Strage di Ustica, un colonnello francese rivela: “Mi ordinarono di dire che quella sera il radar era spento”

23 Giu 2024 16:55 - di Luigi Albano

Il 27 giugno del 1980 un Dc9 Itavia in viaggio da Bologna a Palermo, con 81 persone a bordo, precipita nel mar Tirreno, davanti a Ustica: inizia così uno dei misteri più contorti della storia del nostro Paese. Oggi arriva un altro tassello nel puzzle che dopo 44 anni ancora non ha avuto una soluzione. “Il radar era in manutenzione, la base non lo so, il radar era spento, mi dissero di riferire ciò allo Stato maggiore italiano”. E’ quanto afferma l’ex addetto militare dell’ambasciata di Francia a Roma a fine degli anni ’80 rispondendo alle domande di Massimo Giletti per lo speciale “Ustica: una breccia nel muro” che andrà in onda martedì 25 giugno su Rai Tre. Secondo quanto afferma l’ex addetto, furono i suoi superiori militari ad ordinargli, di fatto, di non consegnare agli italiani il rapporto dei radar della base aerea in Corsica, a Solenzara, affermando che erano chiusi.

Nella strage di Ustica il ruolo della Francia sempre più evidente

“Lo stato maggiore italiano mi ha chiesto di chiedere allo stato maggiore francese il rilevamento radar di quella notte – afferma durante l’intervista -. Il colonello francese mi disse che dal momento che la base di Solenzara era chiusa è stato comunicato allo Stato Maggiore italiano che il radar era in manutenzione”. Giletti, quindi, chiede se lo stato maggiore transalpino si era limitato a dirgli ‘faccia lei’ oppure le ha detto cosa riferire agli italiani? “Non me lo hanno detto espressamente – risponde nel dialogo registrato – ma ho capito che dovevo sbrigarmela da solo. Mi hanno detto di rispondere agli italiani che il radar era in manutenzione e punto. Queste cose mi furono dette per telefono. Sono, quindi, andato a trovare il generale De Carolis. Lui era il mio contatto dei servizi segreti e gli ho detto: ‘lo Stato maggiore francese vi trasmette questo messaggio'”.

 

Bonfietti: “Dichiarazioni tardive, si aggiunge un pezzo di verità”

“Purtroppo avviene tutto troppo tardi, ma chi finalmente ha voglia di raccontare il ruolo che ha avuto, visto che sono anche uomini delle istituzioni, farebbe solo il proprio dovere”, ha commentato con l’Adnkronos Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica. Con l’avvicinarsi dell’anniversario Bonfietti osserva: “Continuiamo a dire che manca un pezzo di verità perché manca solo l’autore materiale/gli autori dell’abbattimento di un aereo civile in tempo di pace, come ci consegna nel ’99 un giudice della Repubblica ossia il giudice Priore nella sua ordinanza. Sono passati altri 25 anni, aspettiamo la possibilità di leggere tutta la verità sugli autori materiali”.

Inoltre la presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica continua ricordando che “dopo 16 anni, la magistratura ha riaperto nel 2008 le indagini dopo le dichiarazioni di Cossiga ma ancora non sono concluse. Un’altra nostra richiesta, in questi giorni, è chiudere le indagini e consegnare le cose fatte finora: le parti devono conoscere e poter giudicare le attività svolte”

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