per porre fine alla guerra. Il documento è stato siglato da 80 Paesi, su 92 presenti a vari gradi di rappresentanza. Non lo hanno siglato i Paesi che non appoggiano apertamente Kiev (tra questi, Brasile, India e Sudafrica – che insieme a Russia e Cina fanno parte del gruppo di economie emergenti noto come Brics – e il Messico, il documento non è stato sottoscritto neanche da Armenia, Bahrein, Indonesia, Libia, Arabia Saudita, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti). Ha firmato, invece, la Turchia, il Paese che forse più di ogni altro ha svolto finora un ruolo di mediazione nel conflitto. La Cina, definito “attore maligno” nel conflitto, non ha partecipato alla conferenza.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • silvia europa 17 Giugno 2024

    Cara Meloni e Tajani, avete già perso il mio voto e quello di tanti familiari ed amici.
    Basta soldi a Zelensky non lo possiamo più vedere, non é la nostra guerra. Non hanno rispettato gli accordi di Minsk, hanno fatto fuori 14.000 russi negli anni passati, ora o tratta o si scansa ! Non é più nemmeno presidente il suo mandato é scaduto !
    Persino il grande Kissinger, diceva che nessuna guerra é finita senza cedere qualcosa da ambo le parti !!!. Non vogliamo l’Ucraina in Europa.
    Gli europei hanno dato un netto segnale alle ultime elezioni. Gli italiani sono alle corde finanziariamente. Trasferite le richieste degli ucraini agli USA !!

  • Alessandro Caroli 17 Giugno 2024

    Non in mio nome. Un incontro “di pace” non può prescindere dalla presenza delle parti in conflitto. TUTTE le parti in conflitto.
    Kiev non può permettersi di continuare con l’apologetica del nazismo, con il razzismo linguistico, con il considerare sue località i cui abitanti sono russi a tutti gli effetti, e lo hanno dimostrato con un referendum il quale non è stato accettato dall’occidente collettivo unicamente perché in contrasto con il deep state USA ed i sordidi interessi della famiglia Biden.

  • Lappola 17 Giugno 2024

    Integrità territoriale, bello, è la nuova parola d’ordine. Peccato che noi Italiani, da sempre stupidi al massimo, avevamo la Corsica e l’abiamo regalata alla Francia; avevamo l’Istria e l’abbiamo regalata alla Jugoslavia, per non parlare poi della Libia che ci avrebbe dato tante risorse. Perché non le reclamiamo in nome di un ripristino dell’integrità territoriale ?

  • Mino Malvani 17 Giugno 2024

    Pace non significa resa.
    Ma non significa neppure armi a Zelensky per continuare a far massacrare il suo popolo.
    Questa guerra assurda l’ha vinta Putin e a decidere di continuarla non non è mai stata l’Italia, nè la Francia, nè la Germania.
    Abbia il coraggio di ammetterlo, Giorgia.
    Se non lo fa, avrò la conferma che anche lei, come i suoi colleghii europei non conta nulla, sono tutti pupazzetti telecomandati dagli USA e dalla NATO.
    Ecco perché, con grande dispiacere, pur considerando Giorgia una persona preparata e capace, non l’ho più votata.
    Rivedo i video dei suoi interventi alla Camera e in TV di qualche anno fa, quando era all’opposizione. Era un fenomeno. Mi dispero, ora non è più lei.
    Perché sta cambiato idea su tutto?
    Strategia politica? Chissà!
    Ha montato un grande apparato propagandistico senza un nulla o quasi nulla di fatto. Tutto qui!
    Per ora posso solo dire che non è questa la destra che desidero ma voglio continuare a sperare che cambi. …Ancora per poco.

  • Clif 16 Giugno 2024

    Due figure femminili in Italia una sul carro del “gay + LGBTQIA ” per i diritti di una a categoria di persone già riconosciuti, ma sui quali occorre però affinare una maggiore tolleranza l’altra, sul carro che trasporta i grandi della terra per difendere anche i diritti, ma di un popolo aggredito e semidistrutto dalla tirannia di un dittatore che con fare tribale basato sul principio triviale del più grosso divora il piccolo sta portando il mondo verso una guerra dagli esiti infausti. Una guerra che può avere solo vinti, con la sicura estinzione dell’umanità.