Meloni in Albania: “Centri operativi dal 1° agosto”. E alle sinistre: “Non faccio spot ma il mio lavoro”
Accolta con “profonda gratitudine” dal premier Edi Rama, Giorgia Meloni è volata in Albania per toccare con mano lo stato dell’arte dei due centri di accoglienza per i migranti, frutto dell’intesa tra Roma e Tirana sulla quale la sinistra (anche oggi) continua a sciacallare denunciando presunti ritardi e costi stellari. Due accuse rispedite al mittente dalla premier italiana durante la conferenza stampa congiunta con il premier albanese. L’Italia non spenderà un miliardo, infatti, ma 670 milioni in 5 anni. Un investimento. E a chi l’accusa di sottrarre soldi alla sanità la premier replica: “Io ho diritto di spendere le risorse dei cittadini per fare quello che mi hanno chiesto. Sto facendo il mio lavoro. Piuttosto si potevano spendere in sanità i 17 mld spesi per le truffe sul superbonus, risorse tolte a malati per darle ai truffatori, gettate dalla finestra a causa di norme scritte male”.
Meloni in Albania: i centri apriranno il primo agosto
La giornata è iniziata con il sopralluogo di Meloni a Gjadar, accompagnata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, poi la delegazione si è trasferita al Porto di Shengjin per visitare le aree dedicate alle procedure d’ingresso. “I lavori sono terminati. Qui si effettuerà lo screening sanitario, il foto-segnalamento. Al porto potranno sbarcare solamente migranti salvati in acque internazionali da navi italiane e non potranno essere trasferite persone fragili”, ha detto la premier. La struttura per i migranti di Gjader avrà anche funzione di Cpr , con un’area di detenzione per chi dovesse commettere dei reati all’interno della struttura. “I due centri saranno operativi dal 1° agosto – ha annunciato Meloni – partiamo per ora da più di 1.000 posti che arriveranno ai 3.000 che abbiamo previsto dal protocollo”.
“Si parte da 1000 posti che arriveranno a 3000”
Tutto all’insegna della concretezza di un modello che può fare da apripista in Europa. “Il complesso dei due centri sarà operativo dal 1° agosto. L’accordo potrebbe essere replicabile in molti Paesi e diventare una parte della soluzione strutturale dell’Ue. Lo capiamo noi e lo capiscono i sostenitori dell’immigrazione incontrollata che lo contestano”, puntualizza Meloni. “Abbiamo molti occhi puntati addosso, vogliamo riuscire. Un obiettivo del genere val bene due mesi di ritardo, legati alla natura dei terreni di Gjader che non avevamo previsto e hanno richiesto interventi di rafforzamento”. Restituite al mittente anche le polemiche sui costi. “Con la deterrenza consideriamo di abbattere gli arrivi di migranti in Italia. Quindi – scandisce a chiare lettere la premier – non stiamo spendendo risorse pubbliche ma stiamo facendo un investimento. Facendo un rapido calcolo, con l’attuale capienza a pieno regime e considerando i migranti non accolti in Italia, risparmieremmo 136 milioni di euro”.
La solidarietà a Rama per il fango subìto
Meloni ha poi rivolto pubblicamente la sua solidarietà al premier Edi Rama per i pesanti attacchi subìti pe la collaborazione con l’Italia. “Abbiamo assistito a una durissima campagna denigratoria del governo albanese, della Nazione nel suo complesso che è stata dipinta come una sorta di Narco-Stato controllato dalla criminalità organizzata. Ma qualcosa in questo racconto non torna”. Al fango profuso a piene mani dalla sinistra e dalla stampa progressista italiana ha dedicato un lungo passaggio anche il premier albanese. “L’Albania è una nazione amica dell’Italia e amica dell’Unione europea”, ha detto ancora Meloni, “e già si comporta come se fosse uno Stato membro dell’Ue, anche se formalmente non lo è. Fa scelte perfettamente in linea con quei principi di solidarietà e di cooperazione che sono alla base della famiglia europea”.
Alle sinistre: prima parlano di Guantanamo, poi parlano di ritardi
Le sinistre poi dovrebbero avere un briciolo di coerenza anche nelle crociate anti-governo. “Prima ci accusano di fare una nuova Guantanamo, poi si lamentano di ritardi nel fare Guantanamo. La verità è che noi vogliamo fare le cose per bene, un accordo replicabile in molti paesi. Questo lo capiamo noi e anche i sostenitori dell’immigrazione incontrollata che non a caso stanno investendo molte energie contro questo progetto”. Zittiti anche i tentativi dell’opposizione di bersagliare la premier per la visita in Albania a pochi giorni dal voto. Prima Elly Schlein poi Riccardo Magi (che si è presentato zaino in spalla in terra albanese per disturbare e protestare, fino a scontrarsi con la sicurezza) chiedono a quale titolo Meloni è con Rama, da premier o da leader di FdI? “L’opposizione parla di spot elettorale? Fa il suo lavoro, lo considero normale, ma tanto come si fa si sbaglia. Vado a Caivano è uno spot elettorale, vado in Albania è uno spot elettorale, vado a sottoscrivere l’accordo di coesione ed è uno spot elettorale. Quindi che avrei dovuto fare, sospendere l’attività di governo per un mese? Mi dispiace io devo fare il mio lavoro”.