Toti no, Pieroni sì: consigliere regionale toscano imputato per corruzione, ora i dem fanno i garantisti

6 Giu 2024 17:05 - di Davide Ventola

C’è un Pd forcaiolo, che in Liguria chiede la testa del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, e ce n’è uno iper garantista, in Toscana, che si schiera a corpo morto per un suo consigliere regionale (Andrea Pieroni), a processo per corruzione elettorale.

Come ricostruisce Il Fatto Quotidiano, Pieroni, che è stato anche presidente della Provincia di Pisa è al secondo mandato in consiglio regionale, ma pur essendo “imputato in un processo nato dall’inchiesta sui rapporti tra imprenditori delle concerie e politica (con tanto di infiltrazioni della ‘ndrangheta) continua a essere il capofila delle iniziative istituzionali a sostegno di quel settore imprenditoriale con tanto di risoluzioni e interventi in consiglio regionale”. Un big del Partito democratico, al punto che nessuno si sogna di chiederne le dimissioni.

Lo scandalo Keu: il residuo cancerogeno

È uno degli imputati nel processo, che è in fase di udienza preliminare, nell’inchiesta sul keu, il residuo cancerogeno derivato dai fanghi della concia di Santa Croce sull’Arno. Uno scandalo scoppiato nell’aprile del 2021. Le indagini hanno fatto emergere come migliaia di tonnellate di scarti dalla lavorazione della pelle siano state riversate nell’ambiente: in parte le “acque non adeguatamente depurate” venivano riversate nel torrente Usciana, nella zona di Santa Croce. Ottomila tonnellate di rifiuti inerti e miscelati ad altro materiale inerte, invece, sarebbero stati impiegati per la realizzazione del quinto lotto della strada regionale 429. Sulla base delle indagini dirette dalla Dda, lo smaltimento illecito avrebbe consentito un risparmio di oltre 24 milioni di euro.

Tra gli imputati del processo, vi sono altri esponenti di spicco del centrosinistra toscano. Dal sindaco di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda al funzionario regionale dell’ambiente Edo Bernini, incluso il potentissimo ex capo di gabinetto della Presidenza della Regione Toscana Ledo Gori. Secondo la tesi accusatoria, i conciatori avrebbero chiesto e ottenuto dall’allora candidato governatore Eugenio Giani la riconferma dello stesso Gori, che poi fu costretto a fare un passo indietro proprio in seguito all’esplosione dell’inchiesta. Oltre a loro, anche i vertici delle associazioni di conciatori di Santa Croce e del consorzio Aquarno, imprese del distretto orafo aretino e imprenditori, alcuni dei quali anche collegati all’articolazione ‘ndranghetista Gallace di Guardavalle.

La mozione presentata da Pieroni: per l’accusa è corruzione elettorale

Tra i reati contestati, a vario titolo, quelli di associazione per delinquere, gestione abusiva di rifiuti, abuso d’ufficio, corruzione elettorale, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falso. All’esponente dem Andrea Pieroni, accusato di corruzione elettorale, vengono contestati nuovi episodi: oltre a un emendamento che sarebbe stato ideato per favorire i conciatori, quale candidato alle regionali avrebbe cercato, senza successo, di fare pressione sui vertici governativi nazionali e indurre il governo a non impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale. Inoltre avrebbe chiesto un aiuto elettorale ai vertici del comparto conciario.

“Nelle vicende che mi riguardano – ha replicato Pieroni sul suo sito personale – ho agito sempre lecitamente, nel rispetto delle regole, nella mia qualità di rappresentante di un territorio – la provincia di Pisa – che annovera la gran parte di uno dei distretti produttivi più importanti e rilevanti del Paese, il distretto conciario”. Una presunzione di innocenza che il Pd ha sposato in pieno non chiedendo le dimissioni di Pieroni, che continua ad agire attivamente in consiglio regionale. Sarebbe però interessante sapere da Schlein, Giani e dagli altri big Pd: qual è la differenza con la Liguria e il caso Toti?

Commenti

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  • pietro 7 Giugno 2024

    Ecco un’altra perla targata Pd, si, i fratelli rossi non si toccano, i fratelli rossi sono vittime di maldicenze, i fratelli rossi sono impastati di superbenismo, i fratelli rossi sono puliti loro camminano ad un metro da terra e quindi è difficile sporcarsi le scarpe come i fascisti, razzisti, omofobi e neri!!
    I fratelli rossi si incontrano con uomini d’affare e si fanno finanziare, ma loro non danno nulla in cambio se non un alone di perbenismo ideologico che pervade tutti quelli che hanno foraggiato le loro kampagne politiche rendendoli più buoni e più belli e di tutto questo, questi imprenditori foraggianti si confortano e ne sono felici..!
    Italiani.., ma è una storia vera??