Riforme, avanti tutta: l’autonomia differenziata è legge. La Camera dice 172 volte sì. Opposizioni ko

19 Giu 2024 8:05 - di Lucio Meo

Dopo una nottata di dibattito, schermaglie, manifestazioni pittoresche dell’opposizione e tentativi di rimandare il voto, stamane è arrivato il via libera definitivo dell’aula della Camera al ddl sull’autonomia differenziata. Il testo ha incassato 172 voti favorevoli. Sono stati 99 i voti contrari e un astenuto. Il provvedimento, già approvato dal Senato, diventa legge. Le opposizioni avevano bollato la decisione come uno “sfregio” e uno “strappo” al dibattito parlamentare.

L’autonomia differenziata è legge, sì della Camera

Il disegno di legge presentato dal ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, mira a concedere maggiori poteri e autonomia alle Regioni a statuto ordinario che ne faranno richiesta. La proposta prevede di trasferire competenze dallo Stato centrale alle Regioni in ambiti chiave come il commercio estero, l’energia, i trasporti, l’istruzione, l’ambiente e la cultura.

Il voto per la seduta no stop era passato con 54 voti di scarto tra le grida “Vergogna!” delle opposizioni. Le proteste erano proseguite anche in sede di illustrazione degli emendamenti, tutti di minoranza e tutti respinti, anche per il silenzio della maggioranza mai intervenuta nel dibattito notturno. L’Aula è passata infine all’esame e al voto degli ordini del giorno, una quarantina in tutto, tra cui anche alcuni di maggioranza.

Il Disegno di legge n. 615 è composto da dieci articoli e rappresenta uno strumento per l’attuazione dell’autonomia differenziata. Esiste un ampio dibattito accademico sull’autonomia differenziata, in particolare sulla sua implementazione in equilibrio con i principi di unità e uguaglianza. Gli studiosi sottolineano l’importanza di un approccio “solidaristico” o “cooperativo”, assicurando che ogni forma di differenziazione non minacci l’unità sociale ed economica della Repubblica.

I commenti dell’opposizione, la gioia di Fratelli d’Italia

Opposizioni unite hanno cantato l’inno di Mameli e sventolato il tricolore durante il voto finale mentre dai banchi della Lega spuntavano le bandiere della Serenissima. “Un provvedimento che divide e crea diseguaglianze che viene approvato di notte nella vergogna. Con questo voto sancite che esistono cittadine e cittadini di serie e A e serie B”, ha detto la segreteria del Pd, Elly Schlein, nella dichiarazione di voto finale.

“Abbiamo appena finito una lunga nottata in Parlamento per approvare l’autonomia differenziata. Noi ovviamente ci siamo opposti in tutti i modi: un’autonomia differenziata che divide il Paese. Ci saranno più burocrazia e più diseguaglianze”, scrive in un post su Facebook al termine della seduta fiume la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, che aggiunge: “La maggioranza ha approvato questo testo di notte con un atteggiamento da caterpillar: più dimostravamo che le cose non avevano senso, più andavano avanti. Peccato, un’occasione persa. Buongiorno a tutti voi. Buona notte alle istituzioni”, conclude.

Oggi, più che mai, è chiaro che l’autonomia differenziata è la scelta migliore per il futuro dell’Italia, un sogno che diventa realtà, richiesto a gran voce da Veneti e Lombardi con i referendum del 2017. Mentre la sinistra ha continuato strumentalmente ad opporsi all’attuazione della Riforma del Titolo V della Costituzione, la Lega ed il centrodestra al Governo, dopo la seduta fiume di questa notte, hanno riscritto la storia, approvando in via definitiva il Ddl Calderoli. Un grande risultato che ora, attraverso le intese con le Regioni, potrà portare nuove materie per le amministrazioni che vorranno cogliere questa fondamentale opportunità. Maggiori competenze e responsabilizzazione degli amministratori locali sulla loro azione, razionalizzazione della spesa, costi e fabbisogni standard cancellando il criterio della spesa storica e con i Lep, garanzie nazionali per i servizi sociali essenziali per combattere le diseguaglianze sociali. Attuazione di una riforma che unisce e non divide”, ha dichiarato Massimo Bitonci (Lega), sottosegretario al Mimit, presente in aula tra i banchi del Governo durante tutti i lavori d’aula.

“Passa il Premierato al Senato e, dopo la seduta fiume anche l’Autonomia differenziata alla Camera, i provvedimenti che hanno scatenato le opposizioni ricorse, oramai come loro consuetudine, a urla e insulti nel tentativo di bloccarli. Ciò che non vogliono o non possono accettare le sinistre, dopo anni di immobilismo con governi costruiti a tavolino, tecnici o con coalizioni innaturali, è che all’attuale maggioranza dagli italiani è  stato dato il mandato del ‘fare’. Poi si giudicherà quanto realizzato, ma ciò che gli elettori certamente non perdonerebbero a questo governo sarebbe di ricadere nell’immobilismo dei governi precedenti, condannando ancora una volta il nostro paese a quel letargo politico che si coniuga con la perdita di credibilità internazionale”, è invece il parere del deputato di Fratelli d’Italia, Mauro Malaguti.

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