Tavolo di fuoco per le poltrone Ue. Meloni media, la Schlein fa l’anti-italiana: “Mai con l’Ecr”

25 Giu 2024 18:40 - di Leo Malaspina

I leader dell’Ue che stanno negoziando i posti di vertice del blocco avrebbero concordato di nominare Ursula von der Leyen (Ppe) per un secondo mandato come presidente della Commissione europea, hanno riferito all’agenzia tedesca Dpa fonti coinvolte nei colloqui. Nell’ambito dell’accordo, i negoziatori avrebbero anche concordato che l’ex primo ministro portoghese António Costa (Pse) sarà il prossimo presidente del Consiglio Europeo. La premier estone Kaja Kallas (Alde) dovrebbe invece essere l’Alta Rappresentante dell’Unione Europea.

L’accordo dovrebbe arrivare prima del vertice dei leader europei che si terrà giovedì e venerdì a Bruxelles, per decidere chi guiderà le istituzioni dell’Unione europea per i prossimi cinque anni. Per essere nominata, von der Leyen ha bisogno del sostegno di una maggioranza qualificata rafforzata dei leader dell’Ue, che rappresenti almeno 20 Paesi e il 65% della popolazione dell’Unione Europea. Ed è qui che nascono le incognite. Se la Meloni sarebbe disposta a sostenere la von der Leyen se dalla coalizione tenesse fuori i “green”, in cambio del sostegno dell’Ecr, dall’Italia Elly Schlein pone i paletti che rischiano di mandare all’aria le trattative. La quarantina di europarlamentari che un’alleanza di Popolari, Socialisti e Liberali potrebbe non garantire alla von der Leyen la maggioranza a causa dei franchi tiratori e costringerla ad aprire ai Verdi o ai Conservatori della Meloni per garantirsi la riconferma.

Ue, i paletti della Schlein sulle trattative con l’Ecr

“Si sta discutendo di una maggioranza nel Parlamento Europeo che non ci sarebbe senza il Pd. Non siamo disponibili ad accordi con Ecr e Id”, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, interpellata dai giornalisti in Transatlantico, a Montecitorio. “C’era già un accordo prima del voto, ma noi interessa fare valere il nostro peso in questa discussione sulle priorità che deve avere il Parlamento Europeo”, sottolinea la leader dem. “La strada degli investimenti comuni europei deve proseguire per affrontare le sfide che l’Unione ha davanti a sé. Il Next generation eu non si può chiudere su spinta delle destre. Al contrario di quello che sta avvenendo con il governo italiano che vuole lasciare indietro le regioni deboli con l’autonomia, serve solidarietà europea fra i paesi membri”. E, ancora: “Prorità agli investimenti comuni, il che vuol dire che il Green deal deve mantenere la sua ambizione e avere un cuore rosso. Qui la questione non sono i ruoli, ma che direzione prenderà l’Europa”.

FdI: “La linea rossa del Pd contro gli interessi italiani…”

“Schlein e Garcia Perez parlano di linee rosse come se fossimo negli anni ’70. Passano i decenni ma la sinistra italiana e quella di Bruxelles dimostrano sempre gli stessi tic antidemocratici. Chi ha una idea politica diversa dalla loro non deve avere il diritto di esprimersi, di partecipare o di ricoprire una carica istituzionale. Anche se a valle di una legittima elezione popolare”, dice in una nota l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo. “D’altra parte, è un classico: perdono le elezioni e poi cercano di dividere i vincitori, demonizzandone una parte, in modo da continuare a fare il bello e il cattivo tempo nelle istituzioni. Gli eredi di uno dei peggiori totalitarismi del secolo scorso continuano ad avere lo stesso impulso antidemocratico. Nel caso della Schlein c’è  pure l’aggravante di voler danneggiare l’Italia, privilegiando l’appartenenza di partito a quella nazionale. Niente di nuovo, purtroppo. Ma la storia non si ferma con le mani”, aggiunge.

Domani per le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo interverranno alla Camera sia Elly Schlein che Giuseppe Conte.

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