Raimo inneggia alla “lotta, amata”, ma guai a fargli notare una certa assonanza con “armata”

7 Giu 2024 17:01 - di Luciana Delli Colli
raimo lotta amata

“La lotta, amata” è lo slogan scelto da Christian Raimo per la sua campagna elettorale. Campeggia sui “santini”, anche nella versione social, dove i suoi sostenitori lo rilanciano con entusiasmo. Oggi su Libero Francesco Storace ha scritto un articolo sottolineando – e biasimando – l’ammiccamento di quella frase alla dizione con una erre in più: la lotta armata.

Il passo breve da “lotta, amata” a “lotta armata”

“Non bastava Ilaria Salis, Avs recluta proprio tutti per qualche gruzzolo di voti dai centri sociali e da brutti ceffi che inneggiano alla ‘lotta, amata’ come se gli elettori fossero scemi, persino quelli loro. E scorrazzano su tv e radio a raccontare le loro ossessive istigazioni contro l’altra parte politica”, si legge nell’articolo che parla di “stratagemmi davvero poco edificanti”. Di più, Storace prefigura anche quello che poi è effettivamente successo: una reazione indignata da parte del diretto interessato. “Ovviamente, se fai notare queste cose sei un diffamatore, immancabilmente fascista, sicuramente in malafede. E quasi quasi ti querelo”, scrive.

La replica livorosa di Raimo a Storace

Sui suoi social Raimo non ha minacciato querele, ma ha postato una supercazzola livorosa che lascia intendere un voluto travisamento: “Il mio slogan non è però La lotta amata; ma La lotta, amata (nel titolo di Libero la virgola non compare, nell’articolo invece c’è sempre, ndr). Ci tengo a quella virgola perché penso che persino gli slogan possano essere un un modo di fare politica facendo una pausa, per ragionare, immaginare, entusiasmarsi. La prossima volta contro i fascisti incalliti come Storace useremo Fate pace, con il cervello”, ha postato Raimo.

Quando il prof Raimo ha esaltato in tv certa violenza

Il problema di Raimo è che lui è andato in tv a dire che è cosa buona e giusta picchiare i “neonazisti”, categoria che però negli ultimi tempi a sinistra è stata estesa a buona parte degli avversari politici giacché, probabilmente, fascisti non bastava più. Così abbiamo appreso da alcuni che Meloni è una “neonazista nell’anima” e che Lollobrigida è un “neo hitleriano”. In questo crescendo di stupidera dell’odio, si inserisce la dichiarazione di Raimo sulla legittimità del pestaggio di alcuni, resa per altro in un contesto in cui si parlava di quella che è diventata sua compagna di avventura nella candidatura alle europee con Avs: Ilaria Salis, detenuta in Ungheria proprio perché accusata del pestaggio di esponenti dell’estrema destra ungherese.

“Se Raimo fosse stato un candidato di destra…”

Poi arriva quello slogan e, insomma, pure senza voler fare processi alle intenzioni, qualche antenna si drizza. “Se uno come Raimo fosse stato candidato da un partito di destra, possiamo immaginare come sarebbe insorta la sinistra italiana”, rileva infine Storace. E anche su questo è difficile non dargli ragione.

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