Turista kazako incide il suo nome agli scavi di Pompei. Con la nuova legge rischia 60mila euro di multa
Il personale di vigilanza e accoglienza del Parco archeologico di Pompei ha fermato un turista del Kazakistan mentre stava incidendo il nome “Ali” su un intonaco chiaro nella casa dei Ceii.
Il turista è stato denunciato presso il posto fisso Carabinieri vicino agli scavi di Pompei e dovrà rispondere per il danno arrecato al patrimonio.
Sul posto i restauratori e il personale di coordinamento per valutazioni tecniche. Il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel ha commentato l’accaduto: “Atto incivile, grazie alla nuova legge voluta dal Ministro Gennaro Sangiuliano l’autore del reato dovrà pagare per il restauro della parete. Bravi i collaboratori del Ministero e della società Ales che sono prontamente intervenuti. Ottima collaborazione con i Carabinieri che ringraziamo per la tempestività”.
“Purtroppo anche oggi ci troviamo a commentare uno sfregio incivile e idiota arrecato al nostro patrimonio artistico e culturale”, ha commentato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
“Dopo la domus romana del Parco archeologico di Ercolano imbrattata con un pennarello indelebile – ha aggiunto Sangiuliano – questa volta si registra un’incisione sull’intonaco chiaro nella casa dei Ceii a Pompei. Si tratta di atto gravissimo che andrà perseguito severamente e, anche grazie alla nuova legge da me fortemente voluta, l’autore sarà costretto a ripagare i costi del ripristino integrale del danno arrecato. Ringrazio i lavoratori del MiC e di Ales per essere prontamente intervenuti e i Carabinieri che subito hanno fermato il turista responsabile di questo vile gesto”.
Per il turista di Pompei la sanzione minima è di diecimila euro
A gennaio il governo ha inasprito le pene contro questo tipo di reati. “Chiunque distrugge, disperde, deteriora – recita la misura voluta dall’esecutivo – o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 20 mila a euro 60 mila”.
Inoltre “chiunque, fuori dei casi di cui al primo comma, deturpa o imbratta beni culturali o paesaggistici propri o altrui, ovvero destina i beni culturali a un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità ovvero ad un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10 mila a euro 40 mila”.
Tanto non pagherà. Penale per chi danneggia come avviene per per altri beni dello Stato edetenzione fino a pagamento della multa. Il Nepal e non solo insegna.