Rissa alla Camera, arrivano i cartellini rossi di Fontana e a grillini e dem saltano i nervi

13 Giu 2024 20:39 - di Alberto Consoli
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L’ufficio di presidenza della Camera dopo una riunione durata l’intero pomeriggio ha deliberato le sanzioni per i deputati coinvolti nei fatti accaduti ieri a Montecitorio durante i lavori in aula sull’autonomia: “Sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari” per 15 giorno nei confronto di Igor Iezzi (Lega), 7 giorni per Enzo Amich (Fdi), Gerolamo Cangiano (Fdi), Domenico Furgiuele (Lega), Federico Mollicone (Fdi) e Nico Stumpo (Pd).

Arrivano le punizioni: 15 giorni di sospensione a Iezzi, 4 per Donno

Sono invece 4 i giorni di sospensione per Leonardo Donno (M5S), 3 per Enzo Amendola (Pd) e Stefano Candiani (Lega) e 2 per Arturo Scotto (Pd) e Claudio Stefanazzi (Pd). “Le sanzioni – ha detto in aula il presidente Lorenzo Fontana– hanno decorrenza immediata. Ricordo che, ai sensi dell’articolo 60, comma 3, del Regolamento, le decisioni in tema di sanzioni adottate dall’Ufficio di Presidenza sono comunicate all’Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione”. ”Tengo a precisare – ha aggiunto – che quando accaduto nel suo complesso debba essere gravemente stigmatizzato dalla Presidenza. Il confronto politico tra posizioni diverse, anche su questioni politicamente altamente divisive, non può mai trascendere nello scontro fisico”. Il “confronto politico tra posizioni diverse”, “anche su questioni politicamente altamente divisive, non può mai trascendere nello scontro fisico, nell’offesa di altri, ovvero nella violenza e nella lesione del decoro delle istituzioni”, ha chiosato Fontana.

Iezzi: “Accetto la sanzione. Brutta giornata che ha avuto molti padri”

Commento a caldo dopo i “cartellini rossi”. Accetto la sanzione della Camera”, commenta all’Adnkronos  Igor Iezzi, sospeso dai lavori parlamentari per 15 giorni dopo la rissa di mercoledì sera a Montecitorio. Per l’esponente del Carroccio “è stata sancita una verità: una brutta giornata che ha avuto molti padri…”. La sua è la punizione più dura.

“Donno meritava una sanzione più pesante. E’ recidivo”

Donno meritava una sanzione più pesante? “Senza dubbio”, risponde il deputato leghista,  secondo il quale bisogna considerare “che Donno è recidivo”. “Un anno fa, con altri 7 deputati del Movimento, venne punito con la massima sanzione possibile dalla Camera, per 15 giorni”. Ad averlo ricordato su La 7 a “L’Aria che tira” è stato l’azzurro Giorgio Mulè che ha molta memoria storica di bagarre parlamentari. “Cos’ho fatto, Mulè, avevo picchiato qualcuno?”, aveva domandato Donno in collegamento con Parenzo. “Sì, un assistente parlamentare”. Ecco come andò.  “L’ufficio di presidenza della Camera, composto da 22 persone, disse con il solo voto contrario dei 5 Stelle che quello fu un atto sostanzialmente squadrista: perché venne impedito ai deputati di svolgere il loro lavoro e fu aggredito un assistente parlamentare”. Non solo gli rinfaccia Mulè: “Pochi giorni fa sei stato richiamato da tutti e 4 i vice-presidenti perché disturbi. Hai anche tirato un pezzo di carta addosso al ministro Crosetto, è vero o non è vero? Dopodiché è totalmente sbagliato e fuori dall’agone democratico arrivare alle mani“.

I grillini hanno il coraggio di inscenare il piagnisteo

“Siamo davanti alle sanzioni più vergognose e più pericolose che questo Parlamento abbia mai visto. C’è stata una equiparazione imbarazzante” tra aggressore e aggredito “che apre dei precedenti molto pericolosi per l’andamento democratico del Paese”. Così il capogruppo del Movimento 5 stelle alla Camera, Francesco Silvestri, dopo le decisioni dell’Ufficio di presidenza di Montecitorio sui fatti accaduti ieri in aula. “Prendere un cazzotto per esprimere delle opinioni e portare una bandiera tricolore a un ministro, ha avuto una sanzione di quattro giorni. Siamo davanti a uno dei momenti più bui delle istituzioni italiane”, drammatizza. Anche nel Pd non ci stanno: Orlando si lamenta. Piange Braga per le sanzioni ad Amendola, Scotto e Stefanazzi.

La svalvolata di Patuanelli: “Ecco, questa è Giorgia, io so io e voi…”

Infine la svalvolata finale di Patuanelli che dice che la colpa è di Meloni: “Mi sembra di vedere Alberto Sordi quando diceva ‘io so io e voi non siete un c…’. Ecco questo è Giorgia. E questo è quello che la maggioranza fa. E si percepisce un ulteriore salto di arroganza e aggressività di questa maggioranza. Si sentono i proprietari del paese. Si sentono i padroni che possono fare quello che vogliono”. Non stanno bene.

 

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