Pompei, sensazionale rinvenimento: l’ultima scoperta porta alla luce la stanza del carpentiere con attrezzi e corde

4 Giu 2024 18:49 - di Redazione
Pompei stanza carpentiere

Pompei, l’ultimo incredibile rinvenimento porta alla luce la stanza del carpentiere, con tanto di attrezzi del mestiere… Dopo anni di saccheggi, gli scavi in collaborazione con la Procura di Torre Annunziata rivelano nuovi tesori grazie alla tecnica del calco e confermano come il sito archeologico sia una fonte inesauribile di tesori custoditi dall’antichità. Tesori che gli scavi stanno facendo riemergere con una sensazionale frequenza. L’ultima scoperta, allora, è quella nel quartiere servile della Villa Imperialii di Civita Giuliana che, indagata scientificamente sin dal 2017 quando fu strappata al saccheggio perpetrato per anni dagli scavatori clandestini grazie a un accordo tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, presenta un ambiente incredibilmente ben conservato. Si tratta della stanza del carpentiere con gli attrezzi del mestiere. Un ambiente, conservato in maniera eccezionale come gli altri due scoperti nello stesso settore con i letti degli schiavi, dove è stato possibile realizzare i calchi di mobili e altri oggetti di materiali deperibili: legno, tessuti, corde.

Pompei: l’ultima scoperta porta alla luce la stanza del carpentiere con attrezzi e corde

Dunque, a Pompei è tornata alla luce della stanza del carpentiere: un’ulteriore ambiente che amplia le possibilità di ricostruire lo spaccato di vita degli ultimi pompeiani, poco documentata nelle fonti letterarie. Perché l’obiettivo che guida scavi e tutela dei tesori nascosti in quel baule inesauribile è sempre quello di preservare, ricostruire e documentare la quotidianità degli abitanti dell’antica città romana. In questo, la tecnica sperimentata in maniera sistematica sin dal 1863 con la realizzazione dei primi calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., è unica al mondo, in quanto frutto della dinamica specifica dell’evento catastrofico: persone o oggetti travolti e coperti dalla “corrente piroclastica”, una nube ardente di cenere e gas tossici, sono rimasti lì per secoli.

Pompei, il rinvenimento della stanza del carpentiere e la tecnica dei calchi

Ma mentre la cenere si è solidificata, formando uno strato noto come “cinerite”, si legge in una nota del Parco di Pompei, il materiale organico quali corpi umani, animali o oggetti lignei, si sono decomposti, lasciando un vuoto nel terreno. Ebbene, questi vuoti possono essere riempiti di gesso durante lo scavo, per riottenere, dall’impronta in “negativo”, la forma originale. Una tecnica che ha portato a risultati straordinari nella Villa di Civita Giuliana, dai calchi di due vittime e di un cavallo. A quelli dei letti modesti del quartiere servile. E ora un’ulteriore stanza.

Pompei, la stanza del carpentiere: ecco cosa contiene

L’ambiente appena venuto alla luce, dunque, contiene un letto. Ma anche attrezzi di lavoro, e quello che sembra un telaio, forse di un altro letto, smontato. Si riconoscono, inoltre, ceste, una lunga corda, pezzi di legno e una sega con lama, che sembra non tanto diversa dalle seghe tradizionali usate fino a poco tempo fa. Individuato persino un pezzo della corda, sempre come impronta nel sottosuolo, che la teneva sotto tensione.

La determinazione e la soddisfazione del ministro Sangiuliano

L’attuale finanziamento dello scavo volge verso il suo termine nel segno di un ulteriore, importantissimo rinvenimento. Tanto che il Parco Archeologico di Pompei insieme alla Procura di Torre Annunziata, hanno annunciato di voler proseguire le indagini, attingendo al finanziamento di una campagna di scavi previsto nella Legge di Bilancio dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che lunedì 3 giugno si è recato a Pompei per un sopralluogo. Anche perché i punti da chiarire a Civita Giuliana sono ancora tanti, non solo a livello scientifico. Ma anche in termini giuridici.

«La ricerca archeologica a Pompei è tornata più attiva che mai»

E allora, con quest’ultimo passo avanti, con ancora un altro importante tassello che si aggiunge al mosaico storico e archeologico pompeiano, il ministro Sangiuliano è tornato a sottolineare come «le continue scoperte sugli usi e costumi della vita quotidiana degli antichi romani rese possibili dalle indagini scientifiche nella villa di Civita Giuliana nei pressi del Parco archeologico di Pompei ci rafforzano nella convinzione di proseguire a finanziare le attività di scavo – ha dichiarato il titolare del Ministero della Cultura –. I nuovi ambienti recentemente rinvenuti e resi noti oggi danno preziosa testimonianza del passato di una grande civiltà e rendono onore alla professionalità della ricerca archeologica che a Pompei è tornata più attiva che mai. Ringrazio la Procura di Torre Annunziata per la collaborazione prestata – ha poi concluso Sangiuliano – che ha permesso di preservare la Villa di Civita Giuliana dall’attività criminale dei trafficanti d’arte. E di intraprendere un percorso di ricerca capace di questi importanti risultati».

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