Nuovo pacchetto di sanzioni Ue alla Russia. Risarcimento danni per le imprese italiane

24 Giu 2024 12:32 - di Leo Malaspina

Il Consiglio Ue riunito a Lussemburgo ha adottato il 14esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. Il pacchetto, spiega la Commissione, contiene nuove misure contro il gas naturale liquefatto (Gnl) russo e misure contro le navi che sostengono la guerra della Russia. Per quanto riguarda il Gnl, il pacchetto vieta tutti i futuri investimenti ed esportazioni verso progetti Gnl in costruzione in Russia. Vieterà inoltre, dopo un periodo transitorio di nove mesi, l’uso dei porti dell’Ue per il trasbordo del Gnl russo. Inoltre, il pacchetto vieta l’importazione di Gnl russo in determinati terminal, che non sono collegati alla rete di gasdotti dell’Ue. Ma, soprattutto, per le aziende italiane finite nel mirino delle ritorsioni russe,  è prevista la possibilità di avviare le opportune azioni giudiziarie, come ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Sono previsti due tipi di rimedi che permettono alle imprese di agire dinanzi alle corti nazionali Ue per chiedere di esser risarcite: in primo luogo, possono chiedere il risarcimento di danni subiti da cause avviate in Paesi terzi da soggetti russi o controllati da russi per contratti o transazioni la cui esecuzione è stata colpita dalle sanzioni europee; in secondo luogo, possono chiedere il risarcimento dei danni causati da soggetti russi che hanno beneficiato di provvedimenti russi di assegnazione in amministrazione temporanea. Non si tratta di meccanismi di compensazione automatica ma di misure che consentono di agire in giudizio.

Sanzioni Ue alla Russia, le misure adottate

L’Ue ha adottato una misura mirata contro navi specifiche, accusate di contribuire alla guerra della Russia contro l’Ucraina: questi natanti non possono entrare nei porti dell’Ue né fornire servizi nell’Unione. Queste navi possono essere designate per una vasta gamma di ragioni, come, ad esempio, il trasporto di attrezzature militari per la Russia, il trasporto di grano ucraino rubato e il sostegno allo sviluppo del settore energetico russo, ad esempio attraverso il trasporto di componenti Gnl o trasbordi del Gnl.

La misura prende di mira anche le petroliere che fanno parte della flotta ‘ombra’ e che aggirano i limiti fissati dall’Ue e dalla Price Cap Coalition, adottando pratiche di navigazione ingannevoli, violando gli standard internazionali. In questa prima tornata, l’Ue ha inserito 27 navi nell’elenco, che può essere aggiornato, a seconda delle necessità. Inoltre, il pacchetto introduce nuovi elenchi di individui ed entità responsabili di azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. Complessivamente altri 116 nomi, di cui 69 persone fisiche e 47 persone giuridiche, sono soggetti al congelamento dei beni e, nel caso delle persone fisiche, anche al divieto di viaggio.

Misure sul fronte finanziarie e industriali

Il pacchetto rafforza le sanzioni finanziarie, vietando alle banche dell’Ue al di fuori della Russia di utilizzare il sistema di messaggistica finanziaria Spfs, l’equivalente russo di Swift. Consente inoltre al Consiglio di stilare un elenco delle banche di Paesi terzi non russi collegate a questo sistema: a questi istituti di credito sarà vietato fare affari con operatori dell’Ue. Infine, viene introdotto il divieto di effettuare transazioni con banche e fornitori di criptovalute, in Russia e in Paesi terzi, che facilitano le transazioni a sostegno della base industriale e di difesa della Russia.

Il pacchetto limita l’esportazione di nove ulteriori articoli a duplice uso e di tecnologia avanzata (ad esempio amplificatori a microonde e per antenne, registratori di dati di volo e veicoli fuoristrada) ed estende i divieti di esportazione ad alcuni tipi di prodotti industriali, chimici, plastica, parti di veicoli e macchinari (5 miliardi di euro di esportazioni dell’Ue prima dell’invasione, nel 2021). Inoltre, l’esportazione e il trasferimento del minerale di manganese verso la Russia sono ora vietati.

Il pacchetto impone inoltre restrizioni più severe per l’esportazione di prodotti a duplice uso e di tecnologia avanzata verso 61 entità, con sede in Russia (28) e in Paesi terzi (33), che sono direttamente o indirettamente associate al complesso militare russo. Inoltre, il pacchetto estende il divieto di importazione anche all’elio, la cui esportazione genera entrate significative per Mosca. Per limitare ulteriormente la capacità della Russia di accedere a beni e tecnologie soggetti a restrizioni, il nuovo pacchetto contiene diverse misure che mirano a rafforzare la conformità del settore privato, a sostenere l’applicazione da parte delle autorità nazionali competenti e ad ostacolare l’elusione delle sanzioni, anche tenendo sotto controllo le filiali estere degli operatori dell’Ue.

Iniiziative specifiche sono previste per proteggere gli operatori dell’Ue dall’esproprio e per rispondere ad altre azioni illegittime dello Stato russo, compreso il furto di proprietà intellettuale. Il pacchetto perfeziona inoltre il divieto di importazione di diamanti russi già concordato nel dodicesimo pacchetto di sanzioni. Chiarisce che il divieto non si applica ai diamanti che si trovavano nell’Ue o in un Paese terzo (diverso dalla Russia), o che venivano lucidati o lavorati in un Paese terzo, prima dell’entrata in vigore del divieto sui diamanti russi. Consente inoltre importazioni o esportazioni temporanee di gioielli, ad esempio per fiere o riparazioni. Il pacchetto prolunga di sei mesi (fino al 1 marzo 2025) il periodo dopo il quale diventerà obbligatorio il sistema di piena tracciabilità per le importazioni di diamanti naturali grezzi e lucidati. In più, rinvia il divieto sui gioielli che incorporano diamanti russi lavorati in Paesi terzi diversi dalla Russia, fino a quando il Consiglio non deciderà di attivare il divieto, alla luce delle azioni intraprese nel G7.

La tutela delle imprese italiane

“Il pacchetto sanzioni prende oggi una decisione molto importante sulla questione delle imprese che operano in Russia, noi abbiamo due casi, Ariston e Unicredit, oggi passa il principio che ci può essere un risarcimento, passa la base giuridica, ed è una vittoria importante dell’Italia che si è battuta per questo, noi abbiamo 200 imprese che operano in Russia nel rispetto delle sanzioni, abbiamo il dovere di tutelarle”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Poi vedremo dove si troveranno i fondi”. Tajani ha parlato al termine della riunione, presieduta dall’Alto Rappresentante Josep Borrell, come ha riferito la Farnesina in una nota, prevedeva in apertura una sessione di lavoro dedicata all’aggressione russa all’Ucraina, anche per fare il punto sugli esiti del vertice di Lucerna della scorsa settimana, cui hanno partecipato il presidente del Consiglio e il ministro Tajani. I 27 ministri sono chiamati anche a confrontarsi sulla situazione in Medio Oriente.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *