Stati Generali dell’Agenzia delle Dogane, focus sui giochi legali. Pedrizzi: “Servono al Pil”

28 Giu 2024 19:35 - di Redazione

Un evento finalizzato a raccogliere opinioni e proposte formulate dagli stakeholder, pubblici e privati e a realizzare un forum per l’“ascolto” delle posizioni espresse dagli operatori del mercato su questioni di particolare attualità e sulla regolamentazione dei complessi ambiti di competenza dell’Agenzia: la prima edizione degli Stati Generali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli si è aperta ieri pomeriggio nella Sala Angiolillo del Palazzo Wedekind, in piazza Colonna n. 366 a Roma. Quattro sessioni incentrate su autonome tematiche, ciascuna dedicata a un particolare settore di interesse dell’Agenzia.

Gli Stati Generali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

Nella prima giornata, il senatore Riccardo Pedrizzi, già presidente della Commissione Tesoro e Finanze di Palazzo Madama e consulente della Commissione d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, si è occupato del sistema dei giochi pubblici legali, sul quale negli anni più recenti si è ingenerato allarmismo e proposte di stroncatura del settore.

“Osteggiare, nel tessuto sociale cittadino, il gioco lecito, crea delle aree grigie facilmente colonizzabili dall’illegalità, depauperare il territorio dell’offerta di gioco fisica, può dirottare il giocatore verso forme di gioco online, più difficilmente controllabili e più pericolose dal punto di vista del monitoraggio”, è il parere di Pedrizzi, che cita a conforto della sua tesi autorevoli studi di istituti di ricerca, dell’Istituto superiore di Sanità e persino della Corte dei Conti.

I giochi legali e la relazione di Riccardo Pedrizzi

Il governo ha ravvisato finalmente la necessità di un riordino del settore, dando seguito agli impegni assunti in più occasioni, partendo dalla Conferenza Stato Regioni ed enti locali del 7 settembre 2017, ma anche dalle conclusioni votate pressoché all’unanimità al termine dell’Indagine conoscitiva sul settore dei giochi che fu svolta dalla Commissione Finanze e Tesoro del Senato nel corso della XIV legislatura, e da quelle della Commissione d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, presidente Mauro Maria Marino, altrettanto condiviso da tutte le forze politiche della scorsa legislatura – spiega Pedrizzi – La nuova normativa disegnata è ispirata alla stessa filosofia di fondo dei vari documenti: la salvaguardia dell’ordine pubblico, la tutela della salute del giocatore consumatore ed il forte contrasto alla criminalità organizzata”.

La riforma del governo Meloni

“Gli obiettivi della riforma sono l’introduzione di misure tecniche e normative finalizzate a garantire una piena tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili, nonché a prevenire i fenomeni di disturbi da gioco d’azzardo (Dga) e di gioco minorile”, ma anche “l’obbligo della formazione continua dei gestori e degli esercenti, il rafforzamento dei meccanismi di auto esclusione del gioco”.

Per conferire dignità ai giochi pubblici legali dovrebbero perciò essere sempre più indirizzati al sostegno della cultura, sostiene Pedrizzi nella sua relazione, “ripristinando un diretto collegamento tra la vendita dei biglietti di concorsi pronostici, scommesse e lotterie e la destinazione sociale e culturale dei proventi erariali, anche con previsione di un sostegno diretto a determinate campagne sociali”, ma è necessario poi contrastare “sempre più il gioco clandestino, gestire unitariamente l’offerta dei giochi coprendo anche quella parte del gioco che attualmente è gestito dal mercato illegale, omogeneizzando le regole, la disparità di trattamento fiscale, di aggi e di condizioni di concessione”. Questo è un settore che fa grande innovazione tecnologica, garantisce un presidio sul territorio contro la criminalità organizzata e dà lavoro a oltre 100mila addetti.

Il senatore Pedrizzi ricorda che per il 2024 la crescita dell’1% è collegata al Pnrr per il 90%. “Nel 2022 il Pil italiano era pari ad euro 1.909.154 milioni. La spesa degli italiani in prodotti di gioco è stata va oltre i 20.000 milioni di euro. Il contributo al Pil, pertanto pari all’1.1%. Rinunciare al gioco pubblico lecito vanificherebbe gli effetti del Pnrr in tutta l’economia italiana; significherebbe rinunciare a oltre 12miliardi di euro di gettito erariale senza considerare la redistribuzione di ricchezza che genera grazie ad esempio al lavoro che garantisce”, conclude Pedrizzi.

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