Se il killer è in casa: dai coniugi uccisi a Fano all’infermiera morta a Firenze, i sospetti ricadono sui familiari

25 Giu 2024 14:47 - di Lorenza Mariani
coniugi uccisi a Fano

La coppia di coniugi uccisi nel loro appartamento a Fano. L’infermiera trovata morta nella sua abitazione di Firenze: sono i due casi di cronaca rimbalzati all’attenzione di investigatori e media in questi giorni. Due vicende apparentemente, almeno geograficamente, distanti, eppure accomunate da risvolti d’indagine che, almeno in un punto, sembrano accomunarli: i sospetti degli inquirenti sono ricaduti in entrambi i casi sui familiari delle vittime. Sul figlio dei pensionati uccisi a Fano, e sul nipote 17enne della operatrice sociosanitaria trovata morta nella sua abitazione in Via Niccolò da Tolentino, nella zona di Careggi. Ma procediamo con ordine.

Quando il killer è in casa: le vicende dei coniugi uccisi a Fano e dell’infermiera di Firenze

E torniamo a Fano dove la scena del crimine che si è presentata agli agenti intervenuti nell’appartamento di Via Fanella 127, a Fano, presentava l’uomo riverso sul letto, con la faccia rivolta verso l’alto e il cranio fracassato da un oggetto che non è stato trovato. La moglie, invece, giaceva in terra, in soggiorno, con la testa rivolta verso il pavimento, probabilmente strangolata. È così che sono stati trovati i corpi di Giuseppe Ricci, 75 anni, e della moglie Luisa Marconi, 70, entrambi uccisi nella loro casa.

A chiamare i soccorsi è stato il figlio 40enne della coppia. L’uomo, che vive nell’appartamento al piano superiore, ha subito raccontato ai poliziotti di esser corso in casa dei genitori dopo essere stato svegliato dai rumori violenti. Gli agenti della Squadra Mobile, titolari delle indagini, però, non hanno escluso alcun movente sin dal primo istante: la casa era soqquadro, tra l’altro. Ma sulla porta non avrebbero trovato segni di effrazione…

Coniugi uccisi a Fano: fermato nella notte, il figlio ha confessato

Così, tra rilievi e riscontri, dichiarazioni e ricostruzioni, dopo un lungo interrogatorio in cui ha risposto con molti «non ricordo», avrebbe confessato e fatto alcune ammissioni il figlio della coppia uccisa a Fano. L’uomo, fermato dalla polizia nella notte, si trova in stato di fermo ed è stato portato in carcere per omicidio plurimo aggravato dalla crudeltà. Il movente del duplice omicidio sarebbe di natura economica, ma continuano le indagini della polizia – che da subito si sono concentrate sul racconto dell’uomo – mirate a ricostruire esattamente l’accaduto, partono anche da un dato che sembra essere acquisito: la mattanza nella villetta potrebbe essersi consumata tra le 7.30 e le 8.30.

Da Fano a Firenze: se il killer si annida tra le pareti di casa

E da Fano a Careggi, cambia l’ordine dei fatto, ma il risultato è lo stesso: anche le indagini sulla morte, poi acquisita come omicidio, dell’infermiera di Firenze che lavorava in una struttura per malati psichiatrici e in un’altra per malati di Alzheimer, puntano indice e sospetti degli inquirenti su un familiare della vittima. Il nipote, in questo caso, che come il figlio dei coniugi di Fano, ha dato per primo l’allarme quando la nonna, Maria Teresa Chavez Flores, 65enne di origine peruviana, è stata trovata morta nel suo letto.

Un mistero su cui indagini tradizionali e accertamenti tecnici della squadra mobile della questura con la polizia scientifica sembrano aver fatto immediatamente luce: si procede per omicidio. L’ipotesi è che la donna sia stata strangolata mentre dormiva.

L’infermiera trovata morta nel suo letto: uccisa mentre dormiva

Un delitto, quello dell’infermiera 65enne, per cui è stato sottoposto a fermo il nipote peruviano di 17 anni che viveva con lei. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura dei minori con l’accusa di omicidio volontario, secondo quanto si è appreso, nel corso della nottata. Dopo che il 17enne avrebbe confessato di aver ucciso la nonna. Nel tardo pomeriggio di ieri il giovane era stato portato in questura e interrogato dalla squadra mobile e dal pubblico ministero.

L’interrogatorio del nipote 17enne non ha convinto gli inquirenti

Il ragazzo conviveva con i nonni in un mini appartamento da quattro anni. Era arrivato a Firenze per studiare, mentre i suoi genitori sono rimasti in Perù. Il nonno nella notte tra domenica e lunedì, quando è avvenuto il delitto, era fuori città. Il nipote in un primo momento aveva raccontato alla polizia di aver trovato uno sconosciuto all’interno dell’appartamento al suo rientro nella notte. E di aver ingaggiato una lotta con lui, che poi era scappato. Quindi aveva trovato la nonna morta nel suo letto.

Il racconto del 17enne, però, era apparso fin da subito contraddittorio. Da qui la sua convocazione in questura. Non prima però di essere stato portato in ospedale per medicare le ferite che presentava in volto. Perché, ancora una volta, la cronaca conferma: il killer potrebbe annidarsi tra le pareti di casa. E in entrambe i casi, i presunti colpevoli hanno confessato (e confermato).

 

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