Procaccini querela la socialista Perez: “Ha scritto che ho fatto il saluto fascista, falso”

20 Giu 2024 17:23 - di Redazione

Il servizio di Fanpage “mostra qualcosa che io condanno assolutamente, sono due o tre ragazzi molto giovani che fanno il saluto fascista, non so chi erano. Questo ovviamente è qualcosa che condanno fermamente”. Lo ha detto il copresidente del gruppo Ecr ed eurodeputato di Fdi, Nicola Procaccini, parlando ai giornalisti a Bruxelles. Ma non capisco – ha aggiunto – perché” la presidente del gruppo S&d, la socialista spagnola Iratxe Garcia Perez abbia scritto che ho fatto il cosiddetto saluto fascista. Questa è una assoluta bugia”.  “Non c’è una foto che mi ritrae mentre faccio il saluto fascista perché non l’ho mai fatto in vita mia”, ha concluso.

Procaccini ha querelato per “calunnia aggravata” la presidente del gruppo S&d per il post su X in cui sosteneva che nel reportage di Fanpage figurava Procaccini fare il saluto fascista. “Si tratta di una calunnia brutale, violenta. Qualcosa che è andato al di là del giusto confronto politico, un qualcosa che insomma come ho già detto in Conferenza dei presidenti, mi ricorda di più la lotta nel fango. E io credo che dovrebbe esserci un limite”, ha spiegato in punto stampa. “Motivo per cui ho presentato una querela-denuncia alla Procura di Roma nei confronti dell’onorevole Perez per calunnia aggravata dal fatto di averlo fatto pubblicamente su un social media pubblico”, ha annunciato. “Ho anche detto di essere disponibile a ritirare questa querela per diffamazione soltanto ovviamente se la collega Perez mi chiederà pubblicamente scusa o se mostrerà l’immagine di me che faccio il saluto fascista, cosa che ovviamente escludo. Vedremo se arriveranno le scuse pubbliche della collega”.

La socialista Perez però non solo non chiede scusa ma rilancia. “L’estrema destra – accusa – cerca di mettere a tacere gli oppositori politici, i giornalisti o chiunque li critichi, minacciando azioni legali semplicemente per aver commentato le immagini di un’inchiesta giornalistica”. Si appella quindi alla libertà di espressione per giustificare di avere lanciato un’accusa menzognera.

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