Riflettori di tutta Europa puntati su Parigi, gli scivoloni della gauche aiutano Marine Le Pen

21 Giu 2024 15:02 - di Romana Fabiani

Vento in poppa nei sondaggi per il Rassemblement national di Marine Le Pen e Jordan Bardella che le Figaro posiziona al primo posto con il 34%, seguito dal Nuovo Fronte Popolare, al 28%. Entrambi staccano di molto il partito del presidente Macron (attestato intorno al 20%), costretto a sciogliere l’Assemblea nazionale e indire nuove elezioni dopo il tonfo elettorale delle europee.

Francia, tutta Europa guarda al voto di Parigi

Si tratta di un voto strategico destinato a cambiare gli equilibri sul quale  sono puntati i riflettori di tutta Europa. Il progressivo sdoganamento dal radicalismo del passato della destra lepenista, sapientemente portato a termine da Marine Le Pen e dal giovane pupillo Bardella, messo a guida del movimento, potrebbe sugellare una svolta storica in Francia. Con il crollo definitivo dell’isolamento della Droite, che solo i pigri commentatori e gli avversari continuano a bollare come estrema. La foto plastica del cambio di rotta viene dall’accordo elettorale stretto con i repubblicani di Eric Ciotti, accusato dai vertici del partito neogollista di aver ‘tradito’ la lezione di De Gaulle.

Antisemitismo, l’ambiguità della sinistra

L’ultimo drammatico fatto di cronaca, lo stupro della dodicenne ebrea che scosso la Francia,  ha confermato la crociata contro l’antisemitismo della leader del Fn e mascherato le contraddizione della gauche radicale di Mélenchon, che insieme ai socialisti di Glucksmann fa parte della compagine del Nuovo fronte popolare. Insomma il verdetto dei due turni elettorali, il 30 giugno e il 7 luglio, sono motivo di grande interesse.

Ricolfi: ecco perché la sinistra aiuta Le Pen

Il ‘dossier’ francese è affrontato oggi da Luca Ricolfi in un editoriale sul Messaggero dal titolo emblematico “Francia, perché la sinistra aiuta Le Pen”. Per il politologo fustigatore dei tic antichi della sinistra italiana (e della sua presunta superiorità morale) sono diversi i motivi di interesse verso Parigi. Il primo  è sicuramente il fatto che la posta in gioco è simile, anche se non identica, a quella su cui si sta scommettendo a livello europeo. “Riusciranno le forze anti-destra a contenere l’avanzata delle destre, e a perpetuare la conventio ad excludendum che finora – in Francia come a livello europeo – è sempre riuscita ad escluderle dal potere?”. La risposta è aperta.

Legislative e presidenziali: la partita è aperta

In Francia, però, la sfida è doppia. L’esito delle legislative, che potrebbero consegnare il governo a Marine Le Pen, e le presidenziali del 2027, che potrebbero essere vinte dalla figlia d’arte. Il Rassemblement national ha quasi raddoppiato i consensi, passando dal 18.7% delle legislative del 2022 al 31.4 % delle ultime europee. Stando ai numeri il secondo turno delle poltiiche sarà deciso – analizza Ricolfi –  dal risultato del partito della Le Pen e dalla sinistra del Nuovo Pronte Popolare, egemonizzata dai radicali di France Insoumise, percepita come una formazione di estrema sinistra.

I moderati potrebbe astenersi favorendo la destra

“Già questo – prosegue il politologo di sinistra – pone qualche problema all’elettorato moderato. Che non ama Marine Le Pen, ma nemmeno è propenso a sostenere l’estrema sinistra di Jean Luc Mélenchon. Nei collegi, e non saranno pochi, in cui il Fronte Popolare dovrebbe essere rappresentato dal partito di Mélenchon, parte dei centristi potrebbe anche preferire l’astensione, e così favorire il successo della Le Pen”.

Rn non sbaglia un colpo, Mélenchon gioca in difesa

Al cospetto dei passi falsi della sinistra, invece, il partito della Le Pen e guidato dall’astro nascente Bardella, sembra non sbagliare un colpo. La condanna senza esitazione della strage di Hams e il via libera alla mossa macroniana di  mettere in Costituzione il diritto all’interruzione di gravidanza lo testimoniano. “Le Pen e Bardella appaiono molto più digeribili di quanto lo fossero anche solo un anno fa. Il contrario di quel che sta capitando a Jean Luc Mélenchon, costretto a difendersi sia dalle accuse di immigrazionismo mossegli da Macron, sia da quelle di antisemitismo provenienti dalla comunità ebraica”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *