Prima imbrattano la sede di Pro Vita, poi gridano alla censura: eccoli qua i sinceri democratici

6 Giu 2024 18:17 - di Agnese Russo
pro vita sede

Prima ha imbrattato la sede di Pro Vita con della colla e un manifesto e poi ha lamentato la censura della sua libertà di pensiero quando i dipendenti della Onlus l’hanno tolto. È la prodezza di cui si è resa protagonista un’attivista pro aborto, autrice insieme ad alcuni sodali dell’ennesimo attacco vandalico contro l’associazione. L’episodio, denunciato dalla stessa Pro Vita, è stato ripreso anche da un giornalista dell’agenzia di stampa Alanews, presente al momento dell’azione.

Compiuto in pieno giorno il tredicesimo atto vandalico contro la sede di Pro Vita

La sede “è stata nuovamente imbrattata da attivisti abortisti, tra cui una sedicente artista che sui propri social si autodefinisce ‘zecca rosa'”, ha denunciato Pro Vita, spiegando che il vandalismo è avvenuto “in pieno orario lavorativo” e ricordando che è il tredicesimo attacco subito. Il precedente è stata la manomissione delle telecamere di videosorveglianza, oscurate con della vernice rossa e rese “due inutili rottami”, ha denunciato sui propri social Pro Vita.

Prima imbrattano, poi accusa l’associazione di “censura”

L’attivista ha prima gettato della colla sulla vetrina esterna della sede e poi affisso un manifesto realizzato da lei stessa con slogan abortisti e immagini di pugni chiusi. Il gesto vandalico è stato interrotto dai dipendenti della Onlus, che in quel momento si trovavo in sede: “Sono immediatamente usciti per strada e hanno rimosso il manifesto, diffidando la donna dal continuare a imbrattare la sede e invitandola a mantenersi a distanza mentre venivano chiamate le forze dell’ordine”. A quel punto la donna ha iniziato a declamare slogan pro-aborto protestando perché secondo lei si stava violando la sua “libertà di espressione” e “censurando” la sua “arte”. “Sei libera di esprimerti, non di imbrattare la nostra sede”, le hanno risposto i ragazzi di Pro Vita con un ammirevole autocontrollo.

Coghe: “Attivisti e collettivi abortisti fomentano l’odio nei nostri confronti”

Il gruppo si è allontanato poco prima dell’arrivo degli agenti, che hanno acquisito i video ripresi dai presenti con gli smartphone. “Ormai ci rechiamo in ufficio ogni giorno sapendo che potremmo subire un nuovo attacco, visto il crescendo nella frequenza di azioni vandaliche, violente e intimidatorie: quello di oggi è il tredicesimo atto vandalico in meno di tre anni”, ha spiegato il portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus Jacopo Coghe. “Attivisti e collettivi abortisti e arcobaleno stanno fomentando un odio violento e ingiustificato contro di noi e questo è gravissimo. Ci tuteleremo nelle sedi opportune e – ha concluso Coghe – ci aspettiamo dalla politica tutta, senza distinzioni di partito, solidarietà nei nostri confronti e dei nostri dipendenti e denuncia di quanto accaduto”.

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