Meloni smaschera Schlein l’anti-italiana: “Grave cercare il soccorso esterno per isolare il nostro Paese”
Da un lato il discorso programmatico di Giorgia Meloni, che in vista del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno ha indicato le linee guida per un’Europa che sappia finalmente essere all’altezza dei tempi; dall’altro gli interventi dell’opposizione, così profondamenti ancorati a uno status quo che non ha giovato né all’Italia né alla stessa Unione da cercare di brigare in ogni modo per mantenerlo. Sono le due direttrici lungo le quali si è svolto il dibattito alla Camera seguito alle comunicazioni del premier.
Meloni: “Lavoro perché all’Italia venga riconosciuto il ruolo che le spetta”
”Il mandato che spero di avere da questa Aula per il Consiglio europeo è un mandato a continuare a chiedere un cambio di passo sulle priorità Ue, a portare le nostre proposte e a lavorare perché all’Italia venga riconosciuto il ruolo che le spetta”, ha detto Meloni nel corso delle repliche al dibattito, facendo riferimento in particolare all’intervento della dem Marianna Madia. “Dice che ‘l’Italia dovrebbe avere un ruolo importante come ora’. Francamente io voglio dire che spero di riuscire a fare meglio…”, ha detto il premier, sottolineando che ”io ho fatto critiche alla Ue, ma anche proposte”.
Il Pd fa il gioco delle tre carte sugli eurogruppi
”Se lo fanno alcuni, sono europeisti, se lo fanno altri, sono nemici dell’Unione europea. Io – ha chiarito Meloni – sono stufa di sentire raccontare il governo come impresentabile e nemico. Non si possono liquidare le posizioni politiche diverse come impresentabili. Questo è un film che non funziona…”. Meloni quindi ha rivendicato il ruolo di Ecr come terzo partito, smontando la narrazione dem secondo cui il confronto tra Ppe, socialisti e liberali sui top jobs sarebbe legittimata dal fatto che si svolge tra i tre principali gruppi del Parlamento europeo.
La stoccata di Meloni a Schlein: “Grave cercare un soccorso esterno per isolare l’Italia”
La democrazia, ha avvertito Meloni, che già nel suo intervento principale aveva parlato dei “caminetti”, “è diversa, è un’altra cosa”, richiede “una scelta che rispecchi l’indicazione dei cittadini”. “Considero folle che si dica da parte di chi rappresenta gli italiani in Europa che non bisogna negoziare di fatto con la presidenza del Consiglio italiano, di fatto con il governo italiano, perché in Italia c’è un governo che non piace alla sinistra”, ha proseguito il premier con un chiaro riferimento alla posizione di Elly Schlein e del Pse che avevano invitato e non fare accordi con i conservatori. “Penso che sia una grave responsabilità quella che ci si assume rappresentando l’Italia quando si va fuori dai nostri confini nazionali a cercare un soccorso esterno e a cercare un isolamento per l’Italia“, una strategia “che crea molti problemi all’Italia”.
La maggioranza Ue “esiste e resiste”? “Per ora resiste, se esiste è da vedere…”
”Sulla maggioranza vedremo in corso di legislatura. Mettersi d’accordo sui top jobs non vuol dire avere una maggioranza e sicuramente non vuol dire avere una maggioranza solida. Valuteremo nel corso della legislatura se esista una maggioranza. Diceva la collega Zanella che ‘la maggioranza esiste e resiste’. Direi che sicuramente resiste, che esiste, lo verificheremo più avanti…”, ha sottolineato poi in risposta alla deputata Avs.
Gli assist di Pd e M5s al premier su “ambiguità” e “inciuci”
Tanto il Pd quanto il M5S hanno poi offerto facili assist al premier, accusandola di “ambiguità” e volontà di “inciuci”. ”A chi mi accusa di ambiguità voglio rispondere dicendo che in tema di ambiguità sicuramente sono seconda ad altri se le posizioni di alcuni dei vostri” sono favorevoli all’uscita dalla Nato. ”Prima di parlare dell’ambiguità degli altri, bisognerebbe guardarsi in casa…”, ha detto Meloni rispondendo ai dem. Quanto ai pentastellati che la accusavano di “inciucio” in relazione al patto di stabilità ha ricordato che ”non faccio inciuci con la sinistra né in Italia, né in Europa. Il patto di stabilità non è un inciucio…”. ”Un inciucio – ha chiarito Meloni – è guidare un governo, essere sfiduciati e poi mettersi d’accordo con l’opposizione per restare al governo, quello è un inciucio, non certo il Patto di stabilità”.
L’affondo definitivo su aborto e diritti Lgbt
E un alzata pronta per la schiacciata è arrivata a Meloni anche su tematiche più prettamente interne. Non ci sono delle novità di legge che questo governo ha portato avanti. Quindi, se la disgustano le nostre politiche, temo che la debbano disgustare anche le vostre, perché non siamo intervenuti sulla materia..”, ha detto Meloni replicando alle accuse della pentastellata Gilda Sportiello sui presunti attacchi del governo sui diritti, in particolare su aborto e tematiche Lgbt.