Provocatori seriali, la strategia di grillini e Pd per offuscare il G7. Foti smaschera la tattica abusata

13 Giu 2024 15:59 - di Gabriele Alberti
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Provocatori seriali. “Una coincidenza fa una coincidenza, due coincidenze fanno due coincidenze, tre coincidenze fanno una prova…”. Il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti è un pragmatico e quando parla lo fa a ragion veduta. E non ha dubbi che ci sia una strategia o quantomeno una concomitanza sospetta tra le tensioni scoppiate a Montecitorio e il G7 in Puglia. Il tentativo è quello si offuscare  il summit di Borgo Egnazia con i grandi della terra. L’Italia del governo Meloni per tre giorni è e sarà al centro del mondo. Quotidiani illustri come Le Figaro e il New York Times presentano la premier come l’unica rappresentante di un governo in grande salute, a fronte di leader come Macron e Scholtz in grave crisi. Come il verdetto delle urne europee hanno decretato. Il M5S ha le ossa rotte per la perdita di milioni di voti e il Pd è un cantiere aperto. Cresce il nervosismo. Cosa fare per offuscare -di fronte ai media esteri soprattutto – l’immagine dell’Italia e della premier? Veicolare risse, malumori, parapiglia. Determinarli in qualche modo. Si spiega così la lunga giornata di provocazioni posta in essere dal partito di Conte, che sta proseguendo ancora. Il nervosismo che sfocia in sceneggiata. Foti non si lascia incantare.

Le risse continue? FdI: una strategia per offuscare il G7

Il risultato è evidente. I riflettori dei vari talk show tv e le aperture dei siti sono tutte dedicate alla rissa scoppiata  in Parlamento tra il leghista Igor Iezzi e il grillino Leonardo Donno. Le immagini delle telecamere della diretta parlamentare hanno mostrato il parapiglia nell’aula di Montecitorio che ha di fatto ha scatenato una grande polemica politica. L’opposizione è senza freni e le risse, le interruzioni delle sedute sono proseguite per tutta la mattinata e oltre.  Il Pd ovviamente ha immediatamente cavalcato quanto accaduto in Aula. (Nella foto Ansa le parlamentari dem occupano l’emiciclo del Senato). Dunque, il 13 giugno, giornata inaugurale di un G7 storico, mentre i grandi atterravano in Puglia, per ore non si è parlato d’altro che della rissa alla Camera e al Senato: c’è chi invoca il “Var”, c’è chi parla di “squadrismo”. Giornate di provocazione continua. Il M5S riacquista la sua visibilità che le urne gli hanno negato. Ma il gioco è scoperto. In FdI la tesi di Foti è maggioritaria. Le coincedenze sono troppe e reiterate. Qui nessuno è fesso. Quanto accaduto, ha osservato anche il ministro Lollobrigida, “fa venire il dubbio che qualcuno come al solito prediliga la propria proiezione e il proprio interesse di parte che l’interesse nazionale”.

Foti: “Tre coincidenze fanno una prova”

A Coffe Break su La7 Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, lo ha ribadito. Ha parlato del comportamento in aula dei Cinquestelle come di provocatori seriali. Tre volte la seduta è stata sospesa. Da vicepresidente di Montecitorio ha potuto constatare la strategia grillina. E anche al Senato c’è bagarre nella discussione sul premierato, con seduta interrotta. Dunque, Foti ha ragione: tante coincidenze fanno una prova: non è un caso che questa serie di risse coincida con il G7. La sinistra è abituata a denigrare la propria nazione quando al governo c’è il centrodestra. Intaccare con qualche “diversivo” la credibilità internazionale non è una novità per le opposizioni. Provocare per spostare i riflettori da un evento di caratura internazionale è uno schema già visto. Provocare per determinare incidenti, risse, bagarre che possano intaccare il lavoro del governo. Proprio ora che si presenta al cospetto dei grandi con innegabili punti di forza. Non è strategia nuova. Accadde anche il 29 gennaio, non una vita fa.

Oscurarono il summit sul Piano Mattei con il caso Salis: era il 29 gennaio

I più ricorderanno che c’era un’aula del Senato gremita per il summit Italia-Africa. Raappresentanti delle delegazioni  partecipavano al vertice che ha cambiato l’approccio dei rapporti con gli Stati africani. Grazie al governo Meloni. Un ponte per la crescita comune e non più un atteggiamento predatorio, come più volte ribadito dalla premier. Ebbene, lo stesso giorno vengono diffuse le immagini di Ilaria Salis in catene che entra nell’aula del processo. La sinistra fa scoppiare il finimondo, incalza il ministro degli Esteri Tajani ad intervenire con le autorità ungheresi e la polemica furidonda finì per mandare in second’orine il lavoro cruciale del governo  sul piano Mattei. Lo schema è ripetitivo.

“Che ci sia qualcuno che pensa che questa bagarre politica possa danneggiare il lavoro che sta facendo Giorgia Meloni.  Se questo fosse il calcolo, sarebbe da irresponsabili”. E’ quanto sottolinea il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, interpellato dai cronisti in Senato. “Inviterei tutti -è il suo appello- a considerare il fatto che un tentativo di danneggiare il governo in realtà danneggia il paese e la sua immagine internazionale”. “Ma -prosegue il ministro- ricordiamoci che il mondo ci guarda, guarda al G7 e guarda all’Italia e noi come italiani e come parlamentari abbiamo questo dovere superiore in più rispetto agli altri cittadini. Se ci fosse il tentativo, attraverso questa bagarre di sporcare od offuscare il lavoro che sta facendo Meloni al G7 sarebbe una scelta sciocca e controproducente perché quello che sta facendo Meloni è rappresentare il nostro Paese”. “Noi anche dall’opposizione -conclude- abbiamo sempre rispettato il ruolo dell’Italia, quando il nostro governo rappresentava l’Italia nel mondo, e inviterei tutti a fare questa scelta”.

 

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