Torna la Social card: 500 euro per 1,3 milioni di famiglie. Lollobrigida: “Andrà a chi ha davvero diritto”
Torna dopo un anno “Dedicata a te”, la social card per famiglie con figli a carico e redditi bassi che a settembre, dopo dodici mesi dall’avvio, salirà da 460 a 500 euro. La carta vale per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità, carburanti o, in alternativa, abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblico locale. Per riceverla bisogna essere iscritti all’anagrafe comunale con un Isee non superiore a 15mila euro e non bisogna essere titolari di altre misure di sostegno al reddito.
A presentare la misura a Palazzo Chigi il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, in videocollegamento il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone e il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Secondo le stime, il 96% delle risorse utilizzate dalla card dell’anno scorso è stata spesa in generi alimentari e il 4% per i carburanti. Stavolta le famiglie beneficiarie saranno circa 30mila in più, la platea sale infatti a 1.330.000 persone.
Lollobrigida: “Orientiamo i consumi su filiere italiane”
“Lo scorso anno i beneficiari della social card sono stati 1.201.761 nuclei familiari, mentre il valore della carta è stato pari 459,7 euro, ha ricordato il ministro Lollobrigida. Entrando nel dettaglio dei dati del 2023, inoltre, ha “abbiamo registrato un effetto che ha portato a spendere nella grande distribuzione 430.383.007 euro, nei minimarket e nei mercati quasi 60 mln, per il carburante 20 mln, negli alimentari discount 7mln, in macellerie e pescherie 3,7 mln, in forni e panetterie 627mila euro, in latterie 343mila euro e nel trasporto pubblico 60mila euro”.
“Essendo soldi dei cittadini italiani tentiamo di orientarli verso filiere italiane – ha precisato il ministro dell’Agricoltura – ottenendo un rafforzamento del commercio di qualità cioè di coloro che scelgono nella grande distribuzione di inserire nei loro scaffali prodotti derivanti da filiere italiane. E questo determina un rafforzamento delle stesse filiere e quindi lavoro e ricchezza”. “Quest’anno integriamo con altri prodotti che sono gli ortaggi surgelati, i prodotti da forno surgelati, il tonno, la carne in scatola e anche i prodotti Dop e Igp perché è evidente che si possa orientare la persona anche verso i prodotti che contraddistinguono la nostra Nazione per la particolarità nella produzione”, ha aggiunto il ministro.
Social card: chi può averne diritto
Netta la cesura con il passato e con il reddito di cittadinanza. “L’individuazione di coloro che possono beneficiare di questi interventi – ha ricordato Lollobrigida – avviene con un meccanismo che garantisce al massimo la verifica di coloro che hanno diritto alla carta. È importante che rispetto ad altri strumenti usati nel passato non ci siano persone che non hanno diritto a questo tipo di sostegno che, invece, ne beneficiano nel caos che spesso abbiamo registrato, ogni riferimento, anche all’erogazione disordinata del Reddito di cittadinanza, non è casuale”.
“L’Inps in maniera puntuale individua coloro che rientrano nelle categorie che possono beneficiare nel provvedimento: residenti in Italia, con almeno 3 persone, con un Isee inferiore a 15mila euro e l’assenza di altri contributi di inclusione sociale e di sostegno alla povertà”, ha proseguito il ministro Lollobrigida. È l’Inps, quindi, a individuare i soggetti per poi inviare “gli elenchi ai Comuni che fanno una seconda verifica e quando la lista è completamente verificata viene inviata la carta agli aventi diritto”, ha aggiunto il ministro.
“Lo scorso anno alcuni Comuni ebbero problemi nella consegna delle carte, quindi quest’anno interveniamo con un contributo in favore dei Comuni, perché possano garantire l’invio delle raccomandate per informare i cittadini sul dove recarsi per ritirare la carta. In questo modo diminuiamo i disservizi che potrebbero crearsi”, ha sottolineato Lollobrigida, segnando un ulteriore cambio di passo con le inefficienze del passato.
L’INPS, infatti, ha portato il mio CUD da 1470 anno 2022/2023 a 15,869. , Mille rotti Euro in più. La mia pensione, contributi lavorativi per 35 anni + 5 anni di ritenute d’acconto pagate a cooperative Ladre., resta di 1075 mensile.
Ci tengo a precisare che,Non ho mai percepito nessun buono di nessun genere.
Vivo sola in casa di mia proprietà, Sudata, ho una malattia ambientale,non riconosciuta dallo stato italiano,mcs ( sindrome chimica multipla, che mi curo da sola con integratori , che mi costano, non poco., Alimentazione possibilmente bio.
I poveri e tutti quei bonus , vanno ovviamente agli stranieri, del resto, i servizi sociali, esistono solo per gli stranieri., Anche se nei vari comuni, compreso il mio anche se sindaco e giunta ,sono di pensiero di destra, c’è sempre qualcuno di sinistra che Prevale. Morale, con il CUD attuale LIEVITATO DI 1000€, NON AVRÒ DIRITTO AI 500 € Di cui parla adesso la CARA GIORGIA . Grazie Italia!!
altro ottimo intervento, non sono d’accordo sul fatto che possano beneficiare del provvedimento i residenti in Italia con (solo) almeno 3 persone. State dimenticando chi è solo senza lavoro (magari perchè fuori dal mondo del lavoro ma ancora non in età pensionabile) e senza reddito. Un’ altra cosa che non capisco perchè tener conto nell’ISEE del patrimonio immobiliare pur non vivendoci ma a disposizione di un genitore che comunque crea reddito, ma questo reddito è fermo e non ti da da mangiare. Ringrazio a chi può rispondermi.
Per non buttare i nostri soldi, è anni che lo vado dicendo, qualsiasi cosa tu eroghi, compresi gli assegni familiari, non ci devono essere autocertificazioni, ma documenti del comune che attestino la situazione familiare o di altri. Con le autocertificazioni troppe persone hanno ingannato lo stato.
Dei Cesari il genio e il fato rivivono in Giorgia Liberato!
Proposta encomiabile . Ma essendo in Italia, si potrebbe anticipare un elenco di dove finiranno. Regione e citta’, senza timore di errori.